Capitolo 6

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Appena si svegliò venne quasi immediatamente accecato dai raggi del sole che entravano dalle varie finestre della stanza.
Aveva passato tutta la notte nella Torre di Astronomia...
Draco si stropicció gli occhi e si abbassò, guardando con disprezzo il marchio nero, la manica della camicia. Si alzò in piedi e, ancora assonnato, si diresse verso le scale.

Appena arrivato giù poté notare che non c'era nessuno. Dovevano già essere iniziate le lezioni, pensò. E lui sarebbe arrivato in ritardo il primo giorno, proprio un bel modo per incominciare l'anno.
Si recò nei sotterranei ma, appena davanti all'entrata della sala comune dei Serpeverde, di ricordò di non aver guardato la parola d'ordine in bacheca.
Era rimasto bloccato fuori...
E ora come avrebbe fatto a prendere i libri e a cambiarsi? L'unico modo era aspettare che qualcuno uscisse, ma purtroppo erano già iniziate le lezioni, quindi non c'era nessuno nella sala comune, tantomeno nei dormitori.
Così decise che era meglio aspettare l'ora di pranzo, nella speranza che dei Serpeverde dovessero prendere qualcosa dalle loro camere.
Erano ormai passati una ventina di minuti e lui era terribilmente annoiato, quindi optò per un giro in biblioteca.
Iniziò a salire le scale, quando queste decisero di muoversi.
"Ottimo direi!" sbuffò guardandosi attorno.
Le scale si fermarono davanti a un lungo corridoio e, vedendo che non voleva rischiare di finire chissà dove, decise di andare a girovagare lì, invece di andare in biblioteca.
Ben presto si accorse di trovarsi al settimo piano, così decise di andare a cercare il Ritratto Della Signora Grassa, giusto per fare qualcosa. Lo trovò quasi immediatamente.
"Buongiorno signorino" lo salutò la signora del dipinto.
"Buongiorno a lei, mi saprebbe dire che ore sono?" le chiese Draco in modo impacciato cercando di sistemarsi i capelli con la mano.
Da quanto era così poco sicuro di sé?
"Beh io no ma..." gli rispose la donna, guardando verso un dipinto alla sua destra.
"Lorence caro... potresti dire che ore sono a questo bel giovanotto?" chiese a un signore di un quadro che aveva un orologio da taschino, per poi tornare a guardare Draco in modo premuroso.
"Sono le 11 e un quarto!" disse il signore.
"Grazie mille..." rispose Draco per poi andarsi a sedere su una delle panchine che si trovavano davanti all'entrata della sala comune dei Grifondoro.
Mancavano ancora 45 minuti all'ora di pranzo.
Come avrebbe trascorso quel tempo?
"Mi scusi se glielo chiedo... ma lei non dovrebbe essere a lezione?" chiese la Signora Grassa in modo divertito e anche un po' preoccupato.
Avrebbe voluto dirle di sì e che però non ci era andato poiché aveva dormito nella Torre di Astronomia e si era alzato tardi; che aveva trascorso la notte lì perché aveva litigato con i suoi migliori amici e che si era addormentato tardi perché aveva pianto per via del marchio nero sul suo avambraccio sinistro....
"Non sono cose che la riguardano" si limitò però a risponderle, assumendo nuovamente quel tono freddo e indifferente che tanto lo caratterizzava.
La Signora Grassa lo scrutò per alcuni secondi, mettendolo molto a disagio.
"Ma certo!" esclamò la donna facendolo sobbalzare.
"Lei è Draco Malfoy, ecco perché mi sembrava di averla già vista!" aggiunse poi, sottolineando, di proposito, il suo cognome. Il biondo la guardò male per poi annuire accennando un sorriso.
La situazione era molto tesa, perciò Draco pensò bene di alzarsi e andarsene.
"Le auguro una buona giornata" le disse mentre si recava nella direzione da cui era venuto.
"Anche a lei" gli urlò la Signora Grassa.
Pensò che quella signora fosse veramente un'impicciona e che probabilmente avrebbe detto a tutti i Grifondoro che Draco Lucius Malfoy era passato di lì.
Ma non gli importava, era superiore a questo tipo di sciocchezze e non gli interessava più di tanto di cosa potessero dire di lui i Grifondoro.

Era perso nei suoi pensieri quando qualcuno gli venne addosso.
Quel qualcuno era Hermione Jane Granger, che ora stava raccogliendo distrattamente alcuni libri, che le erano caduti per via dello scontro con il biondo, da terra.
"Stai più attenta!" sbottò il ragazzo mentre la guardava.
"Ma se sei stato tu a tralciarmi la strada. Che poi... perché non sei a lezione?" gli chiese la riccia, cogliendolo, di nuovo, sul fatto. Anche lei a quell'ora doveva essere a lezione, ma non glielo rinfacciò, non aveva voglia di litigare di prima mattina.
Invece, fece qualcosa di completamente insaspettato; si chinò e aiutò Hermione a raccogliere gli ultimi libri. Poi i loro occhi si incontrarono, come ormai accadeva fin troppo spesso in quei giorni.
Lui le sorrise... Era un sorriso sincero, puro, senza secondi fini...
"Diciamo che ho avuto da fare..." le rispose, per poi alzarsi e porgerle la mano.
Lei la osservò stranita, per poi alzarsi da sola, guardandolo con sfida.
"Perché sei improvvisamente gentile con me?" chiese la Grifondoro, incrociando lo sguardo del biondo in modo deciso. Rimasero così per alcuni secondi, come se improvvisamente il tempo si fosse fermato.
"Non sono gentile, semplicemente non ti sto insultando ogni due per tre!" le rispose il biondo ridacchiando. Lei gli sorrise per poi avvicinarsi.
"Wow, Draco viziato-Lucius-orgoglioso Malfoy riesce a conversare tranquilamente con me, una sudicia sanguemarcio so-tutto-io..." disse la ragazza, posando i suoi occhi castani su quelli tempestosi di lui.
Il giovane Malfoy rimase scioccato da quelle parole.
"Per quanto tu ci provi, non mi riuscirai mai a ferire. E ora... andiamo a pranzo?" riuscì a controbattere il ragazzo, spostandosi al fianco della ragazza e porgendole il braccio, che però lei non afferrò poiché aveva troppi libri in mano. Draco gettò un'occhiata ai libri e, capendo subito il problema, gliene prese alcuni di mano e le sorrise.
"Oh, beh... grazie" disse Hermione incredula.
Si inziarono così ad incamminare verso la Sala Grande.

"Non eri obbligato ad aiutarmi, lo sai vero?" interuppe il silenzio la mora. Per poi voltarsi verso il ragazzo, vedendo che si era fermato.
"Lo so" rispose il biondo per poi riniziare a camminare di fianco a lei. La ragazza sorrise, pensando che forse Draco non era poi così una cattiva persona...
"Non ti ci abituare" disse il ragazzo, poiché aveva notato il suo sorriso, il suo bellissimo sorriso... Si stupì di averlo definito in quel modo, ma non poté far a meno di pensare di avere dannatamente ragione.
Le aveva detto quelle parole senza voltarsi e continuando a camminare.
Draco sorrise sotto i baffi, mentre ormai si trovavano davanti all'entrata della Sala Grande.
Il ragazzo le diede di nuovo i libri, si salutarono con un cenno del capo e si diressero in due direzioni diverse, ognuno verso il tavolo della propria Casa...











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