Oscar, esausta stava tornando in ufficio. Aveva appena finito una discussione stressante con il generale Bouillè.
I soldati erano rimasti agli ordini del colonnello d'Augout come aveva lasciato detto.
Ma i suoi soldati della guardia, non sono tutti come Alain, o Andrè...
Molti di loro la sera arrivavano a fare allusioni sul loro bel comandante biondo. Arrivavano anche a scommettere a soldi, di farsela almeno una volta.
In cuor suo Oscar temeva potesse accadere, perchè ultimamente tutti erano interessata a lei...e poi Andrè, che si era permesso di baciarla e di denudarla. Mai nessun uomo si era avvicinato cosí tanto a lei. Andrè diventó il primo uomo ad aver visto le sue curve perfette da donna.
Ricordava bebe quella sera, quando lo liquidó...vide la rabbia, la disperazione, e anche l'amore negli occhi del suo compagno. Riuscí a carpire quanto fosse potete il corpo di un uomo in un gesto...e non aveva ancora scoperta tutta la forza del corpo del suo uomo. Il "suo" uomo. Si, perchè anche se non voleva ancora ammetterlo, Andrè era l'unico uomo che riusciva a scatenare in lei un vulcane di emozioni, pronto ad esplodere, radendo al suolo per sempre quelle stupide barriere di ghiaccio che lei stessa aveva innalzato attorno al suo cuore.Camminava indisturbata per il corridoio, quando sentì una mano da dietro che le tappò la bocca, e a due/tre, la trascinarono in una stanza deserta della caserma.
Chi erano?
Denis Marotta, Alessandro Pascàle e Joseph Jovine...i tre depravati della caserma, che in un anno si sono fatti tutte le prostitute che c'erano a Parigi. Già, portavano il conto a chi ne possedeva di più!
Oscar si sentí impotente, lei sola contro tre colossi di quella stanza, che sapevano bene dove toccare una donna per farla i debolire e abbattere ogni suo tentativo di difesa.
-LASCIATEMI!-
-Scordatevelo mio bel comandante. Smettetela di fare il soldato. Tu sei una donna. Calda e orientale!-
Quelle parole le fecero capire delle loro intenzioni..mtra tutte le ragazze che c'erano, proprio lei? Lei...si...l'angelo e il diavolo della caserma, la rosa di Versailles...lei, che anche se trentaduenne, era una ragazzazzina giovane e prosperosa. Bella come una dea. Afrodite, c'è chi diceva, altri invece Atena...
Le bloccarono per bene le braccia e le gambe.
Aveva paura...molta piú paura di quanta ne avesse avuta con Andrè.
Uno di loro, il leader del terzetto, Jovine, si avvicinó e la bació con possessione bloccando il suo viso con le mani, introducendo con violenza la lingua nella sua bocca. Cercava in tutti i modi di liberarsi, di ribbellarsi...ma non ci riuscive, le forze la abbandonavano.
Sempre baciandola, con una mano, due dita inizio a toccarle sotto, l'intimità.
Si sentiva in trappola, terribilmente disperata, senza sapere come reagire, desiderava scoppiare a piangere istericamente...voleva solo morire.
Finalmente si allontanó da lei, ma di poco...sempre continuando a trastullarle il fiore della sua femminilità.
Non trovava nemmeno le forze di parlare.
-Mhh...guardati, ti stai bagnando. Ti piace?-
Accecata dalla rabbia del risentimento, gli sputò in faccia, dritto in un occhio.
-Ehi! Vedi di fare meno la rabbiosa mia cara comandante! Nessuno ti salverà. Vedrai, che alla fine ti piacerà e me lo chiederai tu stessa.-
-Lasciami, VERME!-
-Oh, non ci penso nemmeno!-
L'uomo cominció a toccarla in piú punti, per indebolirla.
-Noo!- mugugnò a denti stretti cercando di controllare il proprio corpo.
Ma non ci riusciva.
Andrè...doveva chiamare Andrè. Lui la stava aspettando per tornare a casa. Doveva urlare e chiedere il suo aiuto.
-ANDRÈ! AIUTO! ANDRÈ!-
-Andrè?Ahh ma allora è vero che voi due ve la intendete alle spalle di tutti gli altri in caserma. Ahah...quindi probabilmente non sei vergine...ahah...sarà piú facile per me allora.-
Quelle parole le fecero gelare il sangue.
Lei non aveva mai fatto l'amore, o sesso, o altro...era pienamente innocente, la sua flora era intatta.
Andrè riuscí ad udire le urla della sua amata che disperata urlava. La stava cercando da un pezzo, perchè ancora non riusciva a trovarla...
Spalancó la porta di colpo e la vide che a tre la stavano molestando.
Quella scena lo lascio semza fiato. Un'ira funesta si impossessò del suo corpo, come se Satana vi fosse entrato...
Sguainò la spada e la lanció a gran forza infilzando da dietro la schiena il primo aggresso che la stava molestando:Jovine.
-Andrè.-invocó il suo nome con le lacrime agli occhi.
-Joseph!- gridarono i due cumpagni, in preda al terrore.
Andrè corse verso di loro riprendendo la spada dal corpo del morto e la punto a Marotta. Sapeva bene che i due che volevano in particolare impossessarsi della sua Oscar, erano Marotta e Jovine. Pascàle si era fatto trascinare, ma non era il tipo da fare malefatte del genere.
-Andrè, fermo! Cosa vuoi fare?!? Farti arrestare?!? Troveranne tre cadaverí e la tua spada insaguinata.-
-Di me non mi importa niente. Ma voi morirete per aver osato sfiorare anche solo con un dito la mia Oscar!!!-
-Andrè...-
Puntò la spada alla gola di marotta e con una mano tenendolo stretto per il collo a volervo strangolare, che mi lasció andare e cosí anche Pascàle.
-Non lo fare!-
-Oscar...ti hanno molestata!!!-
-Non. Lo fare. Calmati.-
-Calm...calmarmi? Stai...difendendo coloro che...-
-Non lo fare!... Fallo per me.-
-Appunto...ascolta la tua fidanzata, fallo per lei!-
Andrè rimase li fermo a fissare quel poco di buono. Voltó un attimo lo sguardo su Oscar, la sua Oscar, e incrociando i suoi occhi azzurri, limpidi e lucidi, supplichevoli, il senso della ragione gli torno dominante.
Poi sospiró nervosamente e lo lasció andare.
-Ringrazia Dio che non ti ammazzo figlio di Pu..ana! La stessa cosa è per te Pascàle!-
Oscar sospiró rassicurata. Il suo Andrè si era macchiato di samgue per difendere lei e il suo onore.
È arrivato ad uccidere, per lei.
Avrebbe tanto voluto tirare un calcio al cadavere, ma per rispetto del morto...si, ma quale rispetto? Lui ne aveva forse avuto per il suo comandante, permettendosi di approfittare di lei?
Andrè...per l'ennesima volta l'aveva salvata da una fine orrenda.
Uscirono di li e sulla strada, cavalcavano distantu a testa bassa entrambi, lenti.
C'era un silenzio incredibile. Era già sera, dato l'accaduto.
A quel punto Oscar ruppe il silenzio, sospiró e con voce flebile e un po' timorosa.
-...Grazie.-
-Per cosa?- gia, per cosa? È sempre stato cosí. Lei si cacciava nei guai, e lui glie ne tirava fuori. Non voleva ringraziamenti, non voleva nulla in cambio. Voleva solo proteggerla, anche se era disperato.
-Se...se non fosse stato per te...-
-Già. Se non fosse stato per un povero fesso...a quest'ora quel depravato di Jovine ti avrebbe già bella che sverginata, maltrattata!-
Si poteva sentire la rabbia che emanava.
Si, era arrabbiato. Era stanco. E cercava di non pensare all'omicidio che poco prima aveva commesso.
-Sei...arrabbiato con me?-
-No.-
-Allora perchè!...sei cosí freddo?-
-Ho ucciso, una persona. Anche se era un poco di buono...comunque ho ucciso. Finisce sempre cosí. Che commetto qualche stronzata per proteggere te che non dai peso alla malizia degli uomini e...-
-Ma io come potevo...poteva accadere a qualunque donna e...-
-"E" cosa, Oscar?!?- alzó la voce in un primo momento, ma poi abbassò lo sguardo, tornando calmo.
-Fai...un favore a te stessa e a tutti: lascia...la carriera militare, e vivi da donna. Smettila di cercare di essere ció che non sei! È questo che ti porta alla tua superbia, allo stupro, alla morte, al continuo pericolo!-
-NON È COLPA MIA SE VOI UOMINI NON SAPETE CONTROLLARE I VOSTRI ISTINTI VOLGARI!-
"Se VOI UOMINI..." fino ad allora lei è vissuta a cavallo tra l'essere donna o uomo, per anni aveva vissuto da UOMO...e ora...proprio lei, che non sapeva riconoscere le due differenze...si permetteva, di giudicare come razza, il genere maschile.
