Capitolo 6

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Quella mattina Livia si svegliò qualche minuto prima che la propria sveglia suonasse, a causa di Oliver che facendo le fusa era salito sul letto e le si strofinava addosso mentre con piccoli miagoli chiamava la ragazza, si mise seduta sul letto passando una mano sul viso ormai rassegnata che Oliver non l'avrebbe lasciata dormire quei pochi minuti in più che la sveglia suonasse. Si alzò dal letto sbadigliando, avvicinandosi alla finestra per alzare la tapparella leggermente in modo da far cambiare l'aria all'interno della stanza, poteva sentire l'aria fredda in contrasto con il viso caldo e velocemente prese una vestaglia mettendosela addosso, uscendo dalla camera da letto e andando in cucina mentre Oliver la seguiva trotterellando dietro di lei, prese i croccantini del micio mettendoli nella sua ciotola vedendolo poco dopo fiondarsi a mangiare. Si accucciò vicino a lui osservandolo, con un sorrisetto.

‹‹Sei una palla di pelo, lo sai?›› disse ridacchiando, mentre gli fece qualche grattino in testa. Si alzò e iniziò a preparare la colazione e mentre aspettava che il caffè fosse pronto tornò in camera, preparando i vestiti che avrebbe dovuto indossare, lo sguardo le cadde sul cellulare messo ancora a caricare sul proprio comodino. Cercò di non pensarci ma poi vinta dalla curiosità si avvicinò, sperando di vedere il messaggio di risposta di Raphael. Non appena accese lo schermo notò che non vi era nessuna notifica riguardante un qualche nuovo messaggio, senza nemmeno sbloccare lo schermo staccò il telefono dalla presa e lo mise in borsa, mentre un sentimento d'amarezza si faceva spazio in lei, ma scosse la testa cercando di non pensarci e tornò in cucina a fare colazione per poi andare a prepararsi per la giornata.

[...]

Dopo essere andata in università, a fine lezioni prese il cellulare dalla tasca, scrivendo un messaggio ad Elaine, camminava lungo il corridoio universitario facendo attenzione a non andare a sbattere contro qualcuno mentre digitava le varie parole sulla chat, chiedendo all'amica se anche lei avesse finito di fare lezione per incontrarsi all'uscita dell'edificio, messaggio a cui la mora rispose affermativamente.

[...]

‹‹Quindi... cosa ho detto?›› chiese Elaine guardando l'amica mentre prendeva un sorso dal proprio milk-shake alla vaniglia all'interno della mensa.

‹‹Di tenermi pronta alle undici per sabato sera perché andremo alla serata organizzata dal Midnight Sins Club›› rispose la ragazza con tono scocciato, era almeno la terza volta che lo ripeteva a causa delle continue lamentele dell'amica che la pregava di andare con lei alla festa. ‹‹Però potresti anche dirlo con un po' di convinzione...›› disse Elaine facendo un piccolo broncio.

Livia non rispose alzando gli occhi ai modi infantili dell'amica anche se un po' le dispiaceva. ‹‹Allora ti va di andare in biblioteca a studiare insieme?›› chiese cambiando discorso.

‹‹A dire la verità non posso Liv, mia madre è venuta a trovarmi quindi penso che passeremo un paio di giorni insieme, quindi mi sa che ci vedremo direttamente per la festa›› rispose dispiaciuta.

‹‹Tranquilla, non fa nulla, ci sentiamo in questi giorni via messaggi›› disse Livia raccogliendo le proprie cose per riporle nella valigetta insieme al portatile, mentre Elaine copia le azioni della rossa alzandosi anche lei dal tavolo. Le due ragazze si salutarono per prendere poi direzioni diverse.

Livia decise quindi di dirigersi verso la biblioteca sperando di trovare qualche posto libero, nonostante sapesse bene che sarebbe stata un'impresa quasi impossibile vista l'enorme quantità di persone che c'era ogni volta a studiare. Entrò all'interno della biblioteca passeggiando tra i vari scomparti, quasi nessuno la degnava di uno sguardo concentrati sui propri libri e chi non lo era smanettava con il proprio cellulare, altri nel vederla fare avanti e indietro, alla ricerca di un posto, le lanciavano occhiate chi stanco, chi impietosito e chi irritato dal non avere un po' di pace per studiare.

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