Sento la suoneria della sveglia e il mio subconscio comincia a lamentarsi automaticamente ma poi mi ricordo che è domenica e che posso rilassarmi e tornare a dormire.
Un momento... Perché ho messo la sveglia se è domenica?
Cavolo. Domenica un corno, ho passato la notte a parlare al telefono e ora ho circa mezz'ora per prepararmi se voglio arrivare in tempo a lavoro. 20 minuti se voglio prendere il caffè e sia io che il mio cervello ancora addormentato sappiamo che senza non soppravviverei nemmeno un'ora. Brutta cosa la dipendenza da caffè. Il telefono suona nuovamente ma è una chiamata perciò rispondo senza guardare il nome di chi mi chiama dall'altra parte: anche questa, brutta cosa.
"Mon cherie, sono sotto casa tua che ti aspetto con un bel caffè ma ho la sensazione che tu sia ancora nel letto"
"Non avrei mai dovuto dirti dove abito"
Chiudo il telefono e vado ad aprirgli la porta, è stato gentile a portarmi caffè.
"Oddio menomale, sono uno straccio"
Gli rubo il caffè dalle mani e bevo un sorso lunghissimo che sembra rigenerarmi immediatamente.
No è solo la dipendenza.
"Non vorrei doverlo dire io ma diciamo che quella maglia non copre molto"
Mi guardo dall'alto e mi rendo conto che effettivamente andare ad aprirgli mentre ho una maglietta che a malapena mi copre non è stata un'idea brillante ma dopo ciò che ho fatto ieri sera nella sua piscina beh ho superato ogni limite di decenza e dignità quindi qualsiasi cosa io faccia d'ora in poi non supererà mai quel momento.
"A che ora ti sei svegliato?"
"In realtà non ho dormito"
Mi giro verso di lui guardandolo come se mi avesse appena confessato un crimine, ma come si fa?
"Se io non dormo 8 ore come minimo la mia giornata andrà sicuramente male perché mi sveglio lunatica e odio il mondo, non so come fai"
"Cosa ti ha impedito stamattina di essere lunatica?"
Oh sì, lui non vede l'ora che io gli risponda ciò che vuole sentire
"L'odore del caffè"
Sorride sapendo che non lo avrei mai ammesso ma la verità è che la conversazione con lui è stata liberatoria, a tratti era seria, a tratti era tutt'altro che seria ma è stato ugualmente bello, sentire di avere qualcuno affianco, pensare che qualcuno pensi ancora a te... È bello. Peccato per lui che non glielo dirò mai. Sicuramente non è un rapporto che durerà, non riusciamo ad andare d'accordo per più di 5 ore insieme, figurarsi.
"Cazzo"
"Eh?"
"Hai seriamente un tatuaggio sul sedere e io non l'ho mai visto?"
Mi guarda come se fossi un alieno
"Non è molto comune che tu guardi il mio sedere lo sai?"
Deglutisce come se gli avessi confessato una cosa assurda ma sì ricompone subito, questo ragazzo è strano forte
"È minuscolo, posso vederlo meglio?"
"C'è scritto solo bon appetit, l'ho fatto per scommessa, ecco perché è così minuscolo. Adesso aspetta qui così mi preparo più in fretta che posso"
"Non ti pensavo tipa da tatuaggio per scommessa. Visto che ti porto io hai 15 minuti in più, hai visto come guido"
Oh sì, non rispettando il semaforo arancione, rischiando di investire persone... Chissà quante multe si è preso fino adesso. Apro l'armadio e tiro fuori la prima cosa che mi capita e solo successivamente mi rendo conto che forse quando viene gente a fare visita sarebbe meglio vestirsi più formalmente perciò con molta poca voglia tiro fuori un vestito che mi ha regalato Marie a Natale l'anno scorso, ci tengo davvero molto, per il semplice fatto che mi è stato regalato da lei. Faccio una doccia velocissima, mi trucco ancora più in fretta, passo 5 minuti a mettermi le calze perché ho le gambe ancora bagnate ma finalmente dopo 15 minuti sono pronta. Dovrei ricevere qualche premio per la mia velocità, sono davvero brava. Prendo la mia borsa e vado in soggiorno dove lo trovo intento a giocare con la mia PlayStation.
"Chi ti ha dato il permesso"
"Scusa ma era lì che mi chiamava. Pronta?"
"Si"
10 minuti dopo, quando io ce ne metto 20, siamo arrivati e mi rendo conto che è la prima volta che entriamo insieme: certo, a tutti loro piace parlare e fare gossip e in pochi giorni si era diffusa questa voce che io e lui ci odiassimo a vicenda, tutto questo ovviamente me l'ha detto la mia cara amica che probabilmente oggi è venuta a lavoro un'ora prima dall'ansia ma okay non è il problema centrale: tutti pensano che c'è un conflitto tra di noi, c'è chi addirittura lo sostiene perché io sarei bisessuale e innamorata di Amy, insomma, robe che un regista riuscirebbe tranquillamente ad aggiungere a un'ennesima stagione di beautiful, ecco perché in questo momento ci stanno fissando tutti come fossimo alieni
"Buongiorno signorina Martin, le ho portato il caffè"
"Grazie ma l'ho già bevuto"
"Oh va bene, le auguro una buona giornata"
Già, lui è il ragazzo che mi stressa da giorni, mi dispiace per lui ma tutte queste attenzioni esagerate come portarmi il caffè mi mettono a disagio.
"Ammiratore eh?"
"No niente di che, forza muoviti, devo vedere la mia amica"
"Ai suoi ordini"
Cerco di ignorare gli sguardi delle persone, Cheryl mi ha addirittura detto che ha sentito parlare delle ragazze che dicevano che l'unico motivo per il quale ho avuto un lavoro qui è per mio padre e mi chiedo come diavolo fanno a conoscerlo, se non fosse mio padre per me sarebbe un tizio qualunque, non passerei nemmeno metà del mio tempo a concentrarmi sulla vita degli altri.
"Terra chiama Adèle, le porte dell'ascensore si sono aperte ore fa"
Amy si piazza davanti a noi come un uragano e mi fa prendere paura, considerato che ero immersa nei miei pensieri fino a due secondi fa'
"Dove diavolo eri? Nostro padre ti sta cercando, dovevi venire a casa ieri sera. Oh no, non dirmi che voi due avete scopato perché vi giuro che..."
"Cazzo Amy non urlare certe cose, sai che qui si fanno fin troppi film mentali. No, ero a casa mia e se non gli rispondevo alle chiamate è perché non volevo parlare con lui, qual'è la novità adesso?"
"Voleva sapere se l'incontro con gli studenti fosse apposto, sai che vuole assumere degli stagisti per uno stage e che è estremamente importante che..."
"Scusa se ti interrompo ma vi lascio e vado in ufficio"
Li lascio discutere perché non sono affari miei e perché la voce di Amy di prima mattina è davvero irritante ma prima di andare in ufficio controllo Cheryl, può sembrare stupida tutta la sua ansia ma ognuno reagisce come vuole e nel suo caso, la sua ansia è necessaria perché lei sito stress rende meglio.
"Allora?"
"Un po' nervosa ma ho organizzato tutto per il meglio perciò sono fiduciosa"
"Vedrai che andrà tutto bene, vado in ufficio a mettermi i cartellini e il resto, ci vediamo dopo"
In realtà sono esausta e pentita di aver rifiutato il caffè che quel ragazzo mi aveva comprato, non è per cattiveria che non ricordo il suo nome, ma spesso, quando le persone si presentano a me, ignoro totalmente i loro nomi pensando che siano una cosa secondaria quando invece sono forse la cosa più importante da sapere di qualcuno, cavolo Adèle, non puoi continuare a chiamare tutti coso.
Vorrei davvero sbattere la testa sulla scrivania in questo momento.
"Adèle, ho davvero bisogno di una mano"
Che diavolo Christian, non puoi lasciarmi nella mia autocommiserazione per un po'?
"Che succ... Wow che eleganza"
"Ho bisogno di aiuto con la cravatta io davvero non so legarla"
"Beh non metterla no?"
"No è necessaria purtroppo"
"Secondo me no, basta la camicia e la giacca, anche perché sicuramente la toglierai quindi è inutile impegnarsi per niente no?"
"Forse hai ragione"
Oh sì io ho sempre ragione, soprattutto se si tratta di vestiti. Devo dire che tutto vestito elegantemente sta davvero bene, quel tocco in più che gli danno i tatuaggi che sbucano dal colletto è il giusto tocco della personalità di Christian, non troppo figlio di papà, non troppo ragazzo del ghetto.
"Oh so cosa stai pensando?"
"Eh?"
"Oh sì, starai pensando che sono davvero un bel bocconcino in giacca e cravatta"
Scoppio a ridere per la sua stupida battuta anche se alla fine è davvero ciò che stavo pensando. Si avvicina a me ma grazie a dio veniamo interrotti dalla segreteria di suo padre della quale non riuscirò mai a ricordare il nome.
"È tutto Signorino Quinn?"
"Si grazie"
Tornando in ufficio scoppio a ridere perché dire signorino è davvero la cosa più divertente del mondo, soprattutto per distogliere l'attenzione della segreteria dai pochi centimetri che ci dividevano.
Mi dirigo verso la sala riunioni, dove probabilmente in questo momento si sono riuniti tutti gli studenti, per dare una mano e quella folla di ragazzi poco più piccoli di me mi ricorda del mio primo anno all'università, è stato il più difficile perché non mi ero ancora ambientata in quel posto che sembrava gigantesco per me e avevo troppa paura di fallire.
"Adèle Martin? Sei davvero tu?"
Oh no quel sorrisetto, quel fastidiosissimo sorrisetto e quella fastidiosa faccia.
Mark Wahlberg, una delle poche persone che vorrei davvero prendere a schiaffi.
Non l'ho mai sopportato, un pallone gonfiato convinto di essere attraente e quindi uno di quelli che pensa di poter fare tutto quello che vuole perché autorizzato ad essere uno stronzo.
Durante le superiori non sono mai stata una persona socievole, mia madre qualche anno prima aveva lasciato me e mio padre e qualche mese prima che se ne andasse è successa la cosa più terrificante della mia vita, perciò non ero molto propensa al dialogo. Come se non bastasse, mi ero trasferita da poco a New York, non conoscevo nessuno e nemmeno avevo voglia di mettermi a conversare o altro perciò mi facevo gli affari miei. Il buon caro Mark ha ben pensato di considerarmi una sfigata quindi ha organizzato uno scherzo magnifico che consisteva nello spruzzarmi la schiuma anticendio in faccia nel cortile della scuola; quando ho sentito tutti che ridevano mi sono irritata da morire e gli ho tirato un pugno al quale lui non ha risposto ma che è stato visto da un professore, l'ha saputo la preside ed ecco come mi sono guadagnata una settimana di sospensione. Non è finita qui perché gli anni successivi li ho passati a difendere le persone che lui prendeva in giro
"Ciao Bro, come stai"
Mi sale il disgusto a vedere Christian che lo saluta come se fosse il suo migliore amico ma evidentemente ha capito che c'è qualcosa che non va perciò ecco la solita fatidica domanda
"Vi conoscete?"
"No io non ho nulla in comune con questo verme, vado ad aiutare Cheryl, a dopo"
Chissà quante cavolate si inventerà ora il ragazzo per mettersi in buona luce, la verità è che non mi interessa.
Ascolto la presentazione con un finto interesse poiché non sono riuscita a trovare Cheryl e mi annoio da sola, forse dovrei prendere in considerazione l'idea di farmi altri amici qui dentro.
"Sei rimasta acida, pensavo che ti saresti calmata con il passare del tempo"
Mi giro verso di lui con un sorriso beffardo, ma chi si crede di essere per venire qui? Vorrei tanto sapere che diavolo ci fa lui qui ma ho così poca voglia di intraprendere una conversazione con lui, che nemmeno glielo chiedo. Cerco qualcuno di familiare con lo sguardo e decido di evitare quello di Amy ma la verità è che non ho un rapporto con nessuno degli altri presenti in questa stanza, Christian e Cheryl non ci sono in questo momento e per assurdo mi viene in mente una frase che mi ha detto il troglodita affianco a me anni fa: 'tu non ci provi nemmeno a fare conscienza con qualcuno, fai la dura ma in realtà nessuno vuole avere a che fare con te'.
Mi ricordo che ci ero rimasta male ma ripensandoci adesso, sto bene così, è inutile avere a disposizione un numero innumerevole di persone da chiamare amici se li cambi sempre e non ci condividi nulla.
Mi viene da sorridere quando vedo Christian entrare e appoggiarsi alla porta, cercarmi con lo sguardo e mimare con la bocca un 'va tutto bene?', perché forse è questo il bello dell'amico, avere qualcuno che si preoccupa per te e capisce che qualcosa non va senza nemmeno doverlo chiedere, non essere circondati da milioni di persone che non ti ascoltano nemmeno.
Gli rispondo che va tutto bene e spero abbia capito visto che il mio mimo non è il massimo e gli sorrido per incoraggiarlo quando deve concludere l'incontro ringraziando i presenti; non avrei mai pensato che noi due avremmo mai potuto essere in grado di andare d'accordo così, soprattutto dopo la mia figura colossale ma a volte le cose inaspettate sono le più belle.
"Allora mi racconti come conosci Mark?"
"Prima tu"
"Andiamo di là prima, non ho voglia di essere circondato da tutti"
Andiamo verso la sala relax, fortunatamente vuota e ne approfitto per prendere un caffè, devo davvero tenere a bada questa dipendenza da caffeina, non è molto salutare e a quanto pare lui la pensa come me perché sta per dirmi qualcosa ma veniamo interrotti nuovamente da quel buono a nulla di Mark.
"Bro, allora, qualche novità? Nuove conquiste?"
Li osservo in maniera critica e sono giunta all'unica risposta plausibile: si odiano entrambi ma devono mantenere i rapporti per qualche motivo che io non conosco e quindi l'unica risposta alla mia domanda sul perché lui sia venuto qui è per darmi fastidio, uh, flashback, siamo tornati alle superiori?
"Tutto come sempre"
"Allora come mai la mia cara amica si è ritrovata a lavorare qui? Tuo padre è andato in banca rotta?"
"No ma sai dove potresti andartene tu? Affanculo"
Mi avvicino a lui minacciosa con il caffè bollente ancora in mano, sarebbe divertente replicare ciò che è successo con quell'altro tizio al quale l'ho versato addosso e non ero nemmeno così tanto arrabbiata quanto lo sono in questo momento con lui perché lo odio davvero con tutto il mio cuore ma purtroppo prima che io possa avvicinarmi abbastanza a lui, Christian si mette in mezzo rovinando il divertimento.
"Dovresti tornare a lavoro"
Oh sì grazie per l'umiliazione davanti a Mark, la cosa meno emozionante del mondo, ora posso mettermi a urlare? Gli lascio il mio caffè in mano sperando si bruci e me ne vado tirando una spallata al figlio di satana, per non usare altri aggettivi e mettere in mezzo sua madre che sarà sicuramente disgustata per aver aspettato 9 mesi e alla fine aver partorito un idiota del genere. Ancora non ci posso credere che è qui, ho fatto qualcosa di male che il karma continua a colpire sempre me?
"Ehi dovresti darti una calmata, mi aspettavo una risposta nel tuo stile, per esempio oh pensavo tu fossi andato in bancarotta o qualcosa del genere, non che tu usassi un linguaggio così scurrile come a fanculo"
"Quinn stai zitto se no il prossimo sei tu"
"Oh no ecco, siamo tornati a chiamarci per cognome, seriamente cos'è successo con quel tizio?"
"Era alle superiori con me, non lo sopportavo fine"
"Non penso che ti saresti comportata così solo perché non lo sopportavi, cos'era il bulletto di turno?"
"Beccato, ora dal momento che mi hai fatto venire qui per lavorare, lasciamelo fare"
"Dai ti sei offesa?"
"No"
"Vieni qui"
Oh no un abbraccio, una cosa che odio, non ho voglia di un abbraccio, non mi piacciono gli abbracci, mentre si avvicina a me, mi alzo dalla sedia e indietreggio per evitare l'inevitabile perché alla fine mi ritrovo tra le sue braccia e mi sento estremamente a disagio perciò dico l'unica cosa che mi viene in mente
"Ci stanno guardando non voglio che ne parlino tutti"
Dov'è finita la mitica Adèle me ne frego di tutti? Non potevo starmene zitta e basta?
Ovviamente si mette a ridere, evidentemente non crede nemmeno lui a questa stronzata, però non aggiunge altro.
"È sabato oggi, fai qualcosa questa sera?"
"Si andrò ad aiutare il mio amico nella sua discoteca"
"Che ne dici se vengo anche io?"
Avvicina la mano nel mio viso per spostarmi i capelli e per un attimo mi viene un infarto perciò mi affretto a rispondergli
"Si basta che non succeda ciò che è successo l'ultima volta"
Oh merda, oh merda, ma perché io sono così? Perché non riesco a stare zitta? Ommiodio mi verrà un infarto
"In che sen..."
"Nel senso che mi ha fatto innervosire il modo in cui ti sei comportato con il mio amico Nick e sei intervenuto in una conversazione dove non c'entravi nulla, adesso devo andare da Cheryl, ciao"
Esco senza nemmeno dargli il tempo di rispondere mi chiudo in bagno per calmarmi un attimo. Stavo davvero per dirgli che fin'ora gli ho detto una bugia? So che avrebbe il diritto di saperlo ma non riesco a dirglielo per quanto mi vergogno di me stessa.
"Eccoti qui ho una super notizia, sono stata promossa come capo del dipartimento delle relazioni pubbliche, non è magnifico?"
"Brava Cheryl sapevo che ce l'avresti fatta, l'hai organizzata davvero bene"
"Grazie ma mi sei stata d'aiuto anche tu. Come mai così pallida?"
Mi guardo allo specchio ed effettivamente sono pallida, comincio a preoccuparmi per la mia pressione bassa ricordandomi di non aver preso niente da mangiare oggi e tantomeno le pastiglie che dovrei prendere la mattina.
"Uhm mi accompagneresti in ufficio per piacere?"
"Sì ma non è meglio se chiamo qualcuno?"
"N-no non preoccuparti devo solo stendermi un attimo"
La sento blaterare in preda al panico, evidentemente non è abituata a situazioni del genere anche se effettivamente non sto così male come sembra, ho solo bisogno di ingerire zuccheri.
"Cercavo proprio voi oh che succede Adèle stai male?"
Oh fantastico mancava solo Amy
"Penso stia per svenire"
"Oh no devo chiamare Christian"
"Perché Christian? Non serve"
La mia voce è diventata improvvisamente acuta, ma dove siamo in un circo?
Calma.
Mi allontano da Cheryl che mi stava reggendo e con fatica vado verso il mio ufficio, entrambe mi seguono anche se solo la presenza di una persona era necessaria, chiaramente non quella di Amy e una volta dentro mi accorgo che Christian è seduto sulla mia sedia e il mio primo istinto è quello di mettermi le mani nei capelli, cos'è una riunione?
"Ehi volevo dirti una co-... Che succede? Stai male?"
"Signor Quinn penso che Adèle abbia bisogno di stendersi un attimo"
Percepisco il panico nei suoi occhi e il mio primo istinto è quello di dirgli di andarsene perché so che potrebbe farlo stare male ma al contrario viene verso di me e prima che io possa dire qualcosa veniamo interrotti dall'ultima persona che avrei voluto vedere, fantastico.
"Oh no flashback, come ai vecchi tempi in mensa?"
Ho già detto che odio immensamente Mark? Ecco perché faccio la cosa più stupida che potessi fare, vado verso di lui tentata di minacciarlo ma finisco con il vedere tutto nero e svenire.
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Tears Are The Words The Heart Can't Say
RomanceEstratto dalla mia storia Ero seduta sul bordo della vasca, con la pelle ancora bagnata, ricoperta di brividi. Non volevo asciugarmi, il freddo che percepivo in quel momento lo volevo sentire fin dentro le ossa, volevo vedere le mie labbra diventar...