-Ah...parli proprio tu che fino a due ore fa la pensavi diversamente, che hai lasciato le guardie reali per comandare questa banda di depravati per dimostrare di essere ció che non sei!-
Fermò Alexander e scese da cavallo. Era stufo di fare il burattino...
-Fermati e scendi! Parliamo a quattr'occhi.-
-Ma è tardi!-
-Non me ne frega nulla! Smonta e parliamo come si deve...una volta tornati a casa tu farai finte che non è successo nulla, e continuerai per la tua strada...muoviti, scendi!-
-Grandier sono il tuo comandante, non osare oltre.-
-Alla fine, io? Sbrigati! Scendi, altrimanti ti faccio scendere io da li sopra.-
-Mi stai mianacciando?!?-
Alla fine si arrese. Decise di ascoltarlo una volta tanto, e scese da cavallo parendosi davanti a lui.
Si fece una strana aria tra i due.
Andrè era improvvisamente calmo.
-Oscar...sei una donna...una bella donna...ci sono uomini che ragionano con il desiderio della lussuria, e non con la coscenza. Fino a che punto siamo arrivati? Guardami...un povero soldato, senza un occhio, che ha ammazzato per proteggere la donna che ama. Lo rifarei altre cento volte se fossero necessarie, per proteggerti. Ma...cosa sarebbe accaduto, se io non ci fossi stato ora?-
-Io...-
-Già...tu saresti stata il loro piatto preferito. Hai intrappreso la carriera militare, hai indossato quella dannata uniforme, ma adesso basta. Non sei piú una ragazzina. Sei una donna, che...vuoi o non vuoi accettarlo, sei debole. Adesso, erano loro tre, ma se era qualcun'altro, ti avrebbe di sicuro...trattata peggio in quei pochi minuti.-
-LO SO! Smettila, per favore di ricordarmelo ogni tre secondi! Lo so che sono indifesa! Che fisicamente tu sei piú forte! Che tu sei un uomo, io...io una...donna.-l'ultima parola la disse in modo dispregiativo.
-Una...specie di pupattola! A chi importa di me, di come mi sento io?!? Nessuno!-
-Bene...allora io sono nessuno. E sinceramente non mi sembra il caso di doventare Ulisse proprio adesso.- disse ironico.
Lui ha sempre avuto una punta di ironia nella vita, per sdrammatizzare i problemi che li affliggevano.
-Ahah...-una piccola risata isterica di lei riempí l'aria. -Ulisse, certo. Nella caverna di Polifemo. Ahah..nessuno. Ahah...-
-Va bene...adesso sei tu che mi fai paura.-
-IO?!? Tu hai ucciso una persona davanti a me, come un pazzo!-
-Ma ti ho salvato da una brutta situazione. E fai caso che anche io ho una coscenza, e "non vedo l'ora" di morire per scontare la mia pena bruciando all'inferno, cara mia.-
Il volto di Oscar si fece improvvisamente serio.
-Scusami. Mi sono comportata male con te. Tu mi hai...sempre protetta e salvata...in qualunque situazione io mi trovassi.-
Gli venne del coraggio e anche se con timore, gli posó una mano sulla gancia, carezzando il viso del suo amato.
-Perdonami se puoi.-
Ci furono dei pochi secondi di silenzio totale, prima che si udisse di nuovo la sua voce. -Ora...andiamo a casa, si è fatto tardi, Andrè. Mio padre...potrebbe arrabbiarsi.-~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~
Angolo autrice
Ciao a tutti😘
Ho solo tre domande da farvi.
•Come vi sembra questo capitolo?
•Volete che modifichi?
•Se avete qualcosa da dirmi che vorreste che ci sia nei prossimi capitoli, scrivetemelo qui sotto nei commenti.Okay, la terza era un'affermazione😜
Perdonatemi se il capitolo è un po' corto😥
Arriveduerciiiiiii

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L' Amore Non Va In Vacanza || Lady oscar X Andrè
Fanfiction[Scritta da CLEO_TAKA E TANIA XERIS in anteprima su Wattpad...] Sarà una ff con protagonisti la famiglia Jarjayes... un misto comico e a volte drammatico... Ma state pur certi che non vi annoierete... Il generale vuole far sposare sua figlia, ma lei...