Flashback
Ero seduta sul bordo della vasca, con la pelle ancora bagnata, ricoperta di brividi.
Non volevo asciugarmi, il freddo che percepivo in quel momento lo volevo sentire fin dentro le ossa, volevo vedere le mie labbra diventare viola, la mia pelle raggrinzirsi e diventare più blu per il freddo. Mi ero fatta una doccia gelata quando fuori c'erano -5 gradi.
Forse il freddo che c'è fuori non ha niente a che fare con quello che percepisco io
Cosa sto facendo?
Sono perfettamente consapevole che tutto ciò non ha senso, ma mi sento come se dovessi punire me stessa e provare dolore, è l'unico modo che conosco per punirmi ma questo freddo che sento, è come se non mi penetrasse, non mi fa effetto.
Delle immagini si ripercorrono nella mia mente, mentre con la mano sfioro il polso che ha ancora i segni degli sfoghi di un periodo difficile, che forse non è mai un periodo, forse sono destinata ad avere una vita difficile, chissà.
Schiaccio con le mani quella che considero ciccia in eccesso e mi chiedo se riuscirò mai a toglierla, poi mi metto a ridere in solitudine, pensando che passare le giornate sul divano a mangiare non è producente. Mi viene ancora più da ridere a sentire come mi trema il labbro inferiore a causa del freddo.
La testa mi gira un pochino e non mi sento più nemmeno le dita dei piedi, forse è arrivata l'ora di vestirsi.
Cosa sto facendo?
Sto cercando di punirmi, come se la colpa fosse mia.
Non mi sento più nessuna parte del corpo e per un secondo, un millesimo di secondo, questo mi fa stare bene, sentirmi scostante dal mio corpo mi fa stare bene.
Esco dal bagno e il freddo nelle altre stanze improvvisamente mi fa capire ciò che sto facendo, guardo meglio il mio corpo coperto solo dall'intimo e mi rendo conto che ho la pelle d'oca e la mia pelle è pallida.
Perché devo punirmi?
Non è colpa mia.
Devo smetterla.
Non è il modo di vivere.
Non me lo merito.
Non me lo merito.
Prendo il telefono, sperando di ricevere una risposta.
"Pronto?"
"Papà sono io"
"Dédé, sei davvero tu?"
Posso sentire la disperazione mista alla gioia nel suo tono di voce, non si aspettava una chiamata da me.
"Sì papà sono Adèle, ti prego vieni a prendermi, non ce la faccio più a stare qui e..."
Scoppio in un pianto disperato, non piangevo da 3 anni.
"Dédé ti prometto che vengo a prenderti dopodomani, sono ad Hong Kong e non mi è possibile venire prima ma ti prometto che verrò. Prepara le tue cose e saluta i tuoi amici, ti voglio bene"
Riattacco.
Saluta i tuoi amici.
Quali? Non ho amici da quando avevo 12 anni, ora ne ho 17.
Sento la porta dell'ingresso che si apre e la donna che si è presa cura di me negli ultimi 4 anni, da quando mia madre ha deciso di andarsene, comincia a chiamarmi.
"Bonbon, Paris è meravigliosa oggi, perché non vai a farti un giro?"
Mi chiudo nella mia stanza, mi rivesto in fretta e rispondo a Marie che più tardi sarei andata a farmi un giro a Montmartre, l'ultimo.
È ora di cambiare vita.
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Tears Are The Words The Heart Can't Say
RomanceEstratto dalla mia storia Ero seduta sul bordo della vasca, con la pelle ancora bagnata, ricoperta di brividi. Non volevo asciugarmi, il freddo che percepivo in quel momento lo volevo sentire fin dentro le ossa, volevo vedere le mie labbra diventar...