15) 4 a.m.

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"davvero sei caduto in piscina quando avevi 4 anni perché credevi ti sarebbe spuntata una coda da sirena?"
Annuisco e lei scoppia a ridere borbottando qualcosa che non capisco perché ha la bocca piena del delizioso pollo che ha cucinato e forse anche perché mi sono perso a guardarla sorridere: ha delle labbra perfette, potrebbe farmi un...
Okay Christian taglia corto, non è il momento di pensarci.
"Sai che sei un maschio e tecnicamente non saresti diventato una sirena ma un tritone? Non hai mai visto le serie sulle sirene, H2O per esempio? Io volevo essere Sailor Moon da piccola invece"
"Beh ti ci vedo, dov'è il gatto parlante?"
Scoppia a ridere nuovamente e cerco di non indirizzare i miei pensieri beh, verso quello ma penso che finalmente mi sembra serena e sembra aver abbassato un minimo quelle mura in titanio che ha costruito intorno a sé, soprattutto visto che mi comporto sempre da grandissimo stronzo con lei.
"Hai voglia di provare a buttarti in piscina adesso e vedere se ti spunta la coda?"
Eccolo. Lo stesso sguardo che ha fatto quella sera prima di... Possibile che pensi sempre a quello? Però è lo stesso sguardo e io non sbaglio mai.
"Beh non ci sono piscine qui intorno quindi non credo che sarà possibile verificare se mi spunta una coda"
"A casa di mio padre si"
"E tu vorresti andare fino a casa di tuo padre per un bagno? È dall'altra parte della città, contando il traffico saranno più o meno 40 minuti. Ma, ho un'idea migliore perché si da il caso che casa mia sia a 10 minuti da qui"
Sorride quasi impercettibilmente mordendosi l'interno guancia, a cosa diavolo sta pensando?
"Non credo di aver voglia di vedere la tua famiglia sai?"
"Non vivo con loro"
Il suo sguardo cambia immediatamente, si alza e torna vestita, lanciandomi in faccia la mia felpa e il giubbotto, gentilissima. Non so nemmeno perché stiamo facendo questa cavolata, forse proprio perché è una cavolata e a volte la leggerezza è una cosa che serve a tutti. 
In macchina accende il volume della radio al massimo facendomi chiaramente intendere di non volere una conversazione, cosa che non capisco visto che fino a 15 minuti fa parlavamo di code di pesci, beh più o meno. All'apertura del cancello automatico parcheggio l'auto il più vicino possibile a casa e cerco di ignorare i suoi commenti.
"Il signor Quinn non si è proprio risparmiato"
Evito di dirle che in realtà la casa me la sono comprata da solo perché non servirebbe a nulla in questo momento, perciò mi dirigo verso l'ingresso e la faccio entrare perché sta chiaramente morendo di freddo.
"Con permesso capo"
"Siamo tornati a capo?"
"Beh tecnicamente è quello che sei, non capisco perché ti offendi"
"Perché siamo amici"
"Ah sì?"
"Sì, credo proprio di sì altrimenti non saresti qui"
Sì avvicina al mio viso con un sorrisetto sfacciato e mi chiede dov'è la piscina, sto sognando ad occhi aperti oppure mi sta davvero provocando? Le indico la strada e la seguo come se non fossi in casa mia. Appena arrivata si spoglia e rimane in intimo come nulla fosse e per qualche secondo non ci capisco un cazzo, finché non mi schizza l'acqua in faccia.
Bella mossa, ti svegli? È lì ed è mezza nuda.
No. Non ho intenzione di approfittarne finché non capisco che cosa sta facendo.
"Dai hai pure l'idromassaggio, cosa aspetti?"
Mi tolgo i vestiti mentre continua a guardarmi insistentemente e non appena entro in acqua si avvicina pericolosamente a me, che diavolo hai intenzione di fare ragazzina?
"Non ti dispiace se mi avvicino così?"
Sembra tutt'altra persona, come se la ragazza calma e fredda fosse svanita nel nulla, un po' mi ricorda quella sera dopo la discoteca...
Peccato che non ti racconterò mai ciò che è realmente successo.
Quella volta però era ubriaca, ora non ha scusanti ma probabilmente non sa nemmeno lei cosa sta facendo.
Si avvicina ancora di più a me, sento la sua pelle bagnata a contatto con il mio corpo e una parte di me mi dice di approfittarne perché occasioni come questa dove le ragazze ti si buttano addosso come fosse niente non ricapitano, ma l'altra parte, quella più ragionevole e che si addice a un ragazzo di 25 anni, ci pensa meglio e all'improvviso gli viene l'idea in testa.
"Ho capito cosa vuoi fare, certo, è chiaro. Hai solo voglia di dimenticare tutto per un po' e pensi che questa sia la soluzione, per il semplice fatto che io ero l'unica persona a portata di mano e si non c'è bisogno di scusanti perché al tuo posto lo farei anche io. Fammi indovinare, mia madre ha toccato un tasto dolente non è così? È il tuo modo di superare i problemi? Lasciatelo dire, non li supererai mai, non così, anche se io sono a tua completa disposiz...."
Si allontana di scatto da me spingendosi con le mani, esce dalla piscina e si asciuga alla velocità della luce per poi prendere i vestiti e dirigersi verso il soggiorno e probabilmente l'uscita, ma faccio più veloce che posso e tento di raggiungerla per capire che diavolo di problemi ha.
"Fermati, nessuno ti giudicava"
Lo vedo dalla sua faccia l'imbarazzo che prova, probabilmente cerca di convincersi che non è quella persona, forse si vergogna di se anche se io non ci trovo niente di male in tutto ciò, probabilmente è colpa mia perchè non sono stato in grado di essere delicato, come al mio solito. Se avessi fatto io quel passo che ha fatto lei e l'avessi raccontato in giro mi avrebbero detto che sono un grande, se lei lo raccontasse non saprei cosa le risponderebbe la maggior parte delle persone, forse che cerca un consenso facile o che è una sgualdrina, la cosa peggiore è che probabilmente è esattamente ciò che sta pensando lei in questo momento.
"Torno a casa, è stata un'idea stupida"
"Fermati, ti stai torturando per niente, non è il modo di affrontare i problemi, non è una cosa così gigantesca"
"Grazie per la lezione, ci vediamo"
Non dico più niente perchè non so cosa dire, la vedo mentre raccoglie le sue cose e esce senza aggiungere altro.
"Cazzo"
Il calcio che tiro all'orrendo vaso che mia sorella ha voluto mettere lo rompe in mille pezzi ma lo lascio perdere per ora, ho bisogno di rilassarmi davvero perciò in piscina mi ci butto nuovamente e provo a chiudere gli occhi per non pensare a nulla ma l'unica cosa alla quale riesco a pensare è a ciò che è successo nelle ore precedenti e a cosa sarebbe potuto succedere qui se io non avrei usato la testa, se mi fossi tolto questo sfizio una volta per tutte.
So che non è così, per il semplice fatto che lo sfizio me lo sono già tolto una volta e mi è piaciuto molto, questo è il vero problema, non sarebbe uno sfizio ma un'abitudine.
Controllo l'ora ed è già mezzanotte, com'è possibile?
Di solito non sono mai a casa e quando ci sono, vengo per poco perché non mi piace stare fermo. La suoneria del mio cellulare interrompe i miei pensieri inutili ma quando leggo il nome di mio padre lascio perdere perché non ho intenzione di parlare con lui. Quando dopo due minuti suona nuovamente rispondo solo per fargli notare quanto io lo odi.
"Che cazzo vuoi?"
"Forse non avrei dovuto chiamarti"
"Adèle? Scusa pensavo fosse mio padre, dimmi"
"Mm nulla volevo solo chiederti scusa per il mio comportamento di prima"
Pure attraverso il telefono riesco a percepire l'imbarazzo che prova.
"Non preoccuparti, avrei voluto che fossi rimasta ma va bene così"
"Si ehm scusa se sono stata una stronza e beh anche per averci provato con te"
Lo sento dalla voce che è diversa, sembra abbia bisogno di parlarne davvero?
"Vuoi parlarne?"
"Avevi ragione, mia madre non è un argomento che mi piace affrontare e il fatto che tua madre l'abbia tirato fuori... Non lo so"
"Vuoi che ne parliamo di persona?"
"No, ehm no meglio di no, finiamo sempre per discutere"
Il tono che usa fa capire che è sincera e probabilmente è pentita del suo comportamento, chissà quanto ci ha pensato mentre io ero qui che pensavo che avrei dovuto approfittarne, complimenti Christian, sei maturo come sempre
"Sei testarda"
"Lo sei anche tu e forse anche più di me"
"Impossibile, non si può essere più testardi di te. Volevo informarti che mi è guarito definitivamente il tatuaggio"
"Beh è stato difficile farlo, mi meritavo un ringraziamento diverso in piscina prima"
Fa che capisca l'ironia, fa che capisca l'ironia...
"Beh io mi aspettavo un tatuaggio migliore invece"
Ha capito l'ironia nella mia voce, l'ha davvero capito, è un miracolo? Sarò esagerato? Forse, ma è davvero difficile trovare una persona che capisca la mia ironia e che risponda altrettanto, se non impossibile, è più difficile che trovare le sfere del drago.
"Ah sì? Beh peccato che è qualcosa di permanente, dovrai convivere con il mio disegno orribile per il resto della tua vita. Voglio vederlo però, per controllare da più vicino la mia opera d'arte, prima in lontananza non mi era chiaro"
"La tua opera d'arte fa schifo"
Esco dalla piscina schifato dal fatto che i miei polpastrelli siano diventati così a causa dell'acqua ma me ne dimentico perchè continuiamo a parlare di così tante cavolate, il tempo passa, non me ne accorgo nemmeno, continua a punzecchiarmi con le sue battutacce alle quali rido come un cretino perché mi fa ridere il tono che usa e quando guardo l'orologio alla parete e le prime luci dell'alba mi accorgo che ha davvero passato 5 ore al telefono con me invece che dormire e questa cosa mi fa sorridere come un dodicenne alla sua prima cotta.
"Ti rendi conto che sono le 5 del mattino e mi stai raccontando di come da ubriaca hai scambiato delle persone con lo smoking in pinguini?"
"Cazzo, tu sei il figlio del capo e puoi fare quello che vuoi ma io devo davvero presentarmi a lavoro tra 4 ore"
"Ti ricordo che ci sono gli universitari quindi ci devo essere anche io, direi che è un buon momento per darci la buona notte questo"
"Beh se 3 ore di sonno le consideri una buona notte direi di sì"
"Notte"
"Notte"
"Ehm, Adèle?"
"Si?"
Ha la voce impastata dal sonno, probabilmente non si era accorta che ora fosse finché non gliel'ho fatto notare.
"Dici che possiamo essere davvero amici adesso?"
"Credo proprio di no ma il meglio che possiamo fare è provarci"
"Sì hai ragione, notte allora"
Dall'altra parte del telefono non sento più nulla, solo un respiro leggero, sì e addormentata così in fretta? Chiudo il telefono e rimango sul divano, sapendo che dopo ciò non sarò capace di mettermi a dormire.
Sto diventando pazzo?

Tears Are The Words The Heart Can't Say Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora