Capitolo 1

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Quella sera Draco rimase nel suo studio a guardare le stelle e a riflettere. Ormai capitava molto spesso e ciò lo faceva sentire debole e fragile, molto più del solito. Lo studio si trovava proprio a fianco alla sua camera da letto. Era grande quanto un comunissimo ripostiglio; infatti quella stanza era stata costruita per essere utilizzata come tale, ma il giovane Malfoy l'aveva trasformata nel suo più intimo rifugio. Aveva le pareti di un verde scuro e lucido, il pavimento era nero e al suo interno si trovavano solamente una scrivania, una sedia e un lampadario verde, simile a quello che si trovava in soggiorno. La scrivania si trovava davanti a un'alta finestra, in stile gotico, dalla quale si potevano vedere la fontana di Malfoy Manor, una parte del giardino davanti ed il cielo, arricchito di tutti quei puntini di luce chiamati stelle.
La luce della luna, che s'infrangeva contro la finestra, illuminava il suo viso, mettendo in risalto i suoi occhi tempestosi e rendono i suoi capelli, già molto chiari di suo, quasi bianchi.

Aveva i gomiti appoggiati su dei fogli e la testa fra le mani. Qualche giorno prima era diventato un mangiamorte, e ora questo era il suo pensiero fisso...
Si odiava e non riusciva a sopportare il fatto di avere quell'orribile simbolo inciso con l'inchiostro sul suo avambraccio sinistro. Il solo guardarsi allo specchio lo ripudiava. Aveva sempre amato il suo aspetto e il suo riflesso gli era sempre piaciuto, ma ora... ora tutto era cambiato. Non gli importava più di come appariva, né di cosa pensavavano i suoi genitori quando non lo vedevano per tutto il giorno o quando non mangiava.
A dire il vero non aveva mai avuto una vita facile, soprattutto in famiglia. Infatti i suoi genitori, prima della sua nascita, erano stati accusati di aver aiutato colui-che-non-deve-essere-nominato e così il Ministero gli era stato per molto tempo con il fiato sul collo. Suo padre era sempre stato freddo con lui e, quelle poche volte che era a casa, gli insegnava ad odiare i mezzosangue e i purosangue traditori, a non mostrarsi debole e a non farsi mai mettere i piedi in testa. Se gli disobbediva o faceva qualcosa che non era di suo gradimento lo cruciava, a volte fino a farlo svenire. In pubblico ovviamente si comportava diversamente, ma solo per mantenere la sua figura di padre modello.
Narcissa Black in Malfoy, invece, era una donna amabile e di cuore. Draco era la sua ragione di vita e gli dispiaceva quando Lucius lo trattava male, ma lei non poteva farci niente (era pur sempre suo marito).
In realtà lei non odiava i mezzosangue né i purosangue traditori, come invece facevano suo marito e sua sorella Bellatrix, ma non aveva il coraggio di ribellarsi a quel mondo tanto sbagliato a cui ormai apparteneva. La Lestrange non era la sua unica sorella, infatti ne aveva un'altra, Andromeda Black, ma non aveva sue notizie da molti anni ormai, era stata esiliata e ripudiata dalla sua famiglia perché amava un mezzosangue...
In ogni caso a Narcissa lei mancava e sperava che stesse vivendo la sua vita, che fosse felice e che magari non stesse soffrendo quanto lei...

Draco guardò la luna, era bellissima. Amava la notte, lo rilassava e gli faceva credere che la realtà non fosse brutta quanto veramente fosse. Chiuse gli occhi e fece un lungo e profondo respiro...
Li riaprì lentamente, posando il suo sguardo sui fogli sparsi qua e là sulla scrivania. Stava scrivendo una lettera a Blaise Zabini, dicendogli che non sarebbe riuscito a venire a casa sua il fine settimana seguente, quando ad un certo punto si era soffermato a fissare la manica sinistra della camicia bianca che stava indossando. Si poteva intravedere il marchio nero...
Così smise di scrivere ed iniziò a pensare. Tutto ciò che gli era accaduto in quegli anni lo attraversò, ferendo prima la mente e poi distruggendo quel poco di cuore che gli era rimasto.
Avrebbe voluto urlare al mondo che era al limite, ma non voleva disturbare.
Avrebbe voluto scappare di casa e andarsene per sempre, ma non voleva ferire sua madre.
Avrebbe voluto dire in faccia a suo padre che non voleva essere uno schifoso mangiamorte, ma non voleva farlo arrabbiare.
Avrebbe voluto scrivere a Blaise di come stesse, ma non lo voleva far preoccupare.
Faceva sempre di tutto per non ferire gli altri, ma nessuno ci pensava mai due volte prima di ferire lui...
Era solo, completamente solo.
Così permise a qualche scintillante lacrima calda di percorrergli il viso pallido e tirato, dando, per una volta, sfogo a ciò che lui sentiva...

Tutti possono amare, anche Malfoy (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora