Capitolo 4

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Con Mirko le cose vanno bene; sono passati otto mesi da quando ci siamo messi insieme. Sono tutti contenti, soprattutto Lorella che ci vede già sposati. Mi fa morire dal ridere quando la sento parlare con le clienti di me e Mirko.
Anche Manuela e Michela sono contentissime e soprattutto Manuela, che mi chiama "sorellina", anche se sono più grande, questo vezzeggiativo, mi piace.
Un giorno, Roberta mi chiama per dirmi che deve parlarmi. Le dico di passare dopo cena. Con Mirko non esco; deve andare con suo padre a vedere una moto. Così mi ha detto.
"Ciao amica! Allora, come va?" mi chiede. È strana. Molto strana.
"Roberta, che c'è?"
"L'hai vista quella stronza di Letizia?" mi domanda infastidita.
Letizia è la stronza del quartiere, una strafiga con la perenne puzza sotto il naso. Una famiglia facoltosa alle spalle, vestita sempre di tutto punto e con una sfilza di ragazzi che le sbavano dietro, e lei lo sa.
"No. Perché, che ha combinato?" le chiedo anche se, sinceramente, non mi importa molto di lei. Non sono mai stata invidiosa di lei e di nessun altro. Quando la incontro mi limito a salutarla e basta. Per il resto.... non ho mai avuto a che fare con lei.
"Ieri pomeriggio girava attorno a Mirko mentre lui era impegnato ad aggiustare il motore della moto di Piero, fratello di Letizia" mi dice indispettita.
"Davvero? Sapevo che doveva guardare quella moto, ma quando poi mi ha chiamata per dirmi che aveva fatto, non mi ha detto che con lui c'era anche Letizia."
"Magari ho frainteso, ma sai benissimo che lei non mi piace e di conseguenza rischio di trarre conclusioni affrettate" conclude cambiando discorso.
"Che fai questo fine settimana? Ci vieni alla festa in parrocchia con Mirko?"
"Penso proprio di sì. Mamma e Lorella stanno preparando le torte per festeggiare il compleanno di Don Luciano" le dico.
"Anche mia madre sta preparando i biscotti" aggiunge Roberta schifata. Come me non è amante dei dolci.
Finiamo di chiacchierare e ci salutiamo.
Il sabato pomeriggio siamo in parrocchia a preparare il buffet quando mi sento abbracciare da dietro. È Mirko, che mi deposita un dolce bacio sul collo.
"Mirko, che fai?" gli dico arrossendo.
"Bacio la mia ragazza. Non dovrei?" dice sorridendo.
"Devi, ma siamo in parrocchia"gli faccio presente, e i suoi occhi si alzano subito al cielo facendoci ridere.
"Ely, sono passato per dirti che vado a casa a farmi una doccia. Torno dopo con Pier, Letizia e altri loro amici che conoscono Don Luciano".
Sono infastidita, ma cerco di non farglielo notare. "Ok. A dopo", mi saluta con un bacio e se ne va.
Mi giro verso Roberta, che ha sentito tutto, e con la testa che scuote a destra e a sinistra si rimette a sistemare. Non mi piace... per niente!
È tutto pronto. Prima che la festa inizi abbiamo il tempo necessario per tornare a casa, farci una doccia e ritornare in parrocchia, che è già gremita di fedeli e amici. Ci sono praticamente tutti, ma lui ancora no.
Eccolo fare la sua comparsa mezz'ora dopo, con Letizia la stronza avvinghiata al suo braccio. Sono arrabbiata. Furiosa.
Appena mi vede, si stacca la sanguisuga di dosso e viene da me.
"Ciao amore" mi saluta sorridente
"Ciao" rispondo fredda.
"Che hai?" mi chiede guardandomi negli occhi.
"Niente, amore" gli rispondo a tono dandogli subito le spalle.
"Puoi venire un attimo con me?" gli chiedo dopo essermi girata nuovamente verso di lui.
"Certo, con te verrei in capo al mondo". Spiritoso.
Guardo un attimo Roberta, che ha assistito a tutto e mi sorride strizzandomi l'occhio e alzando il pollice.
Potrei ridere, ma in questo momento non so di preciso che mi è preso.
Appena siamo fuori, senza perdere tempo, inizio a parlare.
"Che ci fai con lei? Vedo che siete parecchio affiatati" osservo, senza distogliere lo sguardo dal suo.
"Ehi... Ehi... Che ti prende? Perché tutta questa gelosia? Ely, tu non sei una persona gelosa" risponde alterato.
"È vero, non sono gelosa, hai ragione. Ma di te lo sono, che ci posso fare. Vorrà pure significare qualcosa, no!?" ribatto rabbiosa.
Effettivamente, io non sono mai stata gelosa di niente e di nessuno. Non mi era mai capitato di sentirmi così.
"Allora? Che mi rispondi?" aspetto una risposta battendo il piede a terra.
"Ti piace?"
"Ma che dici, Ely, No! È un'amica e basta" risponde con uno sbuffo, alterandosi un po'.
"Un'amica e basta o un'amica speciale, che te la dà dopo aver schioccato le dita?" continuo.
"Ma che ti salta in mente! Sei impazzita? Amore, io amo te. Te e nessun'altra. Non pensarlo nemmeno per scherzo", e all'improvviso mi ritrovo stretta tra le sue braccia.
"Ely, non metterti idee strane in testa, per favore" mi guarda e mi bacia teneramente.
Ok, forse ho esagerato. Ely, devi farti una calmata. Non è da te questo comportamento.
Appena torno in me gli chiedo scusa e, abbracciati, ritorniamo alla festa.
Roberta è lì, che aspetta un mio cenno. Le sorrido e alzò il pollice in alto anche io. La vedo tirare un sospiro di sollievo.
Stiamo tutto il tempo insieme, Mirko non si stacca un minuto. Ogni tanto mi dà qualche bacio, qualche carezza, qualche coccola e quella stronza di Letizia non gli toglie mai gli occhi di dosso. Roberta, da brava e solidale amica qual è, la fulmina tutte le volte che la becca a fissarlo. Adoro la mia amica; quando fa così mi fa impazzire.
Dopo un paio di mesi, Mirko comincia ad essere più distaccato, sfuggente. È sempre dolce, ma c'è qualcosa in lui che non va. Una sera, mentre siamo nel suo giardino, mi faccio coraggio e gli chiedo cosa gli succede.
"Niente" è stata la sua risposta sbrigativa.
"Mirko, si può sapere che hai?" insisto.
"Non ho nulla. Elizia. Basta insistere" risponde seccato.
Ma io non ci sto e insisto. "Te lo chiedo di nuovo: c'è qualcosa che non va?"
"No, Ely. Non c'è niente che non va. Sono solo stanco" ribadisce.
"Va bene. Ciao ci vediamo domani. Buonanotte" lo saluto e mi incamminò verso casa.
"Elizia, aspetta!" mi richiama.
Mi volto verso di lui, il suo sguardo è strano, quasi dispiaciuto. Poi capisco il motivo del suo essere strano.
"C'è un'altra, non è così?". Non posso credere di averlo detto.
I suoi bellissimi occhi azzurri non mi guardano più. China il capo e sussurra:
"mi dispiace, Ely. Io ti amo, ma...." E per fortuna! Se non mi amava, che faceva?
Ho un nodo alla gola e lo stomaco sotto sopra. Ho paura, ma allo stesso tempo sono fredda anche se ho di nuovo paura di sentirmelo dire.
"Ma...." mormoro.
"Ho fatto una cazzata, piccola. Ma io ti amo davvero" ripete.
"Non fare tanti giri di parole, Mirko. Ti sei innamorato di un'altra?"
"No, Ely. Io amo te. Te e basta" insite.
Lo guardo confusa, senza capire. Forse sono arrivata a delle conclusioni troppo in fretta?
Mi ama ed è successo altro che non c'entra con la nostra storia?
"Dici di amarmi ma sei strano. Cos'è successo di così grave, allora? Che cazzata hai fatto, Mirko?" Il mio tono di voce è irriconoscibile. Anche per lui stesso.
"Letizia".
Un nome. Quel nome. Solo ad udirlo mi infastidisce. Che c'entra lei ora?
"È incinta. E il bambino che porta in grembo è mio. Ho sbagliato, piccola. Io amo te, non lei. È stato un errore andare a letto con lei, ma ero debole."
"Debole? Uno che dice di amare la propria ragazza non va in giro a mettere incinta un'altra!" esclamo inorridita, iniziando poi a ridere isterica.
"Sei un maledetto stronzo, lo sai? Come hai potuto dire di amarmi, eh?"
"Perché è vero!" grida esasperato.
"Tu sei fuori di testa! Ora rispondimi a questa semplicissima domanda: sei andato con lei perché io.... perché noi ancora non l'abbiamo fatto?" chiedo seria.
"No, Elizia. Assolutamente no" risponde, mantenendo lo stesso tono alto.
"È successo e basta. Non so nemmeno io il perché. Ero a casa sua con suo fratello, mi aveva chiamato per la sua moto poi abbiamo cominciato a chiacchierare. Dopo un po' suo fratello se n'è andato e io ho continuato a chiacchierare con lei. Ad un tratto mi ha baciato ed è successo, punto. È stato solo sesso. Non ho provato nulla per lei in quel momento".
Ma, mi ha preso per una cretina?
"Te lo ribadisco, Mirko: sei uno stronzo e mi fai schifo."
"Lo so. Mi dispiace, Ely. Non lasciarmi; io ti amo davvero" continua a ripetere.
"Ma ti senti quando parli?"
"Ti prego, Ely: perdonami, io questo figlio non lo voglio. Non voglio lei. Io voglio te" mi supplica.

Quelle parole sono una doccia fredda per i miei ricordi.
Figlio.
Non lo voglio.
Abbandono.

No, no, no. Questo non deve accadere. Non a quella povera creatura.

"Mi dispiace, Mirko. Ma devi prenderti le tue responsabilità. Tra noi è finita" dico semplicemente
"No, Ely. Ti prego.... non puoi farmi questo" dice disperato, mentre le lacrime gli rigano il viso.
"Sei una grandissima testa di cazzo. Dovevi pensarci prima di andarci a letto. Non ti hanno insegnato come nascono i bambini, imbecille?" grido a mia volta iniziando a piangere insieme a lui.
Passiamo alcuni minuti in completo silenzio.
"Ti amo, Mirko e ti amerò per sempre, ma non posso perdonare quello che hai fatto. Mannaggia a me e alla mia testa scema che pensa sempre che nelle persone c'è del buono" dico a voce alta, maledicendomi.
"Adesso prenditi le tue responsabilità. Un figlio non si abbandona, Mirko. Mai. Addio, amore mio" lo bacio un'ultima volta, e con il cuore spezzato mi incamminò verso casa.

Dentro di me si fa vivo un pensiero: che avrà pensato quella stronza di mia madre quando se n'è andata?
Doppio colpo al cuore.
"Elizia, sei forte e supererai tutto", mi ripeto.

Entro in casa. Mamma è in salotto. Le basta poco per capire.
"Elizia, piccola, che è successo?" Mi chiede preoccupata, ma con tenerezza.
"Non voglio più amare, mamma" le dico di getto raccontandole tutto. Lei mi conforta, mi tranquillizza e mi ricorda la persona speciale che sono per non avere nessuno al mio fianco.
La mattina dopo, al mio risveglio, chiamo subito Roberta. Racconto anche a lei quello che ha combinato Mirko e la mia decisione di lasciarlo.
"Bello, ma stronzo. Non sa cosa si perde" sono state le sue parole.

Non mi perdo d'animo e continuo a lavorare da Lorella. Lei ci è rimasta male. È arrabbiata con suo figlio e temo lo rimarrà per parecchio tempo. Lui passa spesso dal negozio, cercando costantemente un contatto, ma io lo tratto come un amico, né più né meno. Anche se dentro di me credo lo amerò per tutta la vita.
Mi ripeto anche che con il carattere che ho posso affrontare tutto.
Devo farlo, so solo che per il momento non ho intenzione di fare entrare nessuno nel mio cuore. Fa ancora troppo male.
Mirko si è preso le sue responsabilità. Si è sposato minorenne con il consenso dei genitori e ha avuto un maschietto, ma tra loro non ha funzionato e dopo poco si sono lasciati.

Ecco la prima sofferenza d'amore, ma non è solo quella la sua più grande sofferenza!
Le parole di Mirko sono state strazianti il pensiero di un figlio abbandonato le hanno riaperto i ricordi un po' assopiti
È destinata a soffrire?
Vedremo cosa succederà

Elizia, questa è la mia vita (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora