Ovviamente mi raccontarono per filo e per segno come era andata quella sera...
***
Sara scese dalla macchina e salutò il padre che le aveva gentilmente accompagnate.
- Sembra carino - disse Giorgia - peccato che c'è poca gente.. -
- Sii paziente, bionda, ora la gente arriva - sorrise Umberto, il padrone di casa.
Quella villa era immensa, dominata da un grande prato verde con in mezzo una piscina di dimensioni mastodontiche.
Quella annuí e fu trascinata da Federica a prendere un drink.
- Non esageriano, Federí.. è la prima festa. - propose saggia.
- Hai ragione... che ne dici di "Lemon&Soda"? - chiese la mora facendo ondeggiare la sua gonnellina arancione fluorescente.
- Mmmm... si, dai. Mi ispira. -
Bevvero quel drink e poi almeno altri cinque. Fortuna che dovevano regolarsi le due! Erika e Sara intanto se la spassavano a prendere per i fondelli quelle due "brille", stando sempre però attente che non facessero troppe cazzate.
Ad un tratto Erika posò lo sguardo sul cancello d'entrata. Stava entrando un gruppetto di ragazzi, tra tutti riconobbe immediatamente gli occhi cristallini di Clifford.
- Azzurrino, porca troia! - imprecò.
- Dove? - chiese Sara.
- Dove? - ripeté Giorgia col cervello annegato nel troppo alcool.
Erika indicò il ragazzo e subito Federica iniziò a svalvolare, dicendo che sarebbe andata a parlargli e cose simili.
- Noooo. Devo andare da lui. Lo devo baciare. Guarda quanto è bello. Se non bacio lui bacio qualcun'altro.
- Sta' bona, Federí. E posa quel bicchiere - mise le cose in chiaro Erika mentre Sara continuava a fissare il ragazzo moro.
- Mo' je vado a parla' io! - se ne uscí la bionda per correre immediatamente da lui senza che le altre la potessero fermare.
- Ciao. - sorrise ondeggiando. Michael la guardò perplesso.
- Hai una sigaretta per caso? - domandò con un sorriso da ebete.
- No, non ce l'ho. - rispose allontanandosi leggermente.
- Ah.. - andò via delusa.
Poi si avvicinò alle altre e scoppiò a ridere.
- Giò! Che cazzo hai fatto?! - si preoccupò Sara del pasticcio che sicuramente aveva combinato.
- Ha detto che non ce l'ha. - disse tra le risate a causa del banale doppio senso.
Erika si portò una mano sulla fronte. "Che cazzo di amiche ho?!" si chiedeva sconfitta.
- No, Giò! Non puoi parlare con Azzurrino! Lui è mioooo. - esclamò l'ubriaca.
- Non è tuo. - la fulminò Erika.
- Lasciala perde, sta più fuori che... - l'altra sana non trovava un paragone adatto. - Sta fuori. - concluse.
Poco più tardi le due ancora deliravano e ne combinarono delle altre. La bionda si buttò a terra varie volte, cadde addosso a diversi ragazzi, rubò sigarette dalle mani dei presenti.
Per quanto riguarda la mora, tra le cose esorbitanti che fece ricordiamo il suo bacio appassionato con un certo Francesco, ubriaco anche lui, fortunatamente.
Ma altre due scene sono sicuramente da ricordare.
Giorgia si avvicinò a Michael per la seconda volta, quello cercò quasi di scappare ma la bionda lo fermò.
- Ehiiii. Quella con la gonna arancione vuole ballare con te. - disse continuando a barcollare e indicanto alle sue spalle dove prima si trovava la mora ormai fuggita.
Il ragazzo si guardò intorno e corse dai suoi amici che lo avevano abbandonato.
Ma le due non gli diedero tregua e Giorgia trascinò Federica fin davanti a lui, perché diceva che avrebbe dovuto parlargli.
