Pioggia vergine

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«E adesso sparite dalla mia vista.»

Jimin lo aveva detto, urlato con tutta la forza che aveva nei polmoni. La verità, però, era che si sentiva dannatamente in colpa. Si era completamente dimenticato di San; i baci di Yoongi gli avevano annebbiato il cuore, la mente, il senso  di giustizia.
Questo perché obiettivamente non era stato giusto nei confronti del ladro che nelle settimane precedenti aveva cercato di cancellare il suo dolore donandogli tutto l'affetto che aveva in corpo. 
Ma purtroppo, la verità era una sola: Jimin non provava niente per San. Solo tanto affetto, quello per il quale un bimbo prova verso un suo amichetto. La verità era che lo aveva trovato interessante sin dal principio, però quasi tutte le sue azioni erano state dettate da rabbia repressa e risentimento verso la persona per il quale provava davvero qualcosa. 

Inspirò forte, passandosi una mano sul petto e cercando di fermare l'imbarazzo che insistentemente cercava di spargersi sulle sue gote. 
La colpa non era l'unica emozione che stava provando in quel momento, ma la più profonda eccitazione che il suo cuore  -e corpo- avessero mai affrontato.
Gli era piaciuto vedere Yoongi reagire in quel modo, con la gelosia a inacidirgli le vene prepotenti sorte sulle mani, braccia e fronte. Era deliziato dal modo in cui la fiamma viva del suo potere infernale si era accesa per reclamare il titolo di possessione verso di lui, la sua persona, l'alba più bella mai vista. 
Ansimò a questo pensiero e si leccò le labbra; il corpo bollente e vestiti troppo aderenti e ingombranti: aveva bisogno di dare sfogo a tutta quella libido. 

Non si toccava dal primo incontro con Yoongi, il che, personalmente era un record visto che prima di quei mesi fantasticava su vari principi e il loro modo di poter deliziare il suo corpo vergine. 
Una sensazione simile l'aveva sentita in altri due momenti: alle danze infernali e a casa di Yoongi, quando il principe lo aveva deliziato di baci languidi sul collo e tante carezze, solo che il desiderio non era mai stato così immane come a quel momento. La sua intimità non aveva mai pulsato così languidamente, le sue mani prudevano di desiderio di accarezzarsi e gemere senza pudore, ormai solo e lasciato alla più libidinosa delle libertà. 

O almeno così credeva. 

*

Yoongi era oltraggiato. Lui, il principe degli inferi, buttato fuori a calci dal suo Jimin perché un misero popolano aveva deciso di mettersi in mezzo! 
Sei tu quello in mezzo, gli sussurrò la vocina della sua coscienza, che per quanto gli facesse venire il voltastomaco, aveva ragione.
Quello lì era il fidanzato di Jimin. San, diceva di chiamarsi. Non che gli importasse, naturalmente, ma la sola presenza di quel bell'imbusto dalla faccia squadrata gli dava i brividi. 

E questo qui sarebbe il primo bacio di Jimin? Ma per piacere. 

«Dovresti davvero andartene» la voce di faccia quadrata lo fece sussultare «non ti voglio intorno al mio ragazzo.» 
Yoongi inspirò dell'aria cercando di accumulare tutta l'educazione che gli era mancata poco prima «Non ci penso nemmeno, qui sei tu il terzo incomodo.» 
«Ma come ti permetti?!?» sbottò San con sguardo offeso, una mano a scompigliarsi i capelli «Questo trambusto è tutta colpa tua, se ti fossi sbrigato a renderlo tuo a quest'ora non avresti dovuto scontrarti con me.» ridacchiò per un attimo «che diciamoci la verità, sono di gran lunga il partito migliore tra noi due». Il principe degli inferi alzò gli occhi al cielo, seccato. Ce l'aveva già il senso di colpa, ma di certo non voleva che a fargli l'ennesima ramanzina fosse questa lucertola bipede. 

Si pulì i pantaloni, mettendosi due mani sui fianchi e valutando la situazione. Guardò San con mezzo sorriso «Sisi, ho capito» gli disse calmo «ora se non ti dispiace, desidero che tu lasci questo palazzo.» un ghignò gli si formò sulle labbra; fiamme ardenti nelle iridi color cioccolato «O sarò costretto a chiamare le guardie, e tu sai cosa spetta a chi entra a palazzo senza permesso.» 
Il ladro diventò paonazzo, i pugni stretti lungo i fianchi e un ghigno a levarsi dalla sua gola «Jimin non lo permetterebbe mai.» sibilò. 
Yoongi rise, poggiandosi le dita sulle tempie e scuotendo la testa «E pensi servirebbe a qualcosa? Eppure tu sei un popolano, sai bene quanto Zeus tenga al figlio e alla sua educazione» alzò gli occhi «Punirebbe Jimin per mesi, e tu lo sai». Il volto del popolano si incupì, facendo un passo indietro e mordendosi le labbra con forza. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 03 ⏰

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Fuck You, Zeus//YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora