Ri-Morso

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Jimin si svegliò presto quel mattino; l'odore inusuale che gli inondava le narici gli pizzicava il naso in maniera piuttosto positiva. Si tirò su, stiracchiandosi lentamente e passandosi una mano tra i capelli scompigliati. Abbassò lo sguardo sulle figure che aveva accanto, sorridendo appena. 
Lì, nel bel mezzo del comodissimo letto di Yoongi, troneggiava Mosè, cui il manto nero come la liquirizia brillava alle prime luci dell'alba.

Jimin aveva insistito nel farlo dormire tra loro due, troppo imbarazzato per stare a contatto col corpo del principe degli inferi tutta la notte. 
"Jimin devi calmarti, stupida ragazzina!"  pensò sbuffando, lanciando subito dopo un sorriso dolce alla persona che dormiva abbracciato alla schiena morbida della pantera. 

Yoongi se ne stava lì, tutto raggomitolato e con un espressione serena in volto; la canotta nera che indossava gli scopriva le clavicole e le braccia pallide. L'azzurro sorrise, sporgendosi per dare un bacino sul musetto di Mosè e carezzare subito dopo il viso di Yoongi, ridacchiando alla vista della sua fronte scoperta. «Buongiorno..» mormorò con voce dolce, alzandosi silenziosamente e stiracchiando le ali con lentezza. 
Mentre si avviava verso la porta si rese conto di aver svegliato Mosè, che adesso lo fissava coi suoi occhioni grandi e una zampa sul musino. «Sssh» sussurrò Jimin portandosi l'indice alle labbra, sorridendo placido all'animale che in risposta chiuse gli occhi, tornando a ronfare tranquillo. 

*
Era una mattinata umida, totalmente differente da quelle asciutte che si vedevano nell'Olimpo, ma era semplicemente dovuto al fatto che il sole lì arrivava con leggero ritardo. Jimin uscì da palazzo, salutando cordialmente il personale che lo aveva visto uscire dalla camera del principe degli inferi coi capelli scompigliati, dimenticandosi del tutto che teoricamente nessuno sapeva fosse rimasto a dormire lì. 
Beth, una delle cameriere, era arrossita visibilmente quando aveva visto il figlio di Zeus salutarla tranquillamente dopo essere uscito dalla stanza del suo signore; la mente troppo piena di pensieri scandalosi per ricambiare il suo cordiale buongiorno. 

Ma Jimin non ci aveva fatto caso, e anzi, aveva persino iniziato a canticchiare mentre apriva un finestrone e si faceva un voletto sino alla piccola collina che aveva visto i due principi "riconciliarsi". 
Fissò i vari frutti violacei, grossi e maturi, staccandone una decina con aria decisamente soddisfatta e riponendoli nel grembiule che aveva rubato ad una delle cameriere prima di volare fuori.

«Cosa stai facendo, Jimin?» una voce profonda ma gentile lo fece spaventare; quasi non faceva cadere tutte le prugne!  
Si voltò velocemente, riconoscendo il volto di Ade e arrossendo fino alla punta dei capelli; "lui non dovrebbe sapere che sono qui! Non l'ho nemmeno salutato.." 

«E-ecco io» borbottò «io..» cercava le parole giuste per giustificarsi e non risultare un gran maleducato, tenendo lo sguardo basso fin quando la risata di Ade non giunse alle sue orecchie, costringendolo a guardarlo in volto, confuso. 
«So che sei qui da quando sei arrivato» disse con tono scherzoso «Abbiamo le nostre guardie a palazzo, sai» si chinò a raccogliere un frutto, porgendolo poi a Jimin «Il fatto che non si vedano è solo un vantaggio per me, non trovi?» 

Jimin non rispose, sorridendo però imbarazzato «Mi dispiace» mormorò timidamente, guardando di sottecchi il Dio degli inferi. 
Nonostante fosse descritto da tutti come spaventoso, Jimin non si trovava d'accordo con alcuna descrizione riportata di Ade. Era longilineo, alto e aveva la pelle più pallida di quella di suo figlio, occhi sottili di un bell'ambra brillante e sguardo dolce; per non parlare di quanto elegante fosse in ogni suo minimo gesto, così delicato da sembrare un fiore. 

«Questo albero..» mormorò Ade toccando la corteccia ruvida e scura con dolcezza «Yoongi sa cosa stai facendo?» 
«Oh» esclamò Jimin «No, non lo sa, ma è questo il punto!» urlacchiò sbrigativo «voglio fargli una sorpresa!»

Fuck You, Zeus//YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora