Occhio non vede, cuore non duole

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N.d.a.: L'oleandro è una delle piante più tossiche che si conoscano. Tutta la pianta (foglie, corteccia, semi) è tossica per qualsiasi specie animale. 


*

Jimin guardava Poseidone con occhi curiosi, ben spalancati. Il primo sguardo che gli aveva rivolto non gli rendeva giustizia; era un bell'uomo, alto e con la pelle abbronzata.
Da bambino si era sempre divertito ad immaginarlo con una coda di pesce e un tridente alla mano, ma l'unica cosa che si era rivelata veritiera erano i grossi bracciali dorati che gli circondavano gli avambracci muscolosi.  Aveva le sopracciglia e le spalle rilassate, un sorriso beato e la voce profonda. 
Ma su una cosa Jimin si era sbagliato: i suoi occhi non erano blu oceano. O meglio, il destro doveva esserlo stato un tempo, rispecchiando il gemello sinistro, ma al momento quel grosso occhio vispo ricordava più una tela bianca che altro. 
Un dispiacere profondo si fece strada nel petto di Jimin, portando la mano a stringere su quel punto nella consapevolezza che l'uomo non potesse godere della bellezza del suo regno. 
Il signore ghignò divertito «Sei un buon osservatore, piccolo principe. Non mi sorprende che tu gli piaccia così tanto.» disse con una risatina che fece arrossire Jimin; le prime ciocche di capelli già rossicce, le ali tremanti d'agitazione. 

Chi, lui? Piacere a Yoongi? Il suo cuore stava sprizzando gioia, e la sensazione di imbarazzo fu quasi piacevole sin quando non ricordò tutto il casino successo giorni prima.  
«Anche se fosse così, e non è così, non se lo meriterebbe.» mormorò stanco e triste, perché il ricordo di quella dannata torta gli faceva ancora male e di certo non aiutavano tutte le dolci rimembranze avvenute poco tempo prima e che accompagnavano i suoi sogni e lo cullavano con dolcezza. 

Improvvisamente, si pentì di essere venuto al mare con Yoongi, di avergli sorriso, di aver giocato e di averlo ringraziato. 
Il rossore si propagò sulle sue guance al ricordo della conversazione avvenuta pochi minuti prima. 

«Smettila di provarci con me!» 
«Mai.»   

Si stavano comportando da ragazzini incoerenti, in primis lui. Lui aveva San adesso, il bello e misterioso ladro di cui..non sapeva un bel niente. 

Si morse il labbro, a disagio, e Poseidone dovette accorgersene, perché poggiò delicatamente la mano sulla sua spalla scoperta. «Non avevo intenzione di metterti a disagio, Jimin.» mormorò delicato «Perché non chiami quel viziatello, mh?» disse ridacchiando sottovoce «Che ne dici di un bel giro nel mio regno?» 
Jimin parve illuminarsi all'improvviso, un piccolo sorriso timido a fargli capolino sulle labbra e le mani strette dietro la schiena. «Lo farebbe davvero, Poseidone?» chiese educando, dondolandosi sul filo dell'acqua, sfiorando con la punta dei piedi la freschezza di essa. 

Il corvino sorrise a trentadue denti, annuendo convinto. «Certo che sì principino!» esclamò contento «E per favore, chiamami Zio.» 

«Allora?! Vi decidete a calcolarmi, brutti maleducati che non siete altro!». La voce indispettita di Yoongi rimbombò e entrambe le figure si voltarono a guardarlo, scoppiando poi a ridere vedendolo intento a togliersi i pantaloni, probabilmente con l'intento di raggiungerli a nuoto. 

«Vai a prenderlo, Jimin, e se fa i capricci hai il permesso di buttarlo in acqua.» 

Jimin ridacchiò contento, annuendo e voltandosi per andare a prendere Yoongi che intanto aveva iniziato a maledire tutto ciò che gli circondava subito dopo aver realizzato di esser troppo schizzinoso per entrare in acqua. 

Quando vide Jimin volare nella sua direzione, sospirò di sollievo, osservando come tra l'azzurro cielo dei suoi capelli facessero capolino delle ciocche rosse scuro. Cosa gli aveva detto, lo zietto?  Quell'uomo aveva sempre parlato troppo. Da bambino aveva passato molto tempo con lui, soprattutto perché molto spesso andava in visita da suo padre, e a lui stava bene, certo, fin quando non si trattava di scendere nel suo regno. 

Fuck You, Zeus//YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora