Capitolo 4

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CAPITOLO 4.

Passarono diversi giorni dal malore di Conan.

Alla fine era stato dimesso dall'ospedale con l'obbligo di tornare se fosse stato ancora male.

Durante la sua permanenza lì nonostante tutto non aveva ripreso nuovamente l'aspetto di Shinichi anche perchè era sotto l'effetto di diversi farmaci che entravano in contrasto tra di loro perchè potessero cambiare il suo aspetto.

Ritornato a casa guardò se nella cassetta della posta ci fosse qualche lettera, ma non ne trovò nessuna per questo una volta dentro si chiuse in camera addormentandosi, svegliandosi qualche ora dopo con un forte mal di testa.

Si mise a cercare un antidolorifico in casa non trovandolo.

Ran tornata da scuola notò un uomo dai capelli biondi completamente vestito di nero appoggiato ad una macchina davanti all'agenzia del padre.

Indecisa se andare a parlare o meno con lui si morse il labbro, ma poi il telefono le squillò in tasca e lo prese: «Conan, come mai mi stai chiamando?»

«Non trovo l'antidolorifico in casa. Dove l'hai messo?» chiese lui rispondendo alla domanda della ragazza.

Ran senza pensarci troppo disse: «L'ultima volta era nell'armadietto dei medicinali in bagno. Se aspetti a letto appena rientro te lo prendo io»

«Non importa. Faccio da solo» disse lui per poi aggiungere dopo averlo trovato: «L'ho trovato»

«D'accordo. Allora io vado da Sonoko, rientro a casa per ora di cena. Stai a letto e riposati» disse lei chiudendo la chiamata prima di avere una sua risposta avviandosi verso casa dell'amica.

Conan prese la medicina andando a sedersi ad una delle finestre dell'agenzia investigativa di Goro, ma guardandosi attorno notò subito Gin appoggiato alla macchina.

Senza indugiare scese di corsa uscendo dall'edificio.

Non gl'importava di essere in pigiama e ciabatte, voleva vedere se lui era veramente davanti all'edificio.

Gin vedendolo accennò un sorriso: «Ragazzino, ti vedo un po' pallido come ti senti?»

«Sono stato male in questi giorni, però, adesso sto meglio» ammise lui senza pensarci troppo nonostante fosse sorpreso da quel suo interessamento.

L'uomo sorrise osservandolo attentamente per poi posargli una mano su la fronte: «Hai la temperatura leggermente alta»

«Davvero?» chiese sorpreso dal non essersi accorto prima di questa cosa.

«Credo che dovrai riposare ancora qualche giorno e ti riprenderai» disse semplicemente l'uomo per poi farlo voltare dicendo: «Vai a letto adesso»

«Va bene. Signor Gin, possiamo restare in contatto?» chiese con un filo di voce.

«Non credo che sia il caso, però, posso scriverti dei biglietti come ho fatto l'ultima volta» rispose lui senza giri di parole.

Conan annuì a quella proposta almeno avrebbe avuto notizie da lui e avrebbe saputo sempre come stava.

Ogni biglietto sarebbe stato un messaggio atteso che gli avrebbe fatto capire che lui stava bene.

Gin se ne andò poco dopo e Conan tornò a casa andando subito a letto.

Quell'incontro non sapeva come prenderlo, ma iniziava sul serio a desiderare di tornare quello di prima per poter parlare con l'uomo e capire meglio cosa si muovesse dentro di lui.

Sapeva anche che Gin non avrebbe mai abbassato le sue difese facilmente come stava facendo da quando l'aveva aiutato.

Alcuni minuti dopo qualcuno suonò il campanello ed andò ad aprire trovandosi davanti Ai, Genta, Ayumi e Mitsuhiko.

Si fece da parte facendoli passare andando a sedersi sul divano: «Come mai siete qui, ragazzi?»

«Ti abbiamo portato i compiti per i giorni che sei restato via da scuola» ammise Ayumi mettendogli davanti la lista dei compiti che aveva da recuperare.

«Ti ringrazio, Ayumi» rispose lui senza pensarci troppo prendendo i fogli leggendo tutto quello che doveva fare lasciandosi andare a un sospiro rassegnato.

Ai cogliendo la palla al balzo disse: «Prima ho visto Ginevra in macchina»

«Sì. Era qui con me» rispose lui senza giri di parole.

«Come mai?» gli chiese lei curiosa.

«Non ne ho idea, però, una cosa la so...» s'interruppe un attimo dicendo: «Resteremmo sempre in contatto»

«Conan, lo sai cosa potrebbe succedere se non stai attento?» chiese lei senza pensarci troppo.

Un'ombra scese sul volto del piccolo detective ripensando al rischio che stava correndo in quel momento nel restare in contatto con Gin, ma quando l'idea di lasciare perdere la cosa si affacciò nella sua mente un attacco di tosse lo colse impreparato facendogli mancare il fiato per qualche minuto.

Ai preoccupata gli accarezzò la schiena cercando di tranquillizzarlo: «Credo che sia il caso che ti rimetta sotto le coperte. Penserai ai compiti quando starai meglio»

Conan alle sue parole annuì e quando se ne furono andati portò con sé i compiti e si mise a lavorarci disteso su le coperte alla fine, però, si addormentò profondamente.

Nonostante il loro essere andati a trovare l'amico in Ayumi, Genta e Mitsuhiko il dubbio che Conan e Ai nascondessero loro qualcosa si fece più intenso, sapevano che si comportavano in modo piuttosto strano rivelandosi essere più maturi di bambini della loro età, ma poi quando glielo facevano notare s'inventavano delle scuse non proprio plausibili sul motivo del loro sapere cose che dei bambini non conoscevano per questo decisero d'indagare a modo loro iniziando dal giorno seguente.

Ran tornata a casa lo trovò che dormiva, gli tolse i quaderni da sopra il letto, lasciandolo riposare fino a ora di cena quando andò a svegliarlo.

Conan un po' intonito dalla lunga dormita mangiò in silenzio per poi al conclusione del pasto andare in camera dove terminò i suoi compiti mettendosi subito dopo a letto.

La ragazza era preoccupata per quello che stava succedendo a Conan per questo motivo decise di provare a chiamare Shinichi per farsi dare un consiglio.

Il telefono sul comodino di Conan vibrò risvegliandolo dai suoi pensieri che lo stavano portando lentamente al sonno.

Prendendolo lesse il nome accennando un sorriso prendendo il suo farfallino lo impostò per parlare con la sua voce e rispose: «Pronto, Ran...»

«Shinichi, stavi dormendo?» chiese preoccupata sentendolo piuttosto assonnato. «Sì, cioè no stavo per addormentarmi. Cosa posso fare per te?» gli domandò lui a sua volta.

Ran senza pensarci troppo disse: «Ho bisogno di un consiglio per poter aiutare Conan. Non sta molto bene ultimamente»

«Capisco. Ci ho parlato qualche volta e penso che sia solo una fase. Lascialo tranquillo se vorrà parlarne lo farà lui stesso» rispose lui senza giri di parole.

«Va bene. Farò così» rispose lei aggiungendo: «Adesso ti lascio dormire. Chiamami qualche volta»

«Lo farò. Buonanotte, Ran» disse lui chiudendo la chiamata spegnendo il telefono rimettendosi comodo tra le coperte lasciandosi scivolare in un sonno profondo.

Il giorno dopo sarebbe tornato a scuola per questo voleva riprendersi almeno un po' prima che facesse sorgere altri dubbi negli amici.  

Aiutare un nemicoWhere stories live. Discover now