Capitolo 31

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Sono passati un po' di giorni dall'operazione, ho già iniziato le sedute di riabilitazione con la gamba finta e piano piano mi sto abituando a fare le cose con questa gamba e senza. All'inizio avevo molta paura, non che adesso non ce l'abbia, però è diminuita. Sto acquisendo più sicurezza in me stessa e questo lo devo alle persone che mi circondano, che non mi fanno sentire diversa. Jacopo lo sento tutti i giorni, domani inizierà le vacanze di natale e potrà tornare a casa sua, così ho deciso di fargli una sorpresa. In questi giorni è venuta a trovarmi sua sorella con i suoi genitori che mi hanno confortata è dimostrato il loro affetto, e mi sono messa d'accordo con loro per passare le vacanze di natale e il capodanno a Savona insieme a mia mamma e Ale. Pertanto domani mattina prenderò l'aereo per Genova dove ad aspettarci ci saranno i suoi genitori e poi andremo a casa loro. Adesso sto andando in ospedale per l'ultima visita prima delle vacanze, e ovviamente siamo in ritardo << la spazzolaaa>> urlo dal bagno e vedo Ale correre verso di me pettinandosi ancora i suoi capelli <<allora hai venti spazzole e prendi la mia?!>> mi lamento e me la porge ridendo <<la tua è più bella>> mi metto a ridere e finisco di sistemarmi i capelli. Esco dal bagno e dopo aver preso la borsa mi appoggio al passamano delle scale e scendo piano le scale. Appena arrivo in salone mi siedo nella sedia a rotelle e mi metto il giubbotto <<siete pronte?>> mi raggiunge mamma e devo dire che ha una luce diversa, la vedo più rilassata e felice rispetto a prima e ne sono contenta di questo. <<eccomi>> si precipita giù dalle scale Ale mentre si mette il giubbotto. Usciamo di casa e ci avviamo all'ospedale.
<<buongiorno Carla, oggi come stai?>> siamo arrivate in ospedale e sono già dentro lo studio per fare la visita. <<bene, oggi sono felice>> mi guarda stupito visto che ogni volta che vengo a fare le visite sono di malumore <<benissimo allora possiamo iniziare>> annuisco e prendo un bel respiro seguendo con gli occhi ogni suo movimento. Toglie la benda e controlla la cicatrice che ormai è guarita e mi medica tutto intorno. Mi affaccio e la guardo facendo una faccio disgustata <<questa mi è nuova, non ho mai visto un paziente fare questa faccia>> rido seguita da lui e mi appoggio di nuovo al lettino. <<ok abbiamo finito. Prima di andare via devi passare da Cinzia che deve dirti una cosa>> annuisco e mi metto la scarpa. Cinzia è l'infermiera che si occupa di questo reparto, ormai li conosco tutti da quante volte sono venuta qua. Lo ringrazio ed esco dallo studio salutandolo, mamma e Ale fanno lo stesso e decide di accompagnarci da Cinzia anche se non ne capisco il motivo. Appena arrivo trovo tutti gli infermieri del reparto e mi giro verso il medico confusa. Cinzia con l'aiuto di un infermiere mi mette davanti una valigetta nera abbastanza grande <<questo è il nostro regalo di Natale>> mi invita ad aprirlo e guardo mamma per capire se lo sapeva e a quanto pare si. Mi affretto ad aprirla e quando vedo cosa c'è al suo interno scoppio a piangere dalla felicità. <<questa è per te da parte di tutti noi, abbiamo lavorato tanto con questa gamba e sono sicuro che tu sia più che pronta per utilizzarla tutti giorni>> mi spiega il medico e istintivamente lo abbraccio. Ringrazio tutti e con l'aiuto del medico la metto, e intanto mi spiega come devo metterla e toglierla per quando sarò da sola. Non ci posso credere che posso camminare senza la sedia a rotelle. Potrò mettere anche i tacchi, basta solo cambiare il piede e dentro la valigetta li ho adatti a tutte le scarpe. Sono proprio curiosa di vedere la faccia che farà Jacopo quando mi vedrà camminare. Dopo aver passato un po' di tempo con loro torniamo a casa. <<che bello mamma andiamo a mangiare da qualche parte>> corro da lei in cucina e annuisce sorridendo. <<sono felice di vederti così. Era da un po' che non uscivamo se non per andare in ospedale>> da quando sono tornata a casa mi vergognavo di uscire e di farmi vedere senza una gamba. Salgo in stanza senza tenermi nel passamano e mi cambio mettendomi un pantalone da ginnastica largo nero e sopra una felpa che mi lascia la pancia scoperta, poi scendo di sotto e le raggiungo. <<mi piace molto come sei vestita>> ringrazio Ale e poi usciamo di casa, direzione mc donald's. <<allacciatevi le cinture>> si lamenta mamma per la terza volta e alziamo gli occhi al cielo mettendocela. <<collega in cellulare>> mi passa il suo telefono e lo collego azionando la playlist di Ale. <<mamma balla anche tu>> la incitiamo cantando come pazze e lei si mette a ridere scuotendo la testa. Ad un certo punto parte una canzone, e riconosco subito dalla voce che è Jacopo, ma non sta cantando sta dicendo qualcosa <<questa canzone la voglio dedicare a una persona che si chiama Carla>> si sentono le urla del pubblico in sottofondo e lui che inizia a cantare una canzone di Alessandra Amoroso. Mi sciolgo al sentire quelle parole principale da lui, guardo Ale e mamma che mi sorridono e quasi mi emoziono. Mi ha dedicato una canzone ed è stato dolcissimo, devo assolutamente vedere la puntata.
<<non puoi ordinare tutto il fast food>> mi intromette mamma mentre sto ordinando. La guardo male e alza le mani al cielo, e poi finiscila mia ordinazione. Ci sediamo al tavolo e aspettiamo l'arrivo dell'ordine, mentre litigo con mia mamma sul fatto che ho ordinato troppo. <<mamma fidati mangio tutto>> sto morendo di fame e poi il Mc donald's mi piace molto. <<su questo non ho dubbi, ma ti fa male>> alzo gli occhi al cielo ed ecco che arriva la ragazza che ci consegna tutto ciò che abbiamo ordinato. Iniziamo a mangiare e mi gusto i meravigliosi panini che mi erano tanto mancati, dopo il cibo dell'ospedale.
<<vi va di andare al mare?>> propone mamma e annuiamo felici, il mare a dicembre è sempre spettacolare e poi chi abita in Sardegna ci va in qualsiasi stagione. <<però dopo torniamo a casa perché dovete fare ancora le valige>> annuiamo sbuffando e saliamo in macchina. Appena arriviamo l'odore di mare mi invade le narici dandomi un senso di tranquillità. Andiamo sulla sabbia e mi siedo godendomi il sole debole di dicembre che mi riscalda un po' dal vento freddo. <<ti ricordi questa estate qua quando hai litigato con un gruppo di ragazzi perché ti lanciavano la palla addosso?!>> rido ricordando l'episodio e annuisco. <<come mai non ero a conoscenza di questo fatto?>> si intromette mamma e la guardo sorridendo per poi raccontarle cosa è successo. <<che poi la cosa più bella è stata che uno di quei ragazzi le ha lasciato il numero, ma lei non l'ha mai chiamato, o almeno così mi ha detto>> annuisco confermando ciò che ha detto. Quei ragazzi erano più grandi di noi di almeno due anni e devo dire che avevano una mentalità pari a un bambino di due anni, no forse il bambino è persino più intelligente di loro. In poche parole erano belli, loro sapevano di esserlo e credevano che io e Ale saremmo cascate ai loro piedi e continuavano a tirarci pallonate per attirare la nostra attenzione, ma l'unica cosa che hanno attirato alla fine è stata una pallonata in faccia da parte della sottoscritta. <<ragazze è ora di andare>> ci alziamo e ci avviamo alla macchina, ma prima di salire ci puliamo per bene dalla sabbia per non sporcare l'adorata macchina di mamma che tratta come una figlia. Durante tutto il viaggio restiamo in silenzio senza dire niente, siamo tutte e tre assorte nei nostri pensieri e sinceramente mi piace questa atmosfera. Arriviamo a casa e una volta entrate ci precipitiamo nelle stanze per iniziare a fare le valige. <<Carla ci devi stare quindici giorni non tre mesi, quindi non portarti tutta la casa grazie>> mi avvisa mamma e metto apposto la valigia grande che avevo tirato fuori lasciando solo quella piccola sul letto. Inizio a mettere un sacco di vestiti, e a pensare tutto ciò che mi può servire. Una volta finito di mettere tutto capisco di aver esagerato dal fatto che non si chiude. <<Carla vieni ad aiutarmi>> mi richiama Ale dalla sua stanza e capisco che è nella mia stessa situazione. Appena entro in stanza la trovo seduta sulla valigia intenta a chiuderla così li avvicino e le do una mano. <<adesso devi aiutare me>> ci diamo il cinque e andiamo nella mia stanza. Mi siedo sulla valigia e lei con un po' di difficoltà cerca di chiuderla. <<ci siamo quasi, salta un po' di più verso questa parte>> mi sposto leggermente e dopo averla chiusa perdo l'equilibrio e cado sul letto ridendo. <<è stata un'impresa>> mette giù la valigia e si stende vicino a me. Non vedo l'ora di partire domani mattina anche se dovrò svegliarmi presto perché dobbiamo prendere il primo volo. <<ragazze è pronto>> urla mamma e la raggiungiamo in cucina, c'è un buon odorino in tutta la sala e devo dire che mi è venuta fame. Ci sediamo a tavola e iniziamo a mangiare <<avete fatto le valige?>> ci guardiamo e scoppiamo a ridere per la fatica che abbiamo fatto per chiuderle. <<ho sentito un po' di rumori quindi credo che le avete riempite abbastanza>> annuiamo e continuiamo a mangiare. <<domani mattina dobbiamo essere in aeroporto alle cinque e mezza, perché l'aereo parte alle sei e mezza>> questo vuol dire che ci dobbiamo svegliare alle quattro, quindi subito dopo mangiato andremo a dormire. Aiutiamo mamma a sparecchiare e pulire i piatti e poi saliamo di sopra. <<dormi da me?>> Ale si fionda sul mio letto senza esitare un secondo facendomi ridere. Ci sistemiamo sotto le coperte e ci addormentiamo non appena spengo le luci.

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