CAPITOLO 4

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Si svegliò di buon mattino e scese nella hall, attraversò i freddi corridoi e raggiunse la sala mensa.

Quando arrivò il cameriere, Callagan si affrettò a ordinare un cappuccino e una brioches al cioccolato poiché i morsi della fame si iniziavano a sentire, dato che erano le 7:30 ed era abituato allo studio per il quale doveva alzarsi alla stessa ora.

Mentre iniziava a mangiare la brioches sentì qualcuno toccargli la spalla; erano i due stilisti che gli sorridevano con aria fresca e riposata. Non si può dire che Callagan non avesse piacere a stare con loro, ma erano tutt'altro che timidi e silenziosi...

Presero una sedia e si sedettero vicino a Callagan, ordinarono tre brioches, una per ogni crema: cioccolato, chantilly e pistacchio, iniziando una profonda disquisizione fra le brioches francesi e quelle d'importazione, sullo stile francese, i riccioli alla fine delle brioches e così via... dopo un po', giunti al termine della disquisizione, Lucas Menard dovette andare in bagno e si assentò.

In quel mentre prese parola Matias Montreal travolgendo Callagan con quel torrente di parole fredde: <<Sa, ultimamente abbiamo avuto qualche problemino con l'assicurazione della fabbrica...io sono diventato il maggiore beneficiario.. e se morissi, Lucas prenderebbe tutto e perciò penso che voglia ...>> mentre concludeva la frase tornò Menard e Montreal tacque subito facendo cenno di non ritornare sull'argomento in presenza del socio. Poi fu il momento di Montreal in bagno e Menard attaccò:<< Sa... ultimamente io e Mat abbiamo avuto una piccola diatriba e il giudice ha nominato lui come maggiore beneficiario e questo non è giusto perchè il cervello disegnatore sono IO (si puntò il dito al petto) ah, che rabbia! Se potessi..>> troncò il discorso dato l'arrivo di Montreal, poi si alzarono e se ne andarono verso l'uscita e il giardino.

Mentre Callagan avvicinava la bocca al cappuccino freddatosi perchè per norma sua durante un discorso con altri non riteneva educato mangiare o bere, un tizio basso e grassoccio lo toccò sulle spalle: <<Scusi?>> Callagan alzò tristemente lo sguardo verso quel bombolotto vestito di tutto punto: <<Si?>> rispose, l'altro riprese: << Sono Antony DeMarlon, della DeMarlon Dress inc. e..>> Callagan riprese: <<Ah si? Buono a sapersi ma io....>> <<No no aspetti, -riprese il suo interlocutore- non volevo venderle nulla, volevo solo dirle di guardarsi da quei due li.. Quei Menard & Montreal sono più infidi delle serpi a sonagli.. non si fidi mai di loro: circa 4-5 anni fa il marchio era "Menard Montreal e DeMarlon" poi dato che io ho avuto una crisi mistica e sono rimasto in un monastero due o tre mesi, loro ne hanno approfittato e mi hanno eliminato dal marchio e dalla fabbrica, ovviamente non potevo stare lì fermo con 300 metri di stoffe di diverso tipo e così aprii in proprio e iniziai da zero, tuttavia gli affari mi vanno ugualmente bene sa...ormai ho guadagnato per poter aprire un secondo negozio con..ah ah non è questo il punto: non si fidi!, arrivederla!>> e detto questo se ne andò senza voltarsi indietro dondolando sui suoi piedini corti e tozzi e finalmente Callagan potè gustarsi il suo cappuccino.

Quel pomeriggio Callagan andò al centro massaggi.. Lì NESSUNO lo avrebbe disturbato.. I Soci erano via per musei e DeMarlon era nella hall a mangiare come al solito e così si abbandonò ai suoi pensieri che non è utile trascrivere. Mentre era sulla sdraio sonnecchiando, una settantenne alta, magra con un caschetto rosso ramato, fermato da dei becchi d'oca dorati e una vistosa collana di perle al collo, gli si avvicinò e si presentò: <<Salve giovanotto, posso chiederle un favore?>> <<si mi dica>> rispose Callagan con le lacrime agli occhi per la sofferenza delle continue interruzioni, lei riprese: <<grazie mille, ecco..mi è caduto l'orologio nella vasca, potrebbe riprendermelo, sa.. la messa in piega è nuova e non vorrei rovinarla...lei capisce nevvero? >> Callagan si alzò senza fiatare, si spogliò e mentre scendeva la scaletta della piscina borbottò: “eh si certo, la messa in piega, come ho fatto a non capirlo, le si rovina..no, non capisco, perchè io  non la faccio la messa in piega... humpf” e si buttò nell'acqua, allungò la mano sul fondo e afferrò il prezioso Longines della donnetta. Tornò in superficie pensando a chi mai potrebbe fare il bagno con un appartamento al polso.

Lo restituì alla signora e iniziarono a parlare...

Emerse che la settantenne dal caschetto ramato era Agatha Demartini, magnate di profumi, cosmetici e deodoranti per ambienti di indiscussa fama.

Dopo una disquisizione su deodoranti per ambienti e “profumo di pulito in casa” finalmente la donnetta alzò i tacchi a spillo e se ne andò verso l'uscita.

Anche Callagan la imitò e uscì per andare in camera quando venne fermato... da un cameriere che chiese dove stesse andando. Alla risposta, continuò imperterrito la sua frase chiedendogli di poter consegnare a Menard & Montreal una busta chiusa. Callagan accettò malvolentieri poiché desiderava solo riposarsi un po' e perchè in fondo non era compito suo; appena il cameriere gli consegnò la busta e se ne andò, Callagan si rese conto che era particolarmente pesante....scorse gli occhi sull'intestazione: "ai cari Menard & Montreal camera 344, preludio di ciò che sarà..." senza mittente.

 Contrariamente a quanto gli fu insegnato alle elementari del maestro Robert egli, incuriosito dalla strana intestazione, aprì la busta che conteneva un proiettile di pistola. Callagan comprese in fretta: Menard e Montreal non erano benvoluti nell'hotel, anzi! A questo punto Callagan doveva informarli IMMEDIATAMENTE.

IL PROFUMO DELL'INGANNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora