Capitolo 3

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Fin da piccola sono sempre stata molto curiosa, ubbidiente, sensibile, con un carattere già forte dall'età di sei anni, quando mio padre mi raccontava della mamma.
A scuola non sono una secchiona, me la cavo anche se dovrei applicarmi di più, lo so. Questo è il mio punto debole, quello che fa disperare mamma Luisa e zio Antonio, l'uomo con cui ho iniziato a parlare molto e al quale mi sto affezionando.
L'uomo che, tutti i giorni, mi sta accanto e mi accompagna a scuola.
Nel quartiere mi conoscono tutti, non solo per essere la "bambina" affidata agli zii, ma anche perché sono sempre allegra e socializzo con tutti.
Roberta è la mia amica del cuore, ma non è l'unica frequentazione che ho. Insieme, frequentiamo anche un gruppetto di ragazzi che nel fine settimana si radunano nel parco sotto casa.
Ovviamente, tutto sotto l'occhio vigile di mamma Luisa, che è perennemente terrorizzata che possa accadermi qualcosa. Comprendo le sue paure, ma accidenti.... è assillante! Un pomeriggio, insieme alla mia compagnia di amichetti, con la bicicletta al seguito, decidiamo di andare ai giardinetti in fondo alla strada dove abitiamo io e Roberta.
Non posso andare senza avvertire la mamma.
"Ragazzi, aspettate! Torno subito" esclamo guardando Roberta.
Lei è l'unica ad aver capito cosa devo fare. Vorrei raccontare anche a loro e spiegare il perché del comportamento di mia madre, ma temo non capirebbero.
"Mamma, vado ai giardinetti con gli altri" grido dalle scale di casa.
"Elizia, devi proprio andare fin là?" mi chiede preoccupata.
"Dai mamma, per favore. Non ricominciare, okay?" sbuffo esasperata.
Chissà se prima o poi capirà che ho bisogno dei miei spazi.
"Va bene, ma stai attenta" annuisco, e tutta contenta scappo dagli altri.
Recupero la bici e, con un sorriso stampato in volto, seguo i miei amici fino alla metà stabilità. All'inizio ci limitiamo a girare lì attorno, poi, dopo esserci presi in giro come degli scemi, aver corso a perdifiato come degli indemoniati, decidiamo di fare una gara con le nostre bici.
Sembra andare tutto bene, ma la troppa velocità e una curva troppo stretta mi fanno perdere il controllo della bicicletta e cadere rovinosamente a terra. Il risultato? Gomito e ginocchio sbucciati e parecchio doloranti, cazzo.
Brava Elizia, e ora chi la sente la mamma!
Roberta è la prima a soccorrermi. "Ely, Ely tutto bene?"
"Sì, o almeno credo. Mi bruciano un po' le parti che hanno grattato sul terreno, ma quello è nulla a confronto di come reagirà la mamma" le confesso con una smorfia.
Lei dice e mi aiuta a rialzarmi.
"Aspettami qui. Avviso gli altri e poi ti riaccompagno a casa" mi dice prima di correre via. E chi si muove!
Appena metto piede in casa, mamma Luisa mi guarda e sbianca. Eccoci, lo sapevo!
"Elizia! Oh mio Dio!" esclama agitata.
"Mamma non è niente, tranquilla. Ora disinfetto le ferite e vedrai che passa tutto" la rassicuro stringendo i denti.
Cazzo che dolore!
Lei scuote il capo e mi segue in bagno. Anche lo zio Antonio, dopo aver visto le mie condizioni, ci segue e mi aiuta a pulirmi e a disinfettarmi, mentre la mamma comincia a sbraitare.
Quest'uomo sì che è un Santo.
"Te l'avevo detto! Me lo sentivo che sarebbe successo qualcosa."
"Mamma, per favore!" alzò gli occhi al cielo. "Non è successo niente, è solo un graffio. Stai tranquilla, nessuno mi porterà via da voi. Io non scapperei mai da voi. Siete i miei genitori, la mia famiglia e vi voglio un mondo di bene" aggiungo nel tentativo di calmarla, ma la commozione la fa scappare in cucina.
Nonostante questo momento di debolezza, è una donna forte, dalla quale ho imparato molto. Da grande vorrei proprio assomigliarle.
Zio Antonio mi guarda e mi bacia sulla guancia, lo fa sempre quando vuole dirmi che è fiero di me. Lui è dolce e affettuoso, la mamma mi ha raccontato che, quando hanno perso la loro bambina, per giorni non ha né parlato né mangiato e non voleva nemmeno allontanarsi dal corpo del suo piccolo angelo.
Vado in cucina dalla mamma e l'abbraccio.
"Mamma, ti prometto che la prossima volta starò più attenta" le sussurro all'orecchio prima di darle un bacio sulla guancia.
Lei annuisce senza aggiungere alcun nuovo rimprovero. Non potevo desiderare una famiglia più bella.
Con il mio carattere socievole e sensibile, per fortuna, sono simpatica alla maggior parte di persone che vivono attorno a me.
Con l'immancabile Roberta sempre al mio fianco, aiuto i bambini e le persone anziane della nostra parrocchia. Roberta non è solo una brava ragazza, ma anche un'ottima cantante. Infatti, fa parte del coro parrocchiale.
Io? Meglio lasciare a Cesare quel che è di Cesare.
Rispetto a me, lei ama andare a scuola e da grande vorrebbe laurearsi e diventare maestra d'asilo.
Io, invece ho un mente tutt'altro: vorrei diventare estetista. Adoro avere a che fare con smalti, creme e massaggi per il corpo. Ma prima di intraprendere questa strada, provo anch'io a frequentare l'Istituto Magistrale. I voti sono buoni, ma non sono per nulla soddisfatta. Così, alla fine del primo anno lascio la scuola. I miei non sono molto contenti della mia decisione, ma quando comunico l'altra mia idea, non mi ostacolano affatto. Anzi, accettano di buon grado la mia nuova avventura.
La nuova scuola mi piace da morire. In realtà, tutto mi piace e mi specializzo in pedicure e massaggi viso/corpo.
Quando devo "sperimentare" ho sempre Roberta che si offre come cavia. Poverina, si sottopone ad ogni tipo di tortura.
Poco dopo, trovo un lavoro dalla nostra parrucchiera, che tra l'altro è un amica di famiglia ( lei e la mamma sono amiche da una vita). Lorella è una persona stupenda, dolce e affettuosa proprio come lo sono suo marito Luigi e i suoi tre figli, Mirko, Manuela, Michela.
Con Manuela e Michela nasce un'amicizia spontanea, sincera, ma la mia confidente rimane sempre Roberta.
Al contrario, con Mirko, è un'altra storia. È simpatico, docente soprattutto bello. Moro, occhi azzurri come il cielo.... insomma, è il bello del quartiere e tutte gli sbavano dietro, me compresa.
Essendo amici di famiglia, io e lui siamo praticamente cresciuti insieme, abbiamo giocato insieme e ci siamo dati il primo bacio proprio da piccoli. Le nostre madri conservano ancora una foto con immortalato quel momento. Avevamo quattro anni. Che ricordi!
Ma quel bacio, seppur innocuo, è rimasto nei nostri cuori e quando ci ritroviamo ne parliamo sempre.
Lavorando con Lorella, Mirko lo vedo sempre più frequentemente.
Un giorno, mentre era di passaggio al negozio nell'ora di chiusura, viene diretto da me e mi chiede:
"Ely, ti va di venire con me?"
Stranita dalla sua proposta improvvisa, lo guardo e gli chiedo dove vuole andare.
"Andiamo a fare due passi, ti va?" dice tranquillamente.
Lorella, che ha assistito alla richiesta del figlio, mi dà il via libera e, senza pensarci troppo, lo raggiungo e usciamo.
Quando si tratta di lui non capisco più niente.
Ci avviamo verso i giardini. Parliamo del più e del meno, mi racconta del suo lavoro e della passione per i motori, mi chiede come mi trovo a lavorare con sua madre.... insomma, una bella chiacchierata senza secondi fini.
Poi, improvvisamente, mi chiede se mi ricordo ancora del nostro bacio.
"Certo che me lo ricordo, Mirko. Non potrei mai dimenticarlo" gli confesso, mentre i suoi occhi azzurri mi scavano dentro.
"Ely, tu mi piaci" sussurra avvicinandosi al mio viso. Sempre di più.
Le nostre labbra si sfiorano e le sue mi baciano teneramente.
Sono pietrificata. Ely, riprenditi cazzo!
Quando interrompe il bacio non posso fare a meno di guardarlo intensamente e arrossire. Si stacca da me, lo guardo e arrossisco.
"Che c'è?" mi chiede dolcemente.
"Niente Mirko. Niente" farfuglio. Sono senza parole, e non è da me.
"Non ti piaccio, Ely?"
"No... Sì.... Cioè...." Cavoli, perché deve essere così difficile.
"Certo che mi piaci, ma non pensavo che uno come te potesse interessarsi ad una come me. Io... Io..."
"Uno come me?" mi domanda perplesso.
Non mi sono mai ritenuta bella, anzi. A volte mi ritengo del tutto insignificante.
"Tu.... Tu... Tu sei bello, sempre circondato da ragazze splendide."
"Che vuol dire, Ely! Spiegati, perché non capisco."
"Mi hai guardata bene? Io non sono affatto una strafiga come quelle che ti ronzano intorno" gli faccio presente e lui si mette a ridere.
" Sei seria o mi stai prendendo in giro?"
" Che vuol dire "sei seria"? Certo che lo sono" affermo.
"Ely, tu sei tu e mi piaci così come sei. Non sarai una strafiga come dici tu, ma sei comunque una bella ragazza. Non solo: sei dolce, sensibile e tutta da coccolare. Ricordati: non è la bellezza che rende interessante una ragazza".
Detto questo, mi avvicina a sé e mi bacia più intensamente.
Io rispondo come posso, cercando di non  sbagliare visto e considerato che è il mio primo vero bacio. Posso svenire?
"Signorina Ely, vuoi essere la mia ragazza" mi chiede dopo avermi portato tra le nuvole con un bacio da sogno.
"Si" mormorò con il viso in fiamme, ricevendo in cambio un altro bacio stratosferico.
Torniamo verso casa mano nella mano. Che strana sensazione. Dopo avermi accompagnato fin sotto casa, mi saluta con un casto bacio dicendomi che ci saremo visti l'indomani. Sono ufficialmente in Paradiso.
Appena entro in casa, mamma mi guarda e sorride.
"Che c'è, mamma? È successo qualcosa?" le chiedo fingendo indifferenza.
"Dovrei essere io a chiederlo a te" ribatte.
Mi sa che ha capito tutto. Ne sono sicura. Così, arrossendo per l'ennesima volta, le racconto tutto. Sembra essere felice per me. Per noi.
"Elizia, mi raccomando. Cerca di stare attenta."
"A cosa dovrei stare attenta?" chiedo ingenuamente.
" Lo capirai, tesoro mio. È giusto che tu faccia le tue esperienze. Sei una signorina, ormai".
Ora ho capito dove vuole arrivare.
"Stai tranquilla, mamma.... Non.... non.... non l'ho ancora fatto" le dico arrossendo, perché non ho mai affrontato un discorso cosi', soprattutto con lei.

Per Elizia arriva l'amore....meno male!!!
E l'amicizia con Roberta è sempre più stupenda
Riuscirà a trovare un po' di serenità dentro di sé?

Elizia, questa è la mia vita (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora