Capitolo 5

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Al compimento del mio diciassettesimo compleanno, zio Antonio, a causa di un infarto fulminante, viene a mancare. Per me è una perdita molto importante. Lo si può tranquillamente definire un trauma. Amavo quell'uomo come un padre. Io e la mamma Luisa rimaniamo improvvisamente sole, ma il nostro legame non ne risente. Anzi, sembra rafforzarsi sempre di più. Tramite zia Anna, che è in costante contatto con noi, veniamo a conoscenza di nuove, clamorose notizie. A quanto riferito dalla stessa, Eva, dopo essersi sposata e aver avuto due bambine, ha litigato con Simona e non si fa sentire con nessuno. Che amarezza!

Passa un'altro anno. Il giorno del mio diciottesimo compleanno, tramite una telefonata, ricevo gli auguri di compleanno da parte dei miei fratelli Claudio e Roberto.
"Grazie fratelloni! Papà? C'è? Me lo passi, Claudio?" domando entusiasta di sentire di nuovo la sua voce. Ma la mia felicità viene subito smorzata dalle parole di mio fratello.
"Mi dispiace, Elizia. Papà non c'è, ma ti fa comunque gli auguri" dice con rammarico. Non so come, ma un po' me lo aspettavo.
"Ah, ok. Non importa. Grazie lo stesso, Claudio", e con la tristezza nel cuore riattacco.
Ma cosa c'è di così misterioso che gira attorno alla mia famiglia? Dubbi e domande sono sempre al centro dei miei pensieri, e il problema maggiore è che nessuno mi dà delle risposte.
Dopo un paio d'ore dalla chiamata dei miei fratelli, ricevo una telefonata decisamente inaspettata.
"Ciao Elizia. Tantissimi auguri di buon compleanno" squilla la voce di mia sorella Eva. Wow! Se l'è ricordato.
"Eva! Ciao! Grazie mille!"dico in tono freddo ma sincero. " Come stai? Cosa combini di bello?" le chiedo. "Tutto bene. Sai, mi sono sposata e ho due bimbe piccole."
"Ma che bella notizia! Sono felicissima di essere diventata zia" affermo, continuando poi la chiacchierata, ripromettendoci che ci saremo riviste presto.

Fortunatamente, dopo qualche mese riusciamo a vederci. Finalmente, conosco il marito e le mie due bellissime nipoti: Erika e Ilenia. Purtroppo il loro matrimonio, all'apparenza solido, avrà vita breve. Infatti, dopo nemmeno sei anni si separano. Il lavoro sulle navi da crociera (faceva il cuoco) lo teneva lontano da casa per molto tempo, e proprio in quel periodo ha avuto un tracollo psicologico piuttosto importante. Ha iniziato a bere come una spugna e ogni volta che rientrava a casa, si sfogava spesso con mia sorella Eva. Sul corpo di mia sorella.

Io cerco di starle vicino come posso. Lei vive in Liguria e viene da noi quando può.
Zia Anna, mamma Luisa ed io siamo preoccupate. Le chiediamo se vuole venire a vivere da noi, ma lei ci dice di stare tranquille, che sta lavorando come cameriera in un ristorante e che ha conosciuto un ragazzo. Sembra che le cose tra loro vadano bene, ma poco dopo, anche con questo finisce tutto.
Mi auguro di cuore che prima o poi trovi la persona giusta, che voglia bene non solo a lei, ma soprattutto alle bambine. Noi continueremo ad aiutarla come possiamo.

Un anno dopo conosco Michele; frequentiamo la stessa cerchia di amici, così iniziamo a uscire. Lui è molto bello, non solo fisicamente, mi piace anche come persona, molto educato e sensibile.
Decidiamo così di metterci insieme. Il rapporto confidenziale che ho instaurato con mia madre mi ha portato a raccontarle sempre tutto della mia vita, così le parlo di lui e lei, curiosa, mi chiede di poterlo conoscere.
Parlando con il mio fidanzato gli chiedo se ha il piacere di incontrare mia madre.
"Non vede l'ora di conoscerti. Ti va di organizzare qualcosa con lei e conoscerla?"
"Certo, Ely. Non c'è problema" mi risponde Michele entusiasta.
Il giorno del fatidico incontro è arrivato. Sono agitatissima. Spero vivamente che a mia madre piaccia Michele.
La serata è un successone! Non solo vanno d'accordo, ma sembrano proprio adorarsi l'un l'altra. Lo stesso accade la settimana dopo, quando mi ritrovo a casa di Michele per conoscere la sua famiglia. Sono gentili, carini e molto ospitali. Due persone di cuore.

Dopo poco tempo una bomba esplode nella mia famiglia. Mia madre inizia a stare male. Purtroppo, anche se ho iniziato da poco a lavorare, devo licenziarmi per poterla accudire. Dagli esami fatti scopriamo che è ammalata di tumore. Il mondo mi crolla addosso. Come farò senza di lei? Ma lei è una donna forte e come tale affronta la vita con tutta la forza che ha in corpo.
"Lo so che è la vita, mamma. Ma troveremo la cura giusta per farti guarire" dico stringendole le mani tra le mie.
Sul suo viso vedo comparire un piccolo sorriso.
"Non c'è cura, mia piccola Elizia. Lo so" dice ormai rassegnata.
"Non puoi nemmeno pensare ad una cosa del genere!" esclamo seccata. " C'è sicuramente qualcosa che si può fare. Deve esserci una cura. Per forza".
Gli occhi di mia madre mi guardano spenti, tristi.
"Hai sentito anche tu le parole del Dottore. Non c'è cura per il mio male, Elizia".
E dopo cinque anni di sofferenza e agonia, una mattina di agosto il suo cuore ha smesso di battere.
Mi mancherà tremendamente, ma sono serena: Michele e la sua famiglia sono con me, al mio fianco. Con loro so per certo che il dolore sarà meno atroce.
Al funerale partecipa mio fratello Claudio con la moglie, zia Anna e mia sorella Eva. Roberto non c'è, ho saputo da Eva che si è sposato, ma a causa di un brutto litigio avuto con la moglie che io non ho mai conosciuto, se n'è andato a lavorare all'estero lasciando tutto e tutti, compresa la sua piccolissima bambina.
Non ha salutato nessuno, se n'è andato semplicemente così.
Eva, per un breve periodo, continua a sentire saltuariamente la sua ex. Poi quest'ultima decide di non volerne più sapere di nessuno e interrompe così i rapporti con tutti.
Dopo il funerale, mio fratello riparte e Eva rimane con me qualche giorno. Lei adesso vive tra la Liguria e il Piemonte. Non lavora, è spesso da Claudio, così aiuta nostra cognata Laura con il bambino. In quei giorni parliamo parecchio. Sono felice di averla con me; ho sempre sognato di averla accanto. Una sera, dopo cena, mentre siamo spaparanzate sul divano con le bimbe che giocano allegramente, mi dice:
"Sai, ho conosciuto una persona. Mi piace molto".
"Bene, sono contenta. Com'è?"le chiedo sincera e felice.
"Be'...." mi sorride, "è carino. Ha una ditta tutta sua. È una brava persona, Elizia."
"Speriamo sia la volta buona!" le dico prendendola in giro. "Lo spero!" risponde sorridendo.
"Me lo farai conoscere?" chiedo curiosa. "Certamente. Appena torno in Liguria ci organizziamo."
"Ok, non vedo l'ora" rispondo elettrizzata.

Elizia, questa è la mia vita (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora