CAPITOLO 3.
Quella mattina, Conan, si svegliò con un forte mal di testa.
Non capiva cosa glielo avesse provocato, ma Ran entrando nella sua stanza gli posò una mano su la fronte.
«Conan, hai la febbre molto alta» disse lei preoccupata: «Papà ha un caso da risolvere molto importante e hanno richiesto anche la nostra presenza. Te la senti di venire con noi?»
«Sì. Vengo con voi» rispose lui alzandosi dal letto lentamente.
Per quanto avesse solo la febbre quella poteva combatterla il problema era se a quella si aggiungeva il mal di gola.
Senza indugiare si alzò dal letto vestendosi tranquillamente per poi andare in cucina a fare colazione e poter prendere qualcosa per far scendere la febbre.
Terminata la colazione si coprì bene e poco dopo uscirono di casa.
Conan guardava fuori dal finestrino della macchina ascoltando Ran e Goro parlare di quello che stava succedendo e delle indagini che doveva fare.
La mente di Conan, però, era fissa su Gin.
Era una specie di droga per lui, non riusciva sul serio a scordare quel suo sorriso.
Un sorriso del tutto diverso da quello che gli aveva visto sul volto la prima volta che si erano incontrati: Gin, perchè sei nella mia testa ogni giorno sempre di più...
«Conan, stai bene?» gli chiese Ran guardandolo preoccupata.
«Sì, Ran. Sto bene» rispose lui aggiungendo: «Stavo guardando il paesaggio. È molto bello qui»
La ragazza non rispose lasciandolo tranquillo.
Conan chiuse gli occhi rilassandosi mentre arrivavano a destinazione.
Entrati nell'abitazione del cliente Conan rimase ad ascoltare quello che era successo con molta attenzione, ma prima che potesse dire qualcosa la febbre gli era salita così tanto da fargli perdere conoscenza cosa che costrinse Ran a portarlo in un altra stanza per poi chiedere l'aiuto di un medico.
Non era la prima volta che Conan si ammalava in quel modo, eppure, non ne aveva mai capito le origini.
Mentre il medico lo visitava lei rimase nella stanza.
«Gin...» ansimò il bambino nell'inconscienza.
«Chi è Gin?» chiese il medico alla ragazza.
Ran colta impreparata su l'argomento disse: «Non ne ho idea»
«Se la febbre non scende saremmo costretti a ricoverarlo» disse l'uomo chiudendo la borsa dopo aver fatto un iniezione al bambino per provare in quel modo a fargli scendere la febbre.
Rimasto da solo nella stanza, Conan, aprì gli occhi respirando sempre più pesantemente pensando: Ci risiamo... Non respiro... Il cuore sembra che mi debba esplodere nel petto... Devo fare qualcosa...
Si alzò dal letto aprendo l'armadio della stanza recuperando dei pantaloni e una camicia chiudendosi dietro la porta cercando di non urlare per il dolore ne tanto meno farsi scoprire.
Tornato ad essere Shinichi si apprestò a risolvere il caso anche se con qualche difficoltà dovuta alla febbre molto alta.
Il colpevole di quel caso fece per attaccarlo, ma Ran lo atterrò senza pensarci due volte con una mossa di karate.
Shinichi tornò nella stanza dov'era prima tornando ad essere Conan rimettendosi sotto le coperte prima che la ragazza lo raggiungesse.
Alcune ore dopo tornarono a casa dove Conan rimase a letto combattendo con la febbre che saliva e scendeva in modo sconclusionato.
Passarono due ore e notando che la situazione non migliorava Ran portò Conan in ospedale dove lo ricoverarono subito.
La ragazza era preoccupata per quello che stava succedendo.
Intanto Ai preoccupata chiamò l'amico sul telefono.
Ran vedendo la chiamata della bambina lo prese rispondendo: «Pronto, Ai. Conan al momento non può rispondere. È successo qualcosa?»
«No. Mi chiedevo come mai oggi non era a scuola» chiese lei preoccupata.
«Conan, non sta molto bene. Sono stata costretta a portarlo in ospedale» rispose lei senza pensarci troppo.
«Che cos'ha?» chiese Ai sempre più preoccupata.
«Ha la febbre molto alta e fa fatica a resperare» le rispose Ran senza pensarci troppo.
«Vengo a trovarlo» rispose lei chiudendo la chiamata prima che la ragazza potesse rispondere.
Mezz'ora dopo Ai era in macchina con il Dottor Agasa in direzione dell'ospedale.
«Ai sei sicura di quello che ti ha detto Ran?» gli domandò l'inventore preoccupato.
«Sì. Conan era strano in questi giorni. Ho la sensazione che in qualche modo c'entri Gin» ammise la bambina dando voce a quei pensieri che si erano fatti strada nella sua mente.
«Uno degli uomini in nero?» chiese il Dottor Agasa.
Ai annuì, ma non dissero altro fermandosi davanti all'ospedale.
Scesero dal mezzo entrando nell'edificio.
Raggiunta la stanza dov'era ricoverato Conan entrarono nella stanza.
Ran si voltò a guardarli accennando un sorriso: «Non c'era bisogno di venire fino a qui»
Ai ricambiò quel sorriso dicendo: «Ran, resto io con lui. Vai a prendere un caffè»
La ragazza annuì senza pensarci troppo.
Rimasta da sola con Conan, Ai, si mise seduta sul letto dicendo: «Shinichi, oggi ho visto di sfuggita Gin vicino alla scuola. Cosa sta succedendo?»
Conan sentendo quella domanda aprì gli occhi guardandola: «Lui deve riposare...»
«Cosa?» chiese lei perplessa.
«Gin... deve... riposare...» rispose nuovamente lui affannando.
«Non capisco, Shinichi» disse lei cercando di capire cosa volesse comunicarle l'amico.
Conan spostò la maschera dell'ossigeno che gli avevano messo dicendo: «Lui è stato ferito...»
Ai capendo tutto gli mise la maschera al suo posto: «Riposati. Lui starà bene. Non è così debole come sembra. Se Vodka l'ha aiutato starà bene»
A quelle parole, Conan, perse nuovamente conoscenza.
Se voleva riprendersi doveva riposare e stare tranquillo fino a quando quella dannata febbre non se ne fosse andata.
Ran tornata nella stanza le chiese: «Sì è svegliato?»
«No. Dorme ancora» rispose lei tranquillamente pensando: Come siamo arrivati a questo punto? Perchè Shinichi si preoccupa così tanto per Gin? Non era innamorato di Ran?
Con quelle domande nella testa si lasciò andare a un sospiro scendendo dal letto per poi tornare dal Dottor Agasa che le chiese: «Come sta il nostro Shinichi?»
«Fisicamente da schifo, mentalmente ancora peggio...» rispose lei senza pensarci troppo avviandosi verso l'uscita.
I due saliti in macchina si diressero a casa per poi andare a letto.
Ai, però, si mise ad armeggiare al pc indecisa se scrivere o meno a Gin di quello che stava succedendo rischiando così di farsi scoprire.
Rinunciò provvisoriamente all'idea, prima voleva vedere se Conan migliorava se non fosse successo gli avrebbe mandato un messaggio e andò a dormire.
Aveva paura anche che in caso Shinichi fosse tornato alla sua vera età davanti a Gin sarebbe successo un vero casino che avrebbe portato poi a scoprire anche la realtà su di lei.

YOU ARE READING
Aiutare un nemico
FanficConan trova Gin ferito in un vicolo così lo aiuta medicandogli provvisoriamente la ferita. Cosa succederà con il passare del tempo?