E cosa gli disse la furba?
- Tu sei Azzurrinoo. - affermò ridendo e mettendo il ragazzo in evidente difficoltà.
- No, io sono Michael...
- No. - rise. - Tu sei Azzurrino! Sei Azzurrino!
Michael si diede a gambe levate. Erano inquietanti quelle due.
Sara mi disse addirittura che non si fidò a lasciar salire da sola a Giorgia le scale di casa, la accompagnò fino davanti la porta.
Poi mi pregò anche di non lasciare mai più lei e Erika da sole con quelle due, che erano ingestibili.
Mi sentii affranta dopo questo racconto, avrei voluto vedere quelle due pazze, avrei voluto aiutare Sara e Erika... avrei voluto vedere Michael.
***
Girammo la "via del gelataro", la chiamavamo così perché lì c'era la gelateria più buona di tutta Pavona e anche di Albano, il gelataio, Gianluca, era come quei gelatai dei cartoni, simpatico e tondo, mi aveva preso in simpatia, forse perché ero simpatica, o forse perché vivevo lì dentro, ma non importa, fatto sta che appena entravo senza che chiedessi nulla subito mi preparava "il solito", cono da 1.50 € con Nutella, crema e l'immancabile panna.
Guardai alla mia destra, tornava a casa sua con quei suoi occhi azzurri più del cielo. Era da parecchio che non lo vedevo, da quella festa davanti casa mia a cui non venne nessuno, nella quale al centro della "pista" c'ero solo io, a ballare con quella gonnellina a fiori. Era tutto buio ma riuscii comunque a distinguere la lucentezza di quegli occhi brillanti come due stelle che mi guardavano con le solite braccia incrociate. E stetti attenta a non guardarlo troppo, perché altrimenti sarei svenuta, a terra, senza il minimo dubbio.
Ora attraversò la strada proprio in nel momento in cui noi svoltammo e incrociò di sfuggita il mio sguardo. Fu abbastanza per farmi rabbrividire nonostante il 30 Settembre facessero ancora 28°C.
Quegli occhi così intensi giuro che li aveva solo lui. E quei capelli dorati come il sole e la pelle candida, fredda come il suo cuore di pietra, giuro, così perfetti li aveva solo lui.
Federica era riuscita a farmi capire chi fosse questo tipo, questo "stupendo di Pavona", di cui tutti parlavano, forse anche io, ma che ancora non avevo capito chi fosse. E da quella foto con gli occhiali scuri che aveva come profilo di facebook non riuscivo neanche ad immaginare quanto fosse perfetto quel fottuto pearcing al labbro inferiore che si mordeva sempre, ma qualche mese prima, precisamente il 1° Maggio lo avevo visto davvero per la prima volta. Mi era entrato in testa con l'intensione chiara di non uscirne, ma con l'estate erano successe così tante cose, così tante novità, Azzurrino, per lui ero impazzita, lo ero ancora, e di quegli occhi di ghiaccio credevo di essermene dimenticata. Mi sarebbe piaciuto, invece proprio quando meno me lo aspettavo, me lo ritrovai davanti e non potei far altro che perdermi nei ricordi di quel fottuto giorno, di quelle fottute macchinette da scontro sulle quali incontrai il suo meraviglioso sorriso. Quello che non faceva spesso, quello che però si era lasciato sfuggire, Luke.
***
E finalmente ho presentato (non del tutto) anche lui, luuuuiii ♥♥♥
Il prossimo capitolo sarà ancora dedicato a Luke *-*
Fatemi sapere che ne diite :3
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OPERAZIONE P.A.G.Z.
FanfictionEssere AMICHE vuol dire saper condividere tutto, vuol dire potersi dire qualunque cosa, vuol dire che senza una non esiste l'altra. Sara, Erika, Giorgia, Federica, Melissa e sua sorella minore Vanessa possono vantarsi di avere un rapporto di amicizi...