Capitolo 5

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‹‹Ci sono delle regole ben precise da rispettare, questi desideri sono... tutto ciò che le persone realmente cercano ovvero tutto ciò che si trova nel profondo della loro anima, questo vuol dire che io non posso esaudire desideri banali e materiali, ma tutto ciò che è realmente connesso con l'anima della persona. In questo caso vengono scelti coloro che hanno un vuoto all'interno della propria anima e viene concessa loro quest'occasione.›› disse solenne. ‹‹E a te ne rimangono solamente 3, quindi fanne buon uso›› e si alzò spostandosi dalla visuale della ragazza che imitò le sue azioni subito dopo ‹‹Aspetta, te ne vai così?››

Raphael si avvicinò alla ragazza inclinando un po' il viso, essendo un po' più alto di lei ‹‹Vuoi che rimanga con te?››

‹‹Che sfacciato›› e Livia incrociò le braccia ‹‹Non ho finito con le domande... perché io? Perché...››

Raphael non la lasciò finire ‹‹Senti ragazzina, non ho tempo da sprecare per rispondere a queste inutili domande e soprattutto non posso più stare qui›› fece per allontanarsi quando Livia disse ‹‹Che significa che non puoi stare qui?››

Il ragazzo alzò di scatto la voce di fronte all'insistenza di Livia ‹‹Significa che non posso e non voglio stare in mezzo agli umani››. Rimasero per qualche secondo in silenzio mentre Raphael distolse lo sguardo dal viso della ragazza che evidentemente era rimasta un po' sorpresa.

‹‹E perché sei venuto allora?›› disse lei con voce bassa.

Raphael tornò a guardarla e si avvicinò a lei, lasciando quei pochi centimetri che bastavano per non avere un contatto fisico, lo sguardo di lui profondo e penetrante mentre la fissava iniziava ad essere difficile da sostenere ‹‹Perché?›› chiese lui avvicinandosi di più ‹‹Perché avevo voglia di vedere come mai un umano dovrebbe smuovere il mio interesse›› disse sorridendo vicino al suo viso con fare arrogante.

La ragazza non disse nulla, non riusciva a muovere un muscolo, rimase immobile ad ascoltare quelle parole lente che uscivano dalle labbra rosse del misterioso ragazzo che aveva invaso il suo appartamento.

‹‹Adesso hai altre domande ragazzina?›› disse lui con voce profonda mentre il suo respiro caldo sfiorava le labbra della ragazza.

Livia riprese in mano la situazione tornando in sé dopo pochi secondi e disse con un leggero astio nella voce ‹‹Sei un arrogante... e un presuntuoso››

Raphael emise una risata divertita fronte ‹‹Devo andare ragazzina, ricorda il numero›› disse tornando serio, si voltò dandole spalle uscendo dall'appartamento.

Livia rimase lì per qualche frazione di secondo per poi seguirlo subito dopo, uscendo anche lei dall'appartamento e vedendolo girato di spalle, ma d'un tratto fu respinta da un forte vento che le fece chiudere gli occhi, in quel momento la stessa sensazione che l'aveva pervasa il giorno prima tornò a farle visita e quando riaprì gli occhi il ragazzo era scomparso, proprio com'era successo con Julian.

[...]

Livia si svegliò nel tardo pomeriggio, ormai dalla finestra si intravedeva solo la luce proveniente dai lampioni in strada, il cielo era ancora coperto dalle nuvole e poteva sentire il rumore della pioggia, che l'aveva accompagnata per tutta la giornata, infrangersi sul vetro della sua finestra. Dopo essersi passata una mano sul viso per darsi una svegliata prese il telefono per controllare l'orario. Notando quanto fosse tardi, ormai ora di cena, si alzò dal letto andando a preparare qualcosa da mangiare, mettendo una porzione di cibo precotto nel microonde. Nel mentre mise anche una scatoletta di cibo per gatti all'interno della ciotola con su scritto il nome Oliver che finalmente aveva deciso di uscire dal suo nascondiglio, a causa della presenza dell'angelo caduto che si era mostrato a casa della ragazza. ‹‹Ehi... dove ti eri cacciato?›› chiese anche se sapeva benissimo che non avrebbe ricevuto risposta, lo vide iniziare a mangiare, aggiustò i propri capelli in una crocchia disordinata, andò in bagno togliendo le lenti a contatto, per poi indossare i suoi occhiali e tornare in cucina mangiando il cibo caldo. Dopo aver sistemato tutta la cucina, tornò in camera prendendo i libri su cui avrebbe dovuto studiare, si sedette alla sua scrivania iniziando a leggere il testo ma dopo quasi un'ora passata a studiare, la ragazza volse un attimo il viso verso Oliver osservandolo sonnecchiare sul proprio letto e poi alzò la testa verso la finestra osservando il cielo, fattosi ancora più cupo. Nel tornare con lo sguardo sui libri quest'ultimo ricadde sul proprio telefono e lì ricominciò a pensare alla giornata passata e al tenebroso angelo caduto e fu così che la sua mente si fermò su quel pensiero, nonostante le risultasse ancora difficile credere che un angelo le avesse fatto visita, iniziò quindi a digitare sul suo portatile alla ricerca di qualcosa che potesse chiarirle un po' le idee.

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