Si svegliò di buon mattino e scese nella hall, attraversò i freddi corridoi e raggiunse la sala mensa.
Quando arrivò il cameriere, Callagan si affrettò a ordinare un cappuccino e una brioches al cioccolato poiché i morsi della fame si iniziavano a sentire, dato che erano le 7:30 ed era abituato allo studio per il quale doveva alzarsi alla stessa ora.
Mentre iniziava a mangiare la brioches sentì qualcuno toccargli la spalla; erano i due stilisti che gli sorridevano con aria fresca e riposata. Non si può dire che Callagan non avesse piacere a stare con loro, ma erano tutt'altro che timidi e silenziosi...
Presero una sedia e si sedettero vicino a Callagan, ordinarono tre brioches, una per ogni crema: cioccolato, chantilly e pistacchio, iniziando una profonda disquisizione fra le brioches francesi e quelle d'importazione, sullo stile francese, i riccioli alla fine delle brioches e così via... dopo un po', giunti al termine della disquisizione, Lucas Menard dovette andare in bagno e si assentò.
In quel mentre prese parola Matias Montreal travolgendo Callagan con quel torrente di parole fredde: <<Sa, ultimamente abbiamo avuto qualche problemino con l'assicurazione della fabbrica...io sono diventato il maggiore beneficiario.. e se morissi, Lucas prenderebbe tutto e perciò penso che voglia ...>> mentre concludeva la frase tornò Menard e Montreal tacque subito facendo cenno di non ritornare sull'argomento in presenza del socio. Poi fu il momento di Montreal in bagno e Menard attaccò:<< Sa... ultimamente io e Mat abbiamo avuto una piccola diatriba e il giudice ha nominato lui come maggiore beneficiario e questo non è giusto perchè il cervello disegnatore sono IO (si puntò il dito al petto) ah, che rabbia! Se potessi..>> troncò il discorso dato l'arrivo di Montreal, poi si alzarono e se ne andarono verso l'uscita e il giardino.
Mentre Callagan avvicinava la bocca al cappuccino freddatosi perchè per norma sua durante un discorso con altri non riteneva educato mangiare o bere, un tizio basso e grassoccio lo toccò sulle spalle: <<Scusi?>> Callagan alzò tristemente lo sguardo verso quel bombolotto vestito di tutto punto: <<Si?>> rispose, l'altro riprese: << Sono Antony DeMarlon, della DeMarlon Dress inc. e..>> Callagan riprese: <<Ah si? Buono a sapersi ma io....>> <<No no aspetti, -riprese il suo interlocutore- non volevo venderle nulla, volevo solo dirle di guardarsi da quei due li.. Quei Menard & Montreal sono più infidi delle serpi a sonagli.. non si fidi mai di loro: circa 4-5 anni fa il marchio era "Menard Montreal e DeMarlon" poi dato che io ho avuto una crisi mistica e sono rimasto in un monastero due o tre mesi, loro ne hanno approfittato e mi hanno eliminato dal marchio e dalla fabbrica, ovviamente non potevo stare lì fermo con 300 metri di stoffe di diverso tipo e così aprii in proprio e iniziai da zero, tuttavia gli affari mi vanno ugualmente bene sa...ormai ho guadagnato per poter aprire un secondo negozio con..ah ah non è questo il punto: non si fidi!, arrivederla!>> e detto questo se ne andò senza voltarsi indietro dondolando sui suoi piedini corti e tozzi e finalmente Callagan potè gustarsi il suo cappuccino.
Quel pomeriggio Callagan andò al centro massaggi.. Lì NESSUNO lo avrebbe disturbato.. I Soci erano via per musei e DeMarlon era nella hall a mangiare come al solito e così si abbandonò ai suoi pensieri che non è utile trascrivere. Mentre era sulla sdraio sonnecchiando, una settantenne alta, magra con un caschetto rosso ramato, fermato da dei becchi d'oca dorati e una vistosa collana di perle al collo, gli si avvicinò e si presentò: <<Salve giovanotto, posso chiederle un favore?>> <<si mi dica>> rispose Callagan con le lacrime agli occhi per la sofferenza delle continue interruzioni, lei riprese: <<grazie mille, ecco..mi è caduto l'orologio nella vasca, potrebbe riprendermelo, sa.. la messa in piega è nuova e non vorrei rovinarla...lei capisce nevvero? >> Callagan si alzò senza fiatare, si spogliò e mentre scendeva la scaletta della piscina borbottò: “eh si certo, la messa in piega, come ho fatto a non capirlo, le si rovina..no, non capisco, perchè io non la faccio la messa in piega... humpf” e si buttò nell'acqua, allungò la mano sul fondo e afferrò il prezioso Longines della donnetta. Tornò in superficie pensando a chi mai potrebbe fare il bagno con un appartamento al polso.
Lo restituì alla signora e iniziarono a parlare...
Emerse che la settantenne dal caschetto ramato era Agatha Demartini, magnate di profumi, cosmetici e deodoranti per ambienti di indiscussa fama.
Dopo una disquisizione su deodoranti per ambienti e “profumo di pulito in casa” finalmente la donnetta alzò i tacchi a spillo e se ne andò verso l'uscita.
Anche Callagan la imitò e uscì per andare in camera quando venne fermato... da un cameriere che chiese dove stesse andando. Alla risposta, continuò imperterrito la sua frase chiedendogli di poter consegnare a Menard & Montreal una busta chiusa. Callagan accettò malvolentieri poiché desiderava solo riposarsi un po' e perchè in fondo non era compito suo; appena il cameriere gli consegnò la busta e se ne andò, Callagan si rese conto che era particolarmente pesante....scorse gli occhi sull'intestazione: "ai cari Menard & Montreal camera 344, preludio di ciò che sarà..." senza mittente.
Contrariamente a quanto gli fu insegnato alle elementari del maestro Robert egli, incuriosito dalla strana intestazione, aprì la busta che conteneva un proiettile di pistola. Callagan comprese in fretta: Menard e Montreal non erano benvoluti nell'hotel, anzi! A questo punto Callagan doveva informarli IMMEDIATAMENTE.
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IL PROFUMO DELL'INGANNO
Misteri / ThrillerIl primo libro di una serie di indagini e casi che coinvolgeranno il giovane avvocato Mark Callagan. Alla baita Royal House Hotel, esclusivo albergo di montagna, tra le personalità di spicco che vi soggiornano, vi sono due alti capi della moda. Ma u...