Il muro

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Io lo so che tu sei lì
Non ti vedo, ma so che ci sei
Laddietro quel muro che
Da tempo ci divide sai
E da troppo tempo tu sei triste ormai
Così infelice e senza speranze

Ma non ti scordare che
Io sarò sempre con te
Io un giorno ti raggiungerò
E col massimo impegno ti solleverò
Passerò il confine che ci separa
E per te sarò come luce chiara

Non so se ne sono capace
Proverò a donarti la pace
Come fiori e colombe pasquali
Se riesco distruggerò i tuoi mali,
La rete che ti opprime si spezzerà
E la mia allegria ti raggiungerà

Se accetterai la mia presenza
Io colorerò la tua vita di speranza
E ci sarò

● Questa è la prima poesia che ho scritto in vita mia, ero in terza media nel periodo dopo Pasqua (da qui è nata la metafora fiori e colombe pasquali). Ero in un periodo difficile, siccome ero vittima di bullismo e avevo pochi amici, quindi ero abbastanza sfiduciata verso le relazioni e il futuro. Perciò mi sono dedicata alla mie passioni e questo mi ha aiutata, mi ha fatta sentire meno sola, anche perché ho iniziato a scrivere con l'intenzione di aiutare gli altri che leggeranno e di scrivere canzoni. Questa poesia sembra dedicata ad un'altra persona, ma in realtà parla di una persona immaginaria che rappresenta la ricerca di un'altra parte di me che era smarrita, che non riuscivo a vedere e che volevo salvare affrontando un'avventura... come se fosse stata in pericolo al di là di un muro che ci separava. Vedevo il futuro in modo incerto, come se davanti a me ci fosse stato un muro. È dedicata alla me di allora. Percepivo in me una parte disperata e una parte speranzosa, volevo in qualche modo salvare la parte disperata e farle conoscere la speranza, salvarla da quella notte. La vedo un po' come lo yin e lo yang questa mia poesia, con queste due parti di me, luci e ombre. Abito vicino al campo sportivo circondato da un muro alto, salivo sulla scala antincendio di casa mia per vedere il campo aldilà del muro, questo è il posto in cui ho iniziato a scrivere e che mi ha ispirato la metafora del muro.

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