Capitolo 8

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"Divinazione, che materia inutile!" sbottò la ragazza, attirando inconsapevolmente a sé l'attenzione di Draco.
Il ragazzo sorrise e si chiese se in fondo fosse destino che si incontrassero, vedendo che in questo modo avrebbe potuto chiedere direttamente a lei se sapesse qualcosa riguardo all'incantesimo. Decise, però, di non andare da lei subito, ma di aspettare il momento giusto.
Hermione sospirò e, mentre frugò qualcosa nella sua borsa, si diresse verso degli scaffali vicini al tavolo dove si trovava il biondo.
Sentendo i passi della ragazza, Draco si guardò in giro e, capendo dove lei si trovasse, decise che forse il momento di andare da lei era arrivato.
Intanto Hermione era intenta a prendere un libro ma, vedendo che si trovava su uno dei ripiani più alti, stava fallendo miseramente.
Proprio per questo motivo non sentì, o meglio non fece caso, al ragazzo che le si avvicinò.
"Hai bisogno di una mano?" chiese Draco con un ghigno compiaciuto sul volto.
Hermione si girò di scatto e, vedendo di chi si trattava, si rigirò, continuando impassibile a cercare di prendere il libro.
Draco la osservò per alcuni attimi per poi passarsi una mano tra i capelli ed allontanarsi.
La ragazza sospirò e si chiese il perché lui fosse lì, ma pensò che non fossero fatti suoi e che in fondo non le dovesse importare più di tanto... Giusto?
Scosse la testa e si mise in punta di piedi allungando più che potè il braccio.
Proprio quando stava per afferrare il libro questo si mosse e iniziò a svolazzarle intorno.
Dopodiché udì una risata divertita di sottofondo e, poiché il libro le era svolazzato improvvisamente vicino, perse l'equilibrio e cadde.
"Presa!" disse Draco mentre la afferrò per un braccio, giusto in tempo.
Lei staccò immediatamente il braccio dalla sua presa, quasi come se la sua mano la scottasse.
Il libro intanto era ancora sospeso in aria e, seguendo i comandi dati dalla bacchetta di Draco, volò cautamente nella sua mano sinistra.
Hermione, intanto, stava osservando i suoi movimenti e si stava maledicendo per essere venuta in biblioteca proprio a quell'ora, proprio quando c'era anche lui.
Draco osservò prima il libro e poi la ragazza che aveva davanti e, vedendola infastidita dal suo comportamento, non poté evitare di ridacchiare.
"Hai finito?" lo rimproverò la ragazza, incrociando le braccia al petto e sospirando in modo spazientito.
"Occlumanzia e Legilimanzia: tutto ciò che c'è da sapere..." lesse il titolo del libro.
Poi guardò la ragazza e non poté evitare di sorriderle.
"Da quanto ti interesse l'Occlumanzia?" le chiese in modo divertito.
"E sentiamo... perché ti dovrebbe interessare?" controbattè Hermione, stringendo i pugni fino a far diventare le nocche bianche.
"Pura curiosità. In ogni caso... lo vuoi indietro il tuo libro o no?" disse il ragazzo mentre osservava attentamente la copertina marrone del libro.
"In realtà è della biblioteca e, perciò, avrei tutto il diritto di prendermelo e tu, invece, non ne avresti proprio nessuno per rubarmelo di mano!" sbottò la riccia alzando le mani al cielo e poi posandole sui fianchi in modo deciso.
"Ah!" esclamò il biondo riponendo la sua bacchetta nella tasca dei pantaloni.
"È qui che ti sbagli, Granger... il libro in realtà non è mai stato tra le due mani, perciò io avrei tutto il diritto di prendermelo" aggiunse, mentre si avvicinò cautamente alla ragazza.
"In più avresti potuto usare benissimo un'incantesimo per prenderlo" disse poi, quasi come se stesse pensando a voce alta. Hermione si diede della stupida e si disse che, se avesse usato un semplice incantesimo, ora non si sarebbe trovata in quella situazione, ma cercò comunuqe di sembrare il più impassibile possibile.
"Dai Malfoy! Dammelo e basta, mi serve..." disse, in modo più sfinito che infastidito, al ragazzo di fronte a lei.
Lui le porse il libro, ma, appena lei alzò la mano per afferarlo, lui ritirò la mano indietro.
"Non così in fretta..." sussurrò lui, piegando in avanti la testa, in modo da incontrare il suo sguardo.
"Cosa vuoi ancora?" sbuffò lei, staccando a fatica lo sguardo dal suo e puntandolo a terra.
"Dimmi... sai qualcosa riguardo all'incantesimo Quid Vis?" le chiese il biondo, mentre piano le iniziò a porgere il libro. Lei, però, non si accorse del suo gesto, poiché alzò immediatamente il volto, mostrando al ragazzo i suoi occhi vivaci e il suo sorriso compiaciuto.
"Diciamo che potrei saperne qualcosa... Perché? Ti interessa?" disse, mentre guardava con sfida il suo peggior nemico.
"Nulla che ti riguardi" sussurrò il ragazzo.
"Ma, se vuoi avere il libro, mi dovrai aiutare a scoprire qualcosa su questo incantesimo!" propose il biondo, guardando prima lei e poi il libro che teneva ancora stretto nella sua mano sinistra.
"E va bene, basta che me lo ridai indietro..." rispose la ragazza, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Il ragazzo le sorrise.
"Oggi sono un po' impegnata. Ti va bene se ci vediamo domani, sempre in biblioteca, verso le 4 e mezza?" chiese la ragazza in modo titubante.
"Va benissimo!" esclamò lui, sfoggiando il migliore tra i suoi ghigni.
Poi, senza pensarci due volte, le porse il libro, che lei afferrò con estrema contentezza e con sorriso da un orecchio all'altro.
Il biondo glielo diede fidandosi completamente di lei, perché, infatti, non aveva alcun dubbio che lei si presentasse all'appuntamento del giorno seguente.
Rimasero per alcuni minuti in silenzio a fissarsi, ognuno perso nei propri pensieri e nello sguardo dell'altro, come se gli occhi di lui fossero magneti per quelli di lei e quelli di lei dei labirinti in cui quelli di lui si potessero perdere e ritrovare con facilità.
"Comunque se vuoi ti posso aiutare a fare delle ricerche sulla Legilimanzia e sull'Occlumanzia, so molte cose al riguardo!" esclamò d'un tratto il biondo, facendo sobbalzare la ragazza di fronte a lei e facendole abbassare istintivamente lo sguardo.
"Beh... va bene... ehm... grazie" biascicò Hermione, osservando il pavimento come se fosse la cosa più interessante al mondo.
"Va bene..." disse Draco, mentre nella sua testa formulò vari argomenti che avrebbe potuto discutere con la riccia, in modo da interrompere quell'imbarazzante silenzio che si era venuto a creare.
"Perché non sei andata a lezione oggi?" chiese quindi il biondo, tirando fuori l'argomento più sensato che gli era passato per la testa.
"Intendi ora o stamattina?" farfuglió la ragazza mentre alzò lo sguardo e lo posò nuovamente sul ragazzo davanti a lei.
"Entrambe le volte..." rispose il giovane Malfoy mentre si mise una mano in tasca e con l'altra si sistemò i capelli.
"Beh... stamattina dovevo avere Storia della Magia, ma il professore non si trovava da nessuna parte, perché come tu ben sai lui è un fantasma e i fantasmi si nascondono molto bene, così la lezione venne sospesa. E adesso non sono a lezione perché la Cooman ha fatto una predizione che, ecco, non mi piaciuta molto... Quindi sono venuta in biblioteca a... ma mi stai ascoltando!?" iniziò a rispondere la mora, ma si fermò quando notò che Draco la stava osservando con sguardo perso, assente.
"Allora!? Ci sei!?" chiese di nuovo la ragazza, avvicinandosi a lui e muovendo una mano davanti alla sua faccia.
"Oh.. ehmm... sì, ti stavo ascoltando..." rispose Draco, quasi come se si fosse improvvisamente svegliato da uno stato di trance. Ma la verità, era, che lui si era semplicemente perso a guardare Hermione, ma questo non lo voleva ammettere nemmeno a sé stesso, quindi diede la colpa all'aver dormito su un freddo pavimento di una certa Torre di Astronomia.
"Si, certo... In ogni caso, quando si fa una domanda è buona educazione ascoltare la risposta!" sbottò la riccia, roteando gli occhi e sistemandosi i capelli in modo frettoloso e sfaticato.
"Scusa, è che non è giornata..." si giustificò il ragazzo, chiedendole forse per la prima volta in vita sua scusa. Lei se ne accorse, ma preferì passarci sopra, pensando che se era arrivato perfino a scusarsi, allora era successo veramente qualcosa.
"Cos'è successo?" domandò la riccia, incatenando di nuovo i suoi occhi con quelli di lui, che aveva abbassato dopo l'affermazione fatta poco prima.
"Nulla che ti riguardi" sbottò il ragazzo, iniziando nuovamente a sembrare freddo e apatico, ma ormai lei non ci cascava più e sapeva quasi con estrema certezza che al biondo platinato di fronte a lei fosse successo qualcosa.
Draco pensò varie volte al perché le avesse anche solo accennato che non stesse bene o al fatto che le avesse chiesto scusa, ma ogni volta le risposte che si dava sembravano una più improbabile dell'altra.
Poi, senza nemmeno salutarla o dirle qualsiasi altra cosa, il ragazzo si girò, prese la sua cartella e se ne andò. Lasciò sul tavolo i libri che aveva usato, pensando che non sarebbe stato poi così un grande problema se per una volta non li avesse messi a posto. Ma i libri non furono l'unica cosa che lasciò in quella biblioteca, infatti dimenticò lì anche una ragazza riccia, dagli occhi nocciola e il sorriso sincero, che però, in quel momento, era sostituito da una smorfia di ripensamento, quasi come se le dispiacesse che Draco stesse in quelle condizioni, quasi, e ripeto quasi, come se fosse maledettamente tentata dal corrergli dietro...

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