La Famiglia Michelini

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Il giorno dopo, quando ci svegliammo, andammo in cucina dove i genitori di Stefano ci avevano preparato la colazione prima di partire.
"Sono sempre tanto gentili i tuoi" dissi,prendendo posto il posto che da sempre occupavo nella cucina di casa Carta.
"Anche i tuoi non sono da meno amore.. Solo al pensiero delle lasagne di tua mamma.. Mi viene l'acquolina in bocca." "Beh, quella potremmo organizzarla per il prossimo weekend?" "Ci sta.Però dai, ora mangiamo così poi ti accompagno a casa" concluse.
Una volta finito di mangiare, andai a recuperare la mia roba e partimmo verso casa mia. Una volta arrivati diedi un bacio a Stefano. "Grazie, amore mio, di tutto. Ci vediamo domani". "Grazie a te, amore. Ci vediamo domani a scuola" disse ricambiando il bacio e incamminandosi.
Percorsi il vialetto e arrivai vicino alla porta di casa dove notai la macchina dimio padre. "Papà?" chiesi, entrando. "Sono in cucina,tesoro."
Arrivato in cucina lo trovai ai fornelli,intento a preparare quello che dedussi fosse il nostro pranzo. Alla radio, riecheggiavano le note di "I have a dream" degli ABBA, che da anni erano il gruppo di famiglia.
"Ciao,tesoro! Allora Divertito a Gardaland?"
"Ciao,papà! Molto. La mamma?" dissi, prendendo dallo scaffale della cucina un fruttino.
"È andata a far commissioni. Ma è successo qualcosa, ieri? La tua felicità non sembra dovuta solo a Gardaland" chiese, ammiccante.
"Sì, è successo qualcosa in effetti" risposi imbarazzato. "Lo sapevo! Anche se ti volevo vergine fino al matrimonio" scherzò.
Quasi mi affogai con il succhino prima di rispondere. "Papà! Mi dispiace deluderti, ma la mia virtù è ancora salva e lo sarà ancora per un bel po'" risposi. "Io e Stefano ci siamo.." continuai, ma fui interrotto. "Tommy, sono a casa! Oh, ciao tesoro! È da tanto che sei tornato?" chiese mia madre, Valeria.
"Da poco inrealtà.." risposi. "E mi stava raccontando delle novità su lui e Stefano, ma tranquilla: è ancora vergine!"
"Grazie,papà. Davvero" commentai sarcastico.
"Si vede che hai un'aria raggiante tesoro. Ma non dirmi che vi siete detti le tre parole magiche!" concluse mia madre.
"È vero! Come ho fatto a non pensarci io?" esclamò mio padre.
"Ehi!Vorrei ricordarvi che sono vostro figlio, non un vostro paziente" dissi, dal momento che erano entrambi psicologi. Si erano conosciuti alla Facoltà di Psicologia quasi vent'anni prima e da allora non si erano più lasciati. Dalla loro unione ero nato io e uno studio che andava alla grande, anche se il loro sogno era quello di trasformare casa nostra in un Bed&Breakfast, dove i turisti potevano scoprire il nostro piccolo,ma bellissimo, paese.
"Comunque...Si" conclusi imbarazzato. Loro esultarono e corsero ad abbracciarmi.
"Mi state soffocando" dissi,fingendo di lamentarmi.
Loro risero e si staccarono. Mio padre tornò ai fornelli, mentre mia madre iniziò a mettere via la spesa.
"Mamma, hai bisogno di me o posso andare di sopra a sistemare le mie cose?" "Va pure,tesoro. Qua ci penso io".
Una volta arrivato in camera,presi le cuffie, chiamai Giulia e iniziai a sistemare
lo zaino. Dopo poco lei rispose:

"Matti!Sei a casa?" disse. "Sì, sono tornato da circa mezz'ora.Volevo aggiornati su una cosa successa ieri sera". "Un'attimo Matti. Dimmi, mamma. Ok, allora finisco di parlare con Matti e arrivo. Certo, te lo saluto. Eccomi, scusa. Mamma ha detto di salutarti".
"Salutamela tanto!" "Sarà fatto. Comunque, dicevi? Che è successo ieri sera?"
"Io e Ste ci siamo detti 'ti amo' per la prima volta". "E che effetto ha fatto? Sono contenta per voi" esclamò felice .
"È stato bellissimo e lui super carinissimo.L'estate non poteva finire in modo migliore. Tu invece? Cosa hai fatto ieri sera?"
"Ho cenato e poi sono crollata mentre leggevo 'Chosen' (Libro de 'La Casa Della Notte')."
"Me lo devi prestare appena lo finisci" risposi. "Certo. Ora tesoro devo andare che è ora di pranzo. Ci vediamo domani."
"Certo. A domani, tesoro".

Una volta chiusa la chiamata, finii di mettere a posto la mia stanza.Misi il telefono sotto carica e scesi a dare una mano ai miei genitori per il pranzo.
Il pomeriggio passò in fretta e quando tornai in camera era ora di andare a dormire. Notai varie chiamate di Stefano, così decisi di chiamarlo subito:

"Ehi,straniero!" rispose.
"Ciao, amore. Scusami, sono sceso per aiutare col pranzo e poi ci siamo persi a far pulizie e avevo il telefono in camera. Avevi bisogno?"
"Volevo sentirti.E poi volevo chiederti se domani ti andava di fare il pezzo di strada da casa tua a scuola insieme. L'ho chiesto anche a Giuli e a lei va bene."
"Va benissimo anche a me.. Amore"
"Mi piace sentirtelo dire..Amore" ammise.
"E a me piace dirtelo. Cosa hai fatto oggi di bello? "risposi sorridendo.
"Niente di che a dire il vero. Ho preparato lo zaino per domani, cenato e adesso sono sotto le coperte e ti vorrei qui a farci le coccole.Tu?"
"Anch'io vorrei essere lì a farci le coccole come ieri sera. Comunque, io ho aiutato i miei ad aggiustare qualche cartella dei loro clienti e poi anch'io ho fatto lo zaino. Dai, domani saremo sei ore insieme. Che dici se dopo scuola andiamo un po' al bar dai tuoi?" chiesi.
"Si può fare.Sperando che la Zanzi non ci dia dei compiti da subito".
"Non ne sarei sicuro" risposi, pensando al caratterino della nostra professoressa di italiano e storia.
"Appunto. Ora è meglio andare a dormire.Notte,Matti.Ti amo".
"Certo. Notte. E..Ste?"
"Si?"
"Anch'io." 

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