- Melissaaaaaaa! - mi urlò Erika correndomi incontro con i suoi lunghi capelli neri raccolti in una coda laterale.
- Ehi ehi eeeehi. Tranquilla! Che succede? - le chiesi portandole le braccia intorno alle spalle e guardandomi intorno. La piazza era quasi deserta, come al solito, solo noi due, davanti alla stessa solita fontana dall'acqua grigiastra. Che schifo il nostro punto di incontro.
- Vai su Facebook! - abbassò un po' la voce per non farsi sentire dalle altre. Già della sua cotta per Ashton Irwin aveva parlato solo a me.
Ashton, sapevo chi fosse fin dai tempi delle medie, anche lui di 17 anni, proprio come noi, era nella sezione C se non sbaglio, quella classe era un inferno. Era da un po' che non lo vedevamo, quell'anno avevamo fatto un corso di recupero con lui, io, Erika e Sara... matematica non fa per noi. Tanto simpatico a lezione per carità, ma non ci aveva degnate di un saluto per l'intera estate, ed eravamo a fine Agosto ormai.
- Sul profilo di chi vuoi che vada? - domandai un po' seccata.
- Di GianPeppino.
Sussultai ma trattenni le risate, no ok, quel soprannome era terribile, terribile.
Presi il cellulare dalla tasca. Sospirai. 3 5 7 4, sbloccai il telefono e cliccai sull'icona blu.
As.. Ash.. Ashton.. Ashton I.. tre tacche, due tacche.. eccolo, Ashton Irwin.
- Cioè, ma guarda questo! - urlò indicandomi il tipo vicino a lui nell'ultima foto pubblicata.
- 'Rcoddue che fregno! - mi aggrottai con tutta la mia delicatezza. - E chi sarebbe questo?! -
- Michael Clifford si chiama. - disse Erika con una faccia compiaciuta. - E vive a Pavona. -
- Che cazzo dici? Non l'ho mai visto in giro! Mai! -
- Credici, vive in questo paese demmerda proprio come noi sfigate. -
Pavona, nel nostro linguaggio comune era identificabbile con la parola "degrado". Pochi km da Roma, la gente peggiore.
- Che culo... -
- Daje oh, ma 'n'altro cosí 'ndo lo trovamo noi? - esclamò col suo linguaggio da romanaccia D.O.C.
- Boh.. - continuavo ad essere indecisa ma ben presto mi ritrovai ad essere chiamata dalle altre.
- Allora? Ci facciamo un'altro giro? Sono ancore le 11 e 20 abbiamo tempo per un'altro stupidissimo giro della scuola. - disse Giorgia avvicinandosi a noi.
Sarebbero venuti a riprenderci alle 23:30 quella sera. Il giro della nostra vecchia scuola media costituiva il nostro passa-tempo preferito ormai, lo definivamo stupido, perché giravamo intondo all'infinito percorrendo circa 250 metri a giro, ora che ci ripenso si, era stupido, ma non ci andava di spostarci troppo, e poi non avremmo fatto in tempo a tornare in piazza per l'ora prestabilita se ci allontanavamo troppo.
- Si, dai.. - annuii guardandomi intorno ancora una volta. Erika, Giorgia, Sara, Federica... mi voltai di scatto. -Vanessa?!- gridai in preda al panico. - Dove cazzo sta Vanessa?! - non feci in tempo a finire che mi sentii toccare una spalla, era proprio accanto a me. Dovevo smetterla di agitarmi cosí, me lo dicevano tutte. "Certo, ma loro che ne sanno? Nessuna di loro ha una sorella minore alla quale badare!" pensavo.
- Cazzo, ho 15 anni Melí! Tranquilla, mica scappo! - affermò ridendo rumorosamente insieme alle altre. Non fu divertende, non lo fu mai.
Il problema non era che io non mi fidassi di lei, io di lei mi fidavo, eccome. Solo che nei suoi confronti avevo come un istinto di protezione incondizionato, è sempre la mia sorellina, se qualcuno tocca lei, se la vede con me, se qualcuno tocca me (cosa impossibile ma ok...) se la vede con lei, e sono cazzi in entrambi i casi.
- Andiamo che è meglio! - ci incoraggiò Federica.
Stupidissimo giro della scuola fatto, ci fermammo in piazza e ovviamente in anticipo potei scorgere la 500 bianca di papà.
- Andiamo Vane... - salutammo le altre e salimmo in macchina velocemente.
Arrivate a casa accendemmo i nostri amatissimi computer, non saremmo andate a letto prima dell'una, questo era certo, finché potevamo rimanevamo sveglie la notte, poi sarebbe ricominciata la scuola, e allora "A letto alle 10:30!" avrebbe urlato mamma.
- Che ti ha detto Erika prima? Quando vi siete allontanate? - mi domandò Vanessa mentre metteva il cellulare in carica.
Riflettei un po': che faccio? Glielo dico? Ma si, ma si...
- Guarda un po' sto tipo.. - dissi accedendo a facebook, andai sul profilo di Ashton e cliccai sull'ultima foto per ingrandirla.
- Si, è Ashton, beh?
- Ma no, non Ashton, quello affianco!
- Aaaaaahh... e chi è?
- ... Michael Clifford.. - esitai.
- Beh.. a essere stupendo, è stupendo.. ma da dove è uscito? - mi chiese.
- È di Pavona.
- Ma che stai dicendo?! Al limite sarà di Albano!
Ah, già, non ho detto che Pavona è troppo piccola per essere un comune a sé, quindi sta sotto Albano, altro posto MERAVIGLIOSO dove si trovava anche la scuola che frequentavo con Federica, un liceo classico. Fantastico, per carità, ma per arrivarci dovevi farti una salita di almeno un chilometro super-ripida e con uno zaino pesante 7 kg più due vocabolari di latino e greco (*aggiungiamo la borsa con i cambi quando c'era educazione fisica), guardando il lato positivo... non si poteva dire che non facevamo esercizio!
- No. - andai a cercare tra le informazioni del suo profilo. - Guarda, vive proprio a Pavona... - esplorai un po' la sua bacheca.
- Ma è fidanzato! - esclamò Vanessa.
- No.
- Come no?! "Michela", "Michela *col cuore*", "Michela mi manchi", "Michela per sempre"...
- Dice che è la sua migliore amica...
- Si, certo, migliore amica, aspetta che ci credo AHAHAHAHHAHAHA.
- Mah..
- Comunque che fantasia, Michael e Michela. - scoppiò a ridere di nuovo.
- Vabbé, guarda il lato positivo, abbiamo trovato uno figo qua. Non ce se po' crede oh! AHHAHHAHAHAH...
STAI LEGGENDO
OPERAZIONE P.A.G.Z.
FanfictionEssere AMICHE vuol dire saper condividere tutto, vuol dire potersi dire qualunque cosa, vuol dire che senza una non esiste l'altra. Sara, Erika, Giorgia, Federica, Melissa e sua sorella minore Vanessa possono vantarsi di avere un rapporto di amicizi...