Quante pagine dovrei impiegare per parlare di ogni suo centimetro di pelle, ogni suo gesto, movimento. Aveva sempre lo stesso sguardo, ma era sempre diverso, e quelle due braccia incrociate sul petto, come fossero uno scudo. Cosa temeva? Nulla, credevo. Non lo conoscevo, ma dai suoi occhi potevo capire abbastanza. Potevo capire che aveva tutto ciò che gli sarebbe bastato per far innamorare chiunque di lui, per far innamorare anche me. Potevo capire che eravamo troppo diversi anche solo per diventate amici. Lui era così freddo, spesso silenzioso. Aveva lo sguardo gelido, la pelle candida.
Non c'era ragazza a Pavona che non lo credeva un gran figo, non c'era ragazza a Pavona a cui importava davvero di quello che c'era sotto quella chioma bionda.
E me ne accorsi da subito quel giorno, quando abbassò lo sguardo, forse timoroso? Non so, non lo saprò mai.
Pavona era piena di luci, credo fossero circa le sei di sera, il sole iniziava a calare e tutto si colorava come per magia.
Io ero con quella scema di Erika.
- Un biglietto, grazie. - dissi posando 50 centesimi sul bancone.
Feci scivolare il dischetto rosa sul ferro e lo strinsi all'interno della mia mano per farmi spazio tra la gente.
- Merda! - imprecò Erika - Il giro è già iniziato! - si lamentò.
- Fa niente...- puntai una macchinetta gialla con sopra il numero 21. - Ci andiamo a sedere lì, così la occupiamo e aspettiamo il prossimo girò. - dissi semplicemente.
Io e Erika ci sedemmo, alla nostra sinistra un'altra macchinetta, vuota, e poi il "bordo" dove la gente aspettava di trovarsi una macchinetta libera. Ma non c'era nessuno in quel momento.
- Che palle. Guarda se lo facciamo da sole il giro! - mi lamentai ora io.
- Eeeeeh, ora arriverà qualcuno! Relaaaax - mi incoraggiò Erika portandosi le mani alla nuca e i piedi sul volante.
Risi e la imitai ondeggiando a tempo di musica.
Ad un tratto il tizio delle macchinette ci si avvicinò, Erika si mise subito composta, ma io non me ne accorsi e rimasi nella mia comoda posizione.
- Tira un po' giù 'sti piedi! Che stiamo al mare?! - mi urlò contro quel vecchiaccio sgorbutico.
Già lo odiavo. Qualche anno prima avevo quattordici anni e fecero un annuncio al microfono, dicendo che quelli che avevano meno di dodici anni dovevano mettersi obbligatoriamente la cintura di sicurezza. Quello venne da me dicendomi di allacciarmi la cintura ed io gli spiegai quanti anni avessi. Che fece? Mica mi credette quel cretino! Mi costrinse ad allacciarmela ed io me la presi così tanto che non ci salii più per tutta la festa.
Beh, tornando a noi...
Quella sgridata che mi ero beccata la presi con ironia e tirai giù le gambe ridacchiando. Ma quello mi si rigirò contro.
- Che ti ridi! Non c'è da ridere! - disse serio.
Allora io rimasi seria e guardai in basso, continuai a fissare le mie scarpe finché non mi sentii osservata.
Allora mi voltai a sinistra e in piedi, a guardarmi ridendo come uno scemo, contraddistinsi una figuara alta.
Incontrai il suo sguardo e il sorriso meraviglioso sulle sue labbra andò a scomparire lentamente. Morse il pearcing al lato della sua bocca e guardò a terra. Feci lo stesso solo dopo aver osservato ancora un po' quegli occhi così azzurri.
Avevo detto alle mie amiche che non era poi cosí bello come tutti dicevano, e non capivo il momento di tanta eccitazione quando si parlava di lui.
Forse non lo avevo mai visto sorridere, no, perché quella luce me la sarei sicuramente ricordata.
Respiravo profondamente, sperando che se ne andasse il più presto possibile. Sospirai non appena sentii i suoi passi allontanarsi.
Mi volta verso Erika con una faccia omicida.
- Che. Figuara. Di merda!! - urlai portandomi le mani tra i capelli mentre quella se la spassava alla grande.
- Brutta bastarda! Da quanto Luke era lì?! - domandai sperando che fosse arrivato giusto in tempo per le urla di quel rompi coglioni e non avesse visto altro, tipo io che me la scoatto con i piedi sul volante di una macchinetta da scontro.
- Da quando ci siamo sedute. - rispose lei.
- Che?! E perché non me lo hai detto? -
- Volevo divertirmi un po'... - ammise ridacchiando.
- Ti ammazzo. - conclusi.
- Avevi detto che non ti interessava di lui! -
Già, AVEVO! Rimasi in silenzio a ripensare alla mia immensa stupidità e quanto gli potessi essere sembrata patetica. Poi pensai al lato positivo, di quel sorriso ne avevo fatto un ricordo meraviglio ed indelebile.
***
Quando ripensai al momento in cui avevo potuto assistere a quello spettacolo che era Luke mentre rideva, mi vennero i brividi.
Erika mi si avvicinò.
- Ohoooh. - disse, solo lei sapeva del mio debole.
Scossi la testa per tornare alla realtà.
- Nah. - dissi. - Ormai la nostra meta è Azzurrino... -
- Ma sei proprio sicura? -
- Più che sicura. - feci una faccia estasiata pensando al volto del moro. Ero talmente concentrata nel contemplare quell'immagine nel mio cervello che quasi non mi accorsi che il suo volto si stava trasformando piano in quello di Luke.
"No, Melissa. Hai deciso Azzurrino. Azzurrino è migliore. Luke è solo un cretino. Luke va dimenticato, come stavi facendo quest'estate. Stavi facendo bene. Dimenticalo di nuovo."
***
Eccoci♥
Volevo ringraziare tutti per le visualizzazioni,
Spero vi piaccia il capitol,
Alla prossima♥♥♥
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OPERAZIONE P.A.G.Z.
FanfictionEssere AMICHE vuol dire saper condividere tutto, vuol dire potersi dire qualunque cosa, vuol dire che senza una non esiste l'altra. Sara, Erika, Giorgia, Federica, Melissa e sua sorella minore Vanessa possono vantarsi di avere un rapporto di amicizi...