Capitolo 1

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Sono Megan.

Sono una semplice ragazza che abita da tutta la vita in una città di periferia, in provincia di Torino.

Nulla di nuovo, nulla di straordinario.

Sono solo io, Megan, ma con un sogno nel cassetto, un desiderio che era in me da tempo ma che solo ora ho deciso di seguire: diventare un'attrice.

Mi ritrovo a pensare che non sono per nulla soddisfatta della mia vita.

Ciò che faccio e ciò che ho non mi piace più, mi sta tutto stretto e se mi soffermo anche solo a pensare alla mia situazione attuale sento la gola stringersi fino a farmi mancare l'aria.

Come ci sono arrivata a tutto questo?

Fino a qualche tempo fa credevo che fare la restauratrice fosse il lavoro dei miei sogni ma ero solo una ragazza quando ho scelto.

Avete presente quando i professori alle medie o alle superiori vi chiedevano: "Cosa volete fare da grandi?"

"Io voglio diventare restauratrice!!" era la risposta che tenevo sempre pronta, ed effettivamente in qualche modo ci sono arrivata.
Qualsiasi obiettivo prefissato l'ho sempre raggiunto, sempre.

Tra alti e bassi, certo, ma c'è l'ho sempre fatta ed è questo che conta.

Ma oggi... beh oggi sono cambiata, sono totalmente un'altra persona.

La vita mi ha portato a crescere, a maturare...

Non sono più la Megan a cui va bene tutto.
Io voglio migliorare me stessa e capire cosa voglio davvero, senza "se"  e senza "ma".

Per troppo tempo ho detto sempre e solo "Sì" anche quando in realtà non era ciò che desideravo per davvero.  Non ho mai fatto nulla solo per me, pensavo prima agli altri e poi alla sottoscritta.

Tutto questo non mi sta più bene, non voglio vivere per altri, voglio farlo solo per me stessa.

Voglio trovarmi a dire "Sono chi voglio essere" e pensarlo per davvero.

Mi ritrovo la sera a leggere libri e fantasticare immaginando di interpretare la parte della protagonista in un set cinematografico.

Lo devo ammettere: qualche volta mi metto davanti allo specchio e provo a recitare ciò che trovo scritto, aggiungendo magari qualche espressione per rendere "mio" il personaggio.

Ogni sera, credetemi davvero ogni sera, mi trovo a riflettere se buttarmi o meno e fare un grande passo: andarmene via da qui per arrivare a Londra e provare a fare vari casting. Farlo o non farlo?
Non parlo con nessuno di questa scelta se non con mia madre...
Mia madre è il mio angelo, mi sostiene e mi guida in ogni scelta.

Lei è l'unica che può capirmi e incoraggiarmi perché lei pensa solo al mio bene e non come fa... beh lasciamo perdere quell'altro, non voglio rovinarmi la serata parlando di mio padre.

La cosa che più mi fa paura è il cambiamento, penso sia normale, no?

Ho sempre avuto paura del cambiamento anche perché questo porta dei sacrifici e spesso porta dolore seppur necessario, solo così possiamo capire chi siamo veramente e cosa vogliamo davvero dalla vita.

Sento di essere in continua evoluzione.

Sento che non sto più bene in questo spazio.

Ho bisogno di andare oltre... qui non ho modo di svilupparmi, sono come bloccata in un guscio che è troppo stretto ormai, mi sta tappando le ali.

Credo che mi spetti qualcosa di grande, sono destinata a molto più di questo.

Non so bene cosa ma percepisco la grandezza; devo solo avere il coraggio di prendere in mano la mia vita e iniziare a piccoli passi la metamorfosi: raggiungere i piccoli obiettivi per arrivare a quelli più grandi.

Sono in continua evoluzione: spesso mi ritrovo a non riconoscermi più nei miei tatuaggi, nei miei ricci, nel colore dei miei capelli...

Forse sono solo alcune altre parti di me che cercano di uscire fuori, vogliono solo esprimersi anche loro.

Dopo aver fatto la doccia, ogni giorno come se fosse ormai un rito o un'abitudine, mi guardo allo specchio e provo a ripetere quelle parti che trovo nei libri che leggo e... piango... mi emoziono...
Non sono pazza, o almeno credo, semplicemente entro nella parte.

Poi però mi rendo conto che sto fantasticando troppo, mi sciacquo il viso e ritorno in me.

Aspetto un attimo, ovviamente non posso uscire dal bagno con gli occhi gonfi e rossi, chissà cosa penserebbe mia madre.

Non voglio che si preoccupi per me, proprio non mi va.

Mi ritrovo spesso a guardare i film interpretati da James Dean.

Li osservo sempre con un'attenzione particolare; guardo i suoi sguardi, i suoi gesti... quel ragazzo aveva una marcia in più!

Entrava così intensamente nella parte che, a quanto dicono le notizie su internet, a volte continuava a piangere nonostante fosse finita la scena da recitare.

Forse, o almeno così penso io, esprimeva solo una parte di sé.

In qualche modo mi rivedo molto in lui.

Non so... mi sento connessa con lui senza sapere bene il perché.

Giuro che ogni volta che guardo i suoi film mi emoziono, percepisco la sua sensibilità e la faccio mia.

Pensandoci bene, un altro personaggio che mi affascina molto del modo dello spettacolo è Freddy Mercury.
Al di là del suo talento penso che fosse una persona con una spiccata sensibilità: aveva voglia di esprimere, in qualche modo, tutte le diverse parti di sé.

Questa sua ricerca di sé si è conclusa nel peggiore dei modi: con la morte. Mi piace però pensare che lui avesse capito il suo vero essere nel momento della malattia.
Ok, so bene che queste persone sono morte molto giovani... James Dean aveva solo 27 anni per esempio.

Credo però di averli presi come esempio per imparare a non avere paura della propria sensibilità, anzi vederla come un nostro punto di forza.

Accertarla può portare ad un cambiamento positivo facendoci acquisire la consapevolezza di chi siamo.

Inoltre li stimo molto perché sono partiti dal niente: Freddy aveva un sogno che pian piano è riuscito a realizzare mentre James era un povero ragazzo senza un centesimo ma era comunque riuscito a diventare un attore molto stimato da tutti.

So che forse può sembrare assurdo ma sono certa che se credi fortemente in una qualsiasi cosa, prima o poi in qualche modo questa arriva.

Sarò l'unica a pensarla così?

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