«Ehi, Mamì! Com'è questa storia? Non bastava aver perso la casa a Pocatello, ora ci si mettono pure le piante a sfrattarci da una roulotte tutta brutta, tutta scassata e impantanata nella valle delle scoregge notturne?! Eh! Come te lo spieghi?!»«Squisitissima Bambam, vorrei tanto sapere anch'io come facciamo a passare da una situazione assurda all'altra! Eppure siamo belle, siamo brave e siamo... belle! Cosa abbiamo fatto di male, oh!» ribadì due volte il concetto la mora, come se fosse la migliore delle giustificazioni, mentre agitava un ramo mezzo secco contro la porta aperta del camper, quasi temesse che le piante camminassero oltreché parlare.
Liling invece, saltellava sul posto squittendo frasi in chissà quale lingua dell'estremo oriente, e le amiche non capirono se aveva paura o urgenza di andare in bagno. Niente di tutto questo, stava indicando una delle lastre levigate che la poca luce della sera precedente non aveva fatto capire cosa fosse. Eby, attratta dall'agitazione di Liling, lasciò perdere la roulotte, e si chinò elegante su una di quella pietra.
«Su, calmati Liling, fammi vedere» cercò di essere amabile nonostante la fifa. «Oh, ma qui c'è scritto qualcosa... vediamo... non si vede bene, è tutto deteriorato... ecco, Amatissima Belinda Ludsheen, madre amorevole e moglie devota, e poi qui c'è una data che non riesco a leg...» deglutì, e anche se era estate, si sentì assalita da milioni di brividi. Le altre invece furono più reattive e concise: urlarono: «Siamo finite a dormire in un maledetto cimiteeeroooo! Guardate quante lapidi ci sono tutte attorno! Ma cos'è il giardino d'infanzia di Fred Kruger!» correndo a destra e a manca fino a sfiorare una sincope simultanea, e quando a turno inciamparono sulle altre lapidi, gli strilli raggiunsero vertici da ultrasuoni. Lo si capì perché furono sommerse da un vespaio di pipistrelli sibilanti che le bersagliò come per ripicca per essere stato disturbato.
«Uh! Siamo cotte siamo fritte siamo morte!» strillò una scacciando i topi volanti, incurante di andare a finire contro le altre da come correva avanti indietro.
Il wapiti, ancora presente e in disparte accanto a una siepe ricca di bacche rosse, osservò la scena. Il labbro nero vibrante e lo sguardo annoiato. Si allungò verso l'arbusto generoso di frutti freschi, ma lo schiamazzo delle vicine lo disturbò, perciò fece sentire la sua protesta con un poderoso bramito col quale scacciò i pipistrelli... anche se atterrì talmente le drag queens che queste s'infilarono dentro la roulotte occupata dalle piante parlanti. Sbatterono lo sportello.«Ragazze... questa storia non mi piace più!» confessò Ebony Mamì. «Ci si mette anche quel bestione bicornuto adesso!»
«Era ora! E dimmi un po', cosa te l'ha fatto capire? Le patate ammutinate? I Cacciatori? Il bestione bicornuto urlante?» sindacò Bamby, e la mora scosse la testa rigettando tutte le probabilità esposte dalla messicana.
«Repentina incontinenza!» svelò col fiato corto.
«Ma cosa ci sta succedendo?» squittì Liling stretta a Eby pretendendo una risposta. Risposta che fu coperta da un fischio spacca timpani.
«Ehi, Cocche! Volete tornare al vostro posto o no?!» gracchiò proprio la fischiante pianta di Ebony. «È l'ora della lezione!»
«Su, dolcezze! Date un senso alle vostre brevi vite!»
Aggiunse quella piantata dalla orientale.«Ihihi! Avanti carine, noi siamo le vostre Lanterne, siamo vostre amiche» bisbigliò candidamente quella tutta fiorita. «Perché avete così tanta paura?»
«E perché da quasi un mese le cose che ci circondano non sono più le stesse?» ribatté Bambam.
«Perché siete delle streghe!» fecero coro i vegetali, e a quel punto Ebony, Liling e Bambam si guardarono l'un l'altra condividendo una smorfia di accondiscendenza.
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Drag Witches - pozioni e pasticci
FantasyIn questo pazzo mondo, se si esprimono desideri piantando una patata, può succedere che si avverino. Può sembrare una follia, ma a volte è così. Forse non si realizzeranno nei modi immaginati o nelle misure cercate, ma sì, i desideri possono avverar...