Lo strano malessere che aveva preso Yoongi prigioniero la sera del compleanno di Hoseok sembrava non volersi più allontanare dal suo animo. In quei pochi giorni si era sentito angosciato ovunque si trovasse: a lezione, a lavoro, persino nel letto, rannicchiato tra le braccia del suo ragazzo, che sembrava forse più preoccupato di lui perché non sapeva cosa fare per farlo sentire meglio.
E di certo non fu d'aiuto il fatto di svegliarsi senza Jungkook accanto, quella mattina, motivo per cui si mise a sedere di scatto, ignorando il mal di testa dovuto ad una notte trascorsa quasi del tutto insonne, con pensieri sempre peggiori che si profilavano nella sua mente. «Kook?» lo chiamò, il cuore che batteva così forte da risultare assordante, le mani strette attorno al bordo del piumone mentre il castano cercava di farsi il più piccolo possibile, di occupare la zona ancora calda in cui l'altro aveva dormito.
Detestava quella situazione, detestava quella maledetta paura e quella che lui avrebbe definito la consapevolezza che sarebbe successo qualcosa di brutto. Per questo voleva Jungkook accanto a sé, perché non gli sarebbe potuto succedere niente fino a quando sarebbero rimasti insieme, nella stessa stanza. Giusto?
Non poteva restare ancora in quella camera, non senza l'unica persona di cui avesse bisogno in quel momento. Si alzò, rabbrividì per l'assenza del calore del letto, ma scrollò semplicemente le spalle a quella considerazione ed uscì dalla stanza, dirigendosi in fretta verso la cucina. Aveva bisogno del suo ragazzo, aveva davvero tanto, tanto bisogno di lui, di vederlo e sapere che stesse bene.
«Kook?» fece un secondo tentativo, la voce più bassa di quanto non avesse voluto, spaventato dall'idea di non ottenere risposte. Si avvicinò alla cucina quasi correndo, ma alla fine si nascose dietro la porta, incapace di sostenere la dura realtà se i suoi occhi non avessero incontrato nessuno.
«Yoon? Ehi, piccolo, sei già sveglio?» Jungkook si avvicinò a lui, intenerito ma preoccupato dal suo comportamento. «Volevo lasciarti dormire ancora un po', prima di andare dai tuoi...» spiegò, per niente sorpreso dal modo disperato con cui il pianista lo abbracciò.
«Tu... t-tu starai con me, vero?» sussurrò Yoongi, il volto sepolto contro la maglietta verde indossata dal corvino. Quelle parole, se possibile, lo fecero sentire ancora peggio.
Jungkook gli lasciò un bacio sui capelli, odiandosi perché non sapeva come fare per far sentire meglio il ragazzo che amava. «Ma certo, Yoon. Ti ho già detto che non andrai più in quel posto da solo.» decise di cambiare argomento, accarezzandogli la schiena. «Adesso facciamo colazione?»
L'interpellato annuì, ancora contro il petto del corvino, che accennò un sorriso colmo di tenerezza a quell'agire che tanto lo faceva assomigliare ad un bambino. «Però dovresti lasciarmi, Yoon, almeno per farmi controllare che il caffè sia salito.»
Si considerò la persona più fortunata del mondo, nell'avvertire la tenue risata di Yoongi scuotere leggermente anche il suo corpo. Solo allora le sue braccia allentarono la stretta attorno al giovane pianista, gesto accompagnato anche dal progressivo allontanarsi del più basso. «Andiamo?»
Il castano fece un cenno d'assenso, già più tranquillo di quanto non fosse una manciata di minuti prima, e gli rivolse un sorriso che fece intravedere appena le gengive. «Andiamo.»
Le loro mani si intrecciarono con naturalezza, quella fredda di Yoongi stretta in un gesto protettivo in quella più calda di Jungkook, che lo rimproverò bonariamente per non essersi neanche messo le pantofole, mentre correva giù a cercarlo.
Fecero colazione in silenzio, senza alcuna fretta, il corvino perché ancora assonnato, il pianista perché invece spaventato dall'idea di dover tornare in quel posto per lui sempre più simile all'inferno. Forse, si ritrovò a pensare mentre beveva un lungo sorso del suo caffè pieno di zucchero, il motivo del suo malessere era solo quello, era tutto dovuto alla consapevolezza che sarebbe tornato a casa e al rifiuto sempre più spinto che provava per quel posto.
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Gold - {Yoonkook}
Fanfiction«...Insomma, era stato definito più volte il volto più bello della Corea, la punta di diamante che tutti osservavano, chi con desiderio e chi con invidia, il ragazzo che tutti ambivano a conoscere per vantarsene in seguito, chiunque avrebbe seguito...