CAPITOLO 6

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Callagan era seduto nella hall...con la testa fra le mani e pensava a quelle iniziali "AD", annotava con impazienza febbrile, su un moleskine sdrucito ai lati dall'uso,  tutti i suoi pensieri sull'accaduto: sospetti, possibili omicidi, lati caratteriali di ogni singola persona che gli passava per la testa, dopotutto era quello che faceva un criminologo forense, e lui lo era...ma era anche avvocato e forse, a breve, magistrato...perciò fremeva dalla voglia di indagare.

Dopo qualche ora arrivò la polizia, Callagan guardò il suo orologio: erano le 23:42...DeMarlon li accompagnò dinnanzi a Callagan che si presentò tendendo la mano: <<Dottor Mark Callagan, Avvocato e Criminologo Forense, a breve magistrato... se posso esservi di aiuto lo farò ben volentieri>> <<Commissario Sarni. Vuol fare un po' di apprendistato, eh giovane?Va bene, se desidera può già salire ora con noi sulla scena, ma non tocchi né sposti nulla.>>. Callagan annuì, si alzò e salì con il Commissario Sarni verso la scena di quel macabro teatro.

 Un agente lo toccò sulla schiena, Callagan si girò e l'agente gli porse una tuta blu scuro della polizia e una mascherina <<Sa... è obbligatorio>> <<Capisco>>.

Poco dopo arrivò la polizia mortuaria che, dopo la conferma del P.M., rimosse il cadavere dalla camera. Il medico legale consegnò al Commissario il primo referto, che venne passato poco dopo a Callagan: "Causa del decesso: esplosione di numero "uno" colpo di arma da fuoco Parabellum 9X19 a distanza ravvicinata, la quale perforava il polmone sinistro passando per la prima costola fluttuante sinistra provocandone frattura. Presunta ora del decesso: 21:30 data odierna. Rimozione del corpo autorizzata dal P.M. di turno Dott. Andrea Leandri alle ore 23:50 di data odierna."

La camera intanto aveva assunto un aspetto diverso da come Callagan si aspettava. Alle simulazioni del corso non gli era mai successo... sembrava che il tempo si fosse fermato al momento della rimozione del cadavere dalla moquette. Il gesso della sagoma risplendeva di una luce più pallida, quasi perlacea, sotto l'effetto della flebile luce delle lampade a muro che decoravano le tappezzate pareti di quella camera d'albergo. Il rosso vermiglio del sangue, ormai rappreso e secco, era come un sinistro disegno, che aveva sfregiato la sobrietà della moquette.

La calda e pastosa luna di agosto, nel cielo cosparso di stelle, filtrava dalle finestre donando a quell'ambiente un non so che di cupo e macabro; Callagan ancora non sapeva che sarebbe dovuto restare in quella stanza ancora per ore e ore. Chissà perchè gli venne in mente un verso della canzone di DeAndrè "Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitiers" e iniziò a cantarla nella mente.....-Al sol della calda primavera lampeggia l'armatura del sire vincitor....Il sangue del principe e del moro arrossano il cimiero di identico color ..- ..... 

<<Dottor Callagan! Dottor Callagan! Callagan!>> <<Ehm...si mi dica>>  <<Mi dovrebbe dire onestamente cosa sa e cosa pensa di questo omicidio...è più complesso di quanto possa essere, vero?>>

<<Sa commissario, ci sono un paio di cose che sarebbe opportuno chiarire>>

Dopo avergli raccontato la storia di DeMarlon e il licenziamento di Menard e l'assicurazione, di aver parlato con Agatha Demartini, il commissario fece un' interessante domanda a Callagan: <<Mi scusi Callagan, la A e la D incise sul braccio sono sicuramente iniziali, ma di chi? Lei crede che siano di Demarlon, avrebbe il movente.....>> <<Momentaneamente non saprei.... Lei proceda con il fermo per Demarlon, anche perchè è il più motivato al compimento dell'omicidio per il momento.>>  <<E sia, Salters prepara il fermo! Ora mi scusi ma devo tornare in centrale, lei però rimanga reperibile in qualunque ora e non lasci avvicinare nessuno alla scena, Arrivederci.>>    <<Salve commisario.>>
Callagan decise che doveva entrare nell'ottica di quella sera, tutto quello che era successo, chi aveva incontrato, con chi aveva parlato.....

IL PROFUMO DELL'INGANNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora