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Ero sdraiata sul letto della mia camera quando sentii qualcosa battere sulla finestra, quando mi alzai vidi che c'era un gufo dalle piume bianche e nere  che aveva una lettera nel becco. Lo feci entrare e presi la lettera offrendo poi un biscotto al gufo che lo accettò ben volentieri. Quando presi la lettera vidi che non c'era nessun nome sopra, la aprii e cominciai a leggere.

Cara Artemisia,
so che se sapessi che sono probabilmente daresti di matto e successivamente andresti dritta da me per chiedermi spiegazioni. Non so neanche io il perché di questa lettera ma sentivo il bisogno di scriverti, sai quando sei partita ti ho vista con quel Jack e non so ma credo che non abbia buone intenzioni verso di te. Sai qui al castello mi manchi, è come se mancasse la tua energia, la tua voglia di scoprire le cose, la tua immensa curiosità e infine la tua bontà. Mi manchi e non so come dirtelo, voglio parlare con te e non so come dirtelo, voglio condividere la mia vita con te e non so come dirtelo, voglio far parte della tua vita, voglio vederti sorridere e non so come dirtelo, voglio stare con te in questo preciso istante e non so come dirtelo, voglio essere lì con te a parlare di qualunque cosa tu voglia pur di vederti parlare di un argomento che ti interessa e non so come dirtelo. Ho da poco capito che sono stato un'idiota, voglio farmi perdonare ma non so come e inoltre credo che neanche voglia il mio perdono, in realtà credo che tu mi odi come solo poche altre persone. Non so come dirtelo e credo che non ne avrò mai il coraggio perché sono un vigliacco, sì sono un vigliacco e me ne vergogno tremendamente.
                                                              con affetto,
                                                            Felpato.

Quando finii la lettera notai che stavo piangendo senza neanche accorgermene, e con la lettera tra le mani e le lacrime sul viso, mi addormentai.

Erano finite le vacanze natalizie, ero nella Sala Grande per il banchetto, pensando ai miei genitori ma specialmente a quella lettera. In lontananza vidi Severus avvicinarsi e mi chiesi cos'aveva di cui parlare da farlo scomodare così tanto, una cosa che avevo in comune con Lily era avere come amico Severus. Era molto simpatico, diversamente da come molti dicevano era una persona di cui ti ci puoi veramente fidare e confidarti senza avere paura che racconti qualcosa in giro sui tuoi segreti. Quando fu a una distanza ravvicinata abbastanza da toccarmi, mi prese un braccio e mi trascinò fuori dalla Sala Grande sotto gli sguardi incuriositi di tutti.
«Ma che ti prende?!»
«Ti devo parlare, è urgente» mi disse una faccia terrorizzata, al che io mi spaventai.
«Cos'hai fatto Severus?»
«Io non volevo, te lo giuro, ma mi ha obbligato.»

15h prima
Severus Pov
Stavo passeggiando tranquillamente nel bosco, quando improvvisamente sentii un fruscio provenire da degli alberi dietro di me. Non feci in tempo a girarmi che sentii un lampo colpirmi alla testa e poi, il buio più totale.
Mi risvegliai in una fradicia cella sotterranea di non so quale posto, rimasi lì a cercare una cia di fuga quando un uomo incappucciato venne verso di me, aprì la cella e mi disse semplicemente di seguirlo con un tono burbero. Mi condusse in una stanza molto grande che aveva dei colori abbastanza tetri, la stanza era completamente vuota tranne un punto in cui c'era un caminetto e una poltrona.
«Grazie McFinland, ora puoi andare» parlò una voce rauca che sembrava essere un serpente, aveva una voce tetra che procurava terrore.
«Bene bene, è da un po' che ti osservo sai? Sei un soggetto interessante. Ti osservo costantemente e in questi anni ho visto in te una persona forte e potente»
«Questo cosa significa? Chi sei tu?»
«Ma come? Non mi hai riconosciuto? Sono il Signore Oscuro, sono Voldemort, sono il mago più potente mai esistito» disse con un luccichio di follia negli occhi e con voce di chi crede di poter sconfiggere il mondo da solo.
«Ora, tornando ai fatti, sei qui per far parte del mio esercito. Sei qui per diventare uno di noi, ira ti chiedo: vuoi diventare un Mangiamorte?»
«Ah e prima che tu possa rispondere, ho i tuoi amici sotto controllo, se mai non dovessi accettare li farò fuori personalmente. Hai tempo fino a domani.»

Ero nella cella da ormai molte ore a pensare all'offerta quasi obbligatoria che mi ha proposto. Da un lato non posso accettare perché deluderei Artemisia e Lily, ma dall'altro non posso far si che loro muoiano per colpa mia.
Rimasi a pensare alla mia risposta per un tempo che a me sembrava infinito, quando l'uomo incappucciato tornò e mi riportò nella stanza di prima, e poi se ne andò in silenzio.
«Allora, hai pensato alla tua risposta?» mi chiese con quella voce tanto animalesca. Io rimasi in silenzio per qualche minuto fino a quando non risposi.
«Sì, la mia risposta è sì»
«Lo sapevo che saresti stato abbastanza intelligente da accettare. La cerimonia avverrà questo pomeriggio, ti ho fatto portare la veste nella tua cella.»

Era ormai pomeriggio inoltrato quando venni bendato e portato in una stanza dalle dimensioni piuttosto ragionevoli: era una stanza completamente vuota che aveva le pareti colorate di un nero intenso. Al centro della stanza c'era un cerchio di persone incappucciate con un mantello nero. L'uomo che mi stava mantenendo per i polsi mi aveva portato al centro di quel cerchio, dopo qualche minuto arrivò il Signore Oscuro con il suo mantello svolazzante.
«Severus Tobias Piton, sei pienamente conscio che stai proclamando ufficialmente la tua fedeltà solo e soltanto a me?» mi chiese Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.
«Sì»
«Bene, ora in segno della tua fedeltà verso il Signore Oscuro compi uno degli atti più atroci che un essere umano può compiere: l'omicidio»
«Co-cosa?»
«Oh piccolo ingenuo, pensavi davvero di potertela squagliare così per poi andare a spifferare i nostri piani a tutto il mondo magico?»
«NO! I-io non intendevo fare assolutamente niente di tutto ciò!»
«Bene ragazzo, dammi il tuo braccio» disse con uno sguardo perfido.
«Cosa?»
«Non ci senti? Ti ho detto di darmi il tuo braccio» Lentamente glielo porsi e lui lo prese così selvaggiamente da farmi quasi paura, prese la bacchetta e disse uno strano incantesimo che non ho mai sentito. Dopo aver osservato attentamente il suo operato mi lasciò l'arto e ghignò in modo inquietante, solo pochi istanti dopo mi accorsi di cosa aveva fatto realmente al mio braccio: c'era un disegno enorme di un teschio nero che sembrava difficile da nascondere, e questo mi inquietò e non poco.

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uhm, so che non publico da una settimana e lo so che avevo promesso di aggiornare presto,
ma amatemi
ora, secondo voi come proseguirà la storia? commentate, voglio sapere se vi sta piacendo oppure no AHAHA
scusate per gli errori grammaticali non voluti
accetto le critiche e spero che commentando e criticando riuscirete ad aiutarmi a migliorare la storia :^
ma parlando di altro giuro che publicherò presto :'D
se il capitolo vi è piaciuto commentate con una stellina

Neve Nera𖧷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora