Capitolo 11

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Michelangelo ed Eva iniziarono a parlare molto di più, appena potevano si vedevano e si trovavano bene insieme, Eva era già andata a cena da lui un paio di volte, i suoi genitori erano molto gentili con lei e poi era stanca di stare da sola; certo per lei non era semplice riuscire a coordinare lo studio, il lavoro e le loro uscite ma lui era molto carino, e se non potevano uscire Michelangelo passava sempre in negozio da lei quando lavorava a prendersi un caffè, con la scusa di vederla.
Passavano ore insieme, potevano parlare tutto il pomeriggio o guardare serie tv, a Michelangelo non importava, gli sarebbe bastato stare in silenzio a fissarla per essere felice.
Eva in una delle chiamate ai suoi genitori aveva raccontato di lui, loro erano ovviamente felici per lei anche se temevano avesse potuto influenzare i suoi studi, le avevano anche proposto di portarlo a casa loro quando sarebbe andata a trovarli, avevano una camera degli ospiti in più e volevano conoscere questo ragazzo che sembrava stesse riuscendo a rapire il cuore alla loro bambina.
Eva non ne aveva ancora parlato con lui, era un po' turbata di questo: un conto era stare insieme tutta la giornata, un altro era passare la notte nella stessa casa e portarla dove era cresciuta lei; non sapeva ancora se era pronta a questo tipo di relazione, se così si poteva chiamare, non si erano mai detti nulla e non era successo niente se non qualche bacio rubato, ma una cosa era chiara sotto gli occhi di tutti: i due stavano bene insieme.
Dopo aver reflettuto per qualche giorno Eva si decise di chiederglielo, sarebbe partita quel fine settimana e lui giustamente doveva chiedere il permesso ai suoi genitori mentre lei doveva dare una conferma a casa se ci sarebbero stati ospiti per quei due giorni.
Michelangelo ci impiegò pochissimo a convincere i suoi genitori, che del resto non avevano motivo di non mandarlo, era un adulto responsabile ormai, aveva degli ottimi voti ed Eva era una ragazza per bene, si fidavano di lei.
Eva stava già pensando a cosa avrebbero potuto fare: gli avrebbe mostrato le sue vecchie scuole medie, il parco giochi dove andava quando era bambina, e il suo posto preferito in assoluto dove andava sempre quando voleva scappare dal mondo e stare un po' da sola, per la notte poi c'era un disco-bar lì vicino, facilmente raggiungibile anche a piedi.

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