Nata in provetta

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«Mamma.»
«Che c'è, che è quella faccia lì?»
«Mamma...»
«Ho capito, hai scoperto la verità. E cioè che sei nata in provetta, e ora sei qui per farmi sentire in colpa.»
«Ma quindi è vero!»
«Ebbene sì. Come l'hai scoperto?»
«Cosa.»
«Che sei nata in provetta.»
«Me l'hai appena detto tu.»
«Ma allora non eri venuta per—»
«No. Io volevo chiederti a che punto stava l'arrosto, che Mauro di là dice che sente una puzza strana.»
«Non volevi dirmi che hai scoperto di essere nata in provetta?»
«No.»
«Volevi dirmi dell'arrosto.»
«Sì.»
«Beh, e lo si dice così?»
«E come lo si deve dire, scusa?»
«Non saprei. Ma non sei entrata qui con una faccia d'arrosto, questo è sicuro.»
«Perché la mia era un'intenzione nascosta. Se entravo con la faccia d'arrosto te ne accorgevi e non era più nascosta.»
«Stai scherzando.»
«Nient'affatto, se stessi scherzando direi: "Un cavallo entra in un bar, e il barista: 'Ehhh, che muso lungo'. "»
«No, scusa un attimo.»
«Scusa il cazzo. Sono nata in provetta.»
«No, sul serio Ruth. Poco fa hai detto: "Ma quindi è vero!"»
«Ma quando?»
«Poco fa.»
«Ti sbagli.»
«L'hai detto, invece.»
«Non credo proprio.»
«Vai a rileggere, sta 25 battute più su!»
«È vero l'ho detto, e quindi?»
«E quindi che intendevi?! Adesso ci andiamo in fondo...»
«Ah, ora quella sotto accusa sarei io?»
«Ehilà, donne! Ma solo io sento questa puzza tremen—»
«Zitto Mauro!» (x2)
«Ehhh, che caratterino. Cos'è, qualcuno qui ha appena scoperto di essere nato in provetta?»
«...»
«...»
«...»
«...»
«...»
«Torno di là.»
«Bravo.» (x2)
«Allora, Ruth?»
«Fottiti un po', ma'. Sono nata in provetta!»
«Chi te l'ha spifferato, dimmelo!»
«Nessuno. Sono io che ho il sospetto da sempre.»
«Come da sempre?»
«Sì, da quell'inverno assai lontano che avevo solo 6 anni.»
«In cui.»
«Vedo che ti ricordi, eh? Tu non venivi più a prendermi a scuola e io tornavo da sola e ti trovavo stesa con la bocca aperta, dicevi che era colpa di quel tuo amico, quello americano, Jack Daniels mi pare, così un pomeriggio sono entrata in camera tua e ho visto quella cosa dentro al cassetto.»
«Il mio—»
«Esatto, quella provetta che di notte tu urlando chiamavi Corrado.»
«Aspetta, quello era—»
«E dato che hai sempre detto che papà prima di morire si chiamasse Corrado, io—»
«Te l'ho detto con questo italiano?»
«Insomma, io da quel giorno tengo tutto dentro. Poi è arrivato oggi, e con oggi il fattaccio dell'arrosto. E io non ce l'ho più fatta e ho dovuto dirtelo.»
«Tesoro mio, ecco perché da piccola eri sempre arrabbiata.»
«Infatti.»
«Ecco perché non hai mai voluto comprare Ken, ma soltanto Barbie.»
«Infatti.»
«Ecco perché—»
«Hai rotto, madre.»
«Perdonami. Però volevo dirti che quella non era una provetta.»
«Ma se era forma di provetta...»
«Era un po' più grande, amore.»
«Sì, era grandina in effetti.»
«E hai visto, no, che aveva il tasto on
«In tutta sincerità, madre, al tempo non sapessi leggere.»
«Tutti questi anni e tu hai pensato che...»
«Sì, è stato orribile.»
«...»
«...»
« ;) »
«Cazzo ridi, madre.»
«Sorridevo, amore mio. Non riderei mai di te, mein pikkolen experimenten in provetten.»
«Cos'hai detto?!»
«Scherzavo. Su, vieni qui kon me.»
«Lasciami stare, stammi lontana. C'è solo una cosa che voglio sapere, ma ti prego, basta bugie! Ora che ho capito che quella non era una provetta, bensì un... un caricabatterie, giusto?»
«Beh, la batteria ce l'aveva.»
«Ecco, ora che ho capito voglio anche sapere perché l'hai chiamato Corrado. Acciocché io lo confondessi con il di me padre?»
«Amore, ma perché parli così?»
«Hai denigrato il mio italiano e io... ma basta dilagare, rispondi!»
«E va bene, se è ciò che vuoi.»
«Lo è!»
«Quel... quel caricabatterie - vibrante e a induzione - ecco, quel...»
«Appropinquatevi al dunque, madre spergiura!»
«Okay: per una questione onomatopeica.»
«Eh?»
«L'ho chiamato Corrado per una questione onomatopeica.»
«Ma che significa?!»
«Senti qua: Corrr-RRRRRRRRRR-rrrado.»
«Ah.»
«Che ne pensi?»
«Per me ci sta.»
«Anche secondo me.»
«Ci sta di brutto.»
«Ti ringrazio.»
«Madre, va a fuoco la casa.»
«Non è importante, Ruth. Ora che mi sono tolta quest'immane peso, nessun arrosto potrà più dividerci. Quello laggiù cos'è?»
«Credo sia Mauro. Dev'esser caduto asfissiato.»
«Vieni, abbracciami.»
«Ma avete i capelli in fiamme, madre.»
«Fa lo stesso, vieni qui.»
«Oh, madre mia!»
«Oh, Rutthina che non sei altra!»
«Vabbè, è finito 'sto dialogo?»
«Credo di sì, anche perché non saprei come continuarlo. Piaciuta la parte in tetèsco?»
«Parecchio. Quel kon con la K poi... la morte sua.»
«Ce l'ho messo dopo, alla seconda stesura.»
«Ottimo, davvero. Ora rileggi e chiudiamo.»
«Scusate, posso rialzarmi?»
«Zitto, Mauro, che mamma deve rileggere!»
«Sì, Mauro. Torna di là per piacere.»
«Vado.»
«Bravo.» (x3)
«Come (x3), chi c'è?»
«Niente amore, rileggendo ho deciso di aggiungere un nuovo personaggio. Ecco qua, Ruth, ti presento tuo padre.»
«Ma chi, Corrado?!»
«Hola, mi chica. Soy yo, soy el tu paparrr...»
«Amore, non toccarlo lì!»
«... rrr-RRRRRRRRRR-rrrinnn...»


Mattia, 6 febbraio 2020

Mosche di burro e canne di HurriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora