Romano uscì dal balcone della casa di Antonio di mattina presto, con solo un asciugamano in vita. Portò una sigaretta alla bocca e se la accese, con l'eleganza che solo lui possiede.
Inspirò e buttò fuori il fumo, godendosi del panorama e della bella sensazione post-sesso mattutino.
Antonio lo raggiunse e lo abbracciò dolcemente da dietro.
Era davvero un momento di pace. Gli affari andavano bene, la polizia non aveva sospettati, Feliciano ormai aveva fatto grandi progressi ed era davvero bravo a prendere in giro i poliziotti depistandoli. Anche Romano era diventato più esperto nel settore: consigliava piani, comandava l'organizzazione dei lavori, tanto bene che sbalordiva pure Antonio stesso. Infine, la loro relazione stava proseguendo a gonfie vele negli ultimi anni.
E mentre il sole illuminava i loro volti riscaldandoli lievemente, Antonio ruppe il silenzio.
"Chiudi gli occhi mi Romanito"
"Se mi fai uno scherzo, spagnolo bastardo, giuro che ti picchio." Disse, chiudendoli lo stesso.
Antonio rise, e prese da un cassetto della scrivania una scatola di legno ricamata e si mise di fronte all'italiano.
"Aprili. Buon ventiduesimo compleanno"
La gioia di trovarci dentro una stupenda Revolver era tanta. Romano lo baciò per ringraziarlo.
La lucentezza del metallo e la lavorazione del manico lo avevano sempre incantato, già da giovane.
"Grazie mille Tonio"
"Di nulla mi amor. Ora vai, tuo nonno e tuo fratello stanno aspettando che ti vesti per andare a festeggiare con te."
"Sì, ora mi preparo. E a te, ci vediamo sta sera." Gli fece un occhiolino, e Antonio quasi non si resse in piedi dalla bellezza del suo amore.
Specialmente se aveva solo uno asciugamano addosso.
Nel frattempo che Romano si stava vestendo nell'alta stanza, Antonