Capitolo 10: Voglia Di Sapere

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Non riuscivo a dormire.
Mi alzo dal letto, fuori piove. Prendo qualsiasi cosa che trovo nell'armadio e mi vesto per scendere le scale per andare in cucina. Prendo un bicchiere di acqua, ho la gola secca, ho bisogno di bere!! Anche stanotte gli incubi non mi lasciano dormire, cosi prendo una coperta e vado verso la porta d'entrata per uscire a respirare un po di aria fresca. 
La notte mi avvolge nella sua oscurità. Rimango in piedi a fissare il nulla. La pioggia è rilassante, ma allo stesso tempo rende tutta l'atmosfera cosi macabra. Gli alberi sembrano acquisire delle forme spettrali, il buio sembra inghiottire la casa che si trova di fronte a me, ed il vento sembra che ti sussurri parole incomprensibili. I brividi percorrono la mia schiena facendomi sobbalzare e riprendere la mia lucidità. Sospiro e rientro in casa.
Una volta arrivata a letto prendo il telefono per vedere l'ora, sono le 4:30, lo ripongo sul comodino e mi infilo sotto le coperte per vedere se riesco a prendere sonno.
Il mio telefono squilla.. Apro gli occhi, ancora assonnata e impacciatamente lo prendo dal comodino.
<<Pronto?>> sbadiglio.
<<Evelyn buongiorno! Tutto bene?>>
<<Mark buongiorno. Si tutto bene, scusami ma stavo dormendo, sono ancora tutta assonnata. Dimmi, che succede?>> mi alzo dal letto per andare in bagno.
<<Ti va di andare a fare una camminata?>>
<<Si. Riordino il casino che ho in testa ed arrivo.>>
<<Ti aspetto all'inizio del sentiero dietro la scuola. Chiamami una volta li.>>
Mi guardo bene allo specchio, ho i capelli un disastro, e la faccia bianca come un cadavere.
Cerco di fare il possibile, un po' di trucco, una bella coda alta, infilo un paio di leggings neri, una maglietta bianca ed una felpa altrettanto nera, lasciata leggermente aperta avanti. Il mio amato nero non delude mai. Infilo delle scarpe comode e mi accingo alla porta.
Per fortuna il tempo sembra migliorare, prendo la bici ed inizio a percorrere tutto il quartiere fino ad arrivare al parcheggio della scuola. Parcheggio la bici, ficco le mani nelle tasche della felpa e inizio a camminare.
Il sole si fa alto in cielo dopo la forte pioggia di stanotte.
Resto colpita dalla bellezza di quello che ho intorno, superata la scuola. Siamo al fianco di una collina, per cui, un buon tratto è in pendenza.
Non ci sono molte piante, il sentiero inizia subito con un breve viale alberato per poi proseguire nel fitto bosco.
Passo accanto a qualche gruppetto di alberi, ad uno stagno dove mi piacerebbe fermarmi per osservarlo meglio fino ad arrivare al punto di partenza del sentiero, il punto di ritrovo mio e di Mark.
Poco più avanti scopro un altro laghetto, che chiaramente è un punto di ritrovo per i ragazzi, perché intorno ci sono delle panchine.
Faccio qualche passo in quella direzione, pensando di sedermi ed aspettare l'arrivo di Mark, prima di rendermi conto che una panchina è già occupata da Karen. E da Mark.
Accidenti!
Considerato che la loro conversazione sia provata, soprattutto per il corpo di Mark e quello di Karen piegati l'uno verso l'altro, mi volto per tornare indietro. Non capisco perché mi dia così tanto fastidio questa situazione da procurarmi un nodo alla gola.
Penso a quei occhi neri quando mi guardano, il modo in cui mi sfiora il corpo, o quelle poche volte che ho assapotaro i suoi abbracci mi faccia provare una sensazione indescrivibile.
Nel tornare indietro gli guardo per un'ultima volta, stanno litigando violentemente, così tanto che sento le urla di Karen fare eco in tutto il bosco.
Uno schiaffo parte sul viso di Mark.
Il suo sguardo è impassibile, impenetrabile, quel gesto non lo aveva scalfito per niente.
Mi fermo dove mi trovo e decido di aspettare.
Lui non fa niente, rimane in quella posizione per qualche minuto prima di prendere il telefono dalla tasca per poi girarsi verso la mia direzione.
Probabilmente mi ha visto.. Oh santo cielo, che faccio?
Cerco di ricomplrmi e fare finta di nulla, come se fossi appena arrivata.
Mark si avvicina sempre di più a me, mentre Karen sembra non si sia accorta della mia presenza, se ne va infuriata e senza voltarsi.
Penso sia una buona cosa.
<<Ragazzina, se arrivata finalmente.>> il suo sorriso beffardo mi fa bloccare per qualche secondo il respiro.
Rispondo con un cenno e mi guardo intorno come se non fosse successo nulla.
<<Non ti facevo così curiosa. >>
Deglutisco.
<<Di cosa stai parlando? Non sono curiosa, nell'aspettarti mi sono imbattuta in quella scena sgradevole. >>
Lui inizia a camminare, e senza rendermi conto mi ritrovo a parlare sola.
<<Posso chiedere cos'è successo?>> si, la voglia di sapere mi sta uccidendo.
<<Non sono cose che ti riguardano.>> la sua frase mi zittisce. Wow, inizio a credere che i due fratelli siano uguali.
Lo guardo di sottecchi, il suo sguardo è cupo, buio, privo di ogni emozione. Mi mette quasi i brividi.
<<Voglio stare un po' in silenzio in tua compagnia, chiedo troppo?>>
Faccio un cenno per dire No con la testa e lui respira profondamente.
Camminiamo l'uno a fianco dell'altro senza dire nulla.
Il suo sguardo sembra perso nel vuoto, privo di ogni emozione. Vorrei sapere cosa gli passa per quella testa!
<<Sei così insistente>> spezzino il silenzio dopo quasi venti minuti.
<<Cosa ho fatto?>> sbuffo.
<<Mi fissi, con uno sguardo curioso. Eh poi so benissimo quali sono le tue domande...>>
<<Allora rispondi se le sai già>> incrocio le mani al petto mentre lo fisso attentamente aspettando una risposta.
<<Devi imparare a farti gli affari tuoi>>
<<Scusami tanto se volevo sapere come mai il tuo sguardo è così perso e privo di ogni cosa, freddo.>>
Lo sento sospirare, non dice più nulla.
Il mio telefono squilla.. Un messaggio da Cami:

Ho visto Karen infuriata davanti scuola, chissà chi è stato a farla arrabbiare così tanto, I suoi capelli sembrano tutti elettrici dalla rabbia!
Volevo chiederti... Sai se a Mark piace qualcuno? Non che mi piaccia, sia chiaro.. Ma è un ragazzo interessante.

A questo messaggio non so cosa rispondere,ma nel leggerlo sento un nodo nello stomaco.
Ma cosa mi succede...
Ripondo il telefono nella tasca della felpa, Cami capirà se non rispondo.
<<Ora il tuo sguardo è perso nel nulla>> interviene lui, mettendosi difronte a me, bloccandomi la strada.
Sobbalzo.
<<Emh si, beh.. Niente di speciale, un messaggio inaspettato>> borbotto a sotto voce.
<<Da mio fratello? >> aggrotta la fronte fissandomi con uno sguardo tagliente.
<<No. Non è lui.>>
Il suo viso dopo la mia risposta si rilassa.
<<Ti va di uscire stasera? A pochi chilometri da qui c'è un bellissimo parco, dovrebbero allestirlo per la festa a tema "Sovrannaturale", so che a te piace il genere. Ora avrei da fare, per cui.. >>
<<Vedrò con mia zia e ti faccio sapere. >>
<<Perfetto allora! Torniamo indietro per quella scorciatoia lì.>>
<<Ma non c'è nemmeno un sentiero.. >> il mio sguardo dice tutto.
<<Conosco bene questo bosco. Dai vieni.>>

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 02, 2021 ⏰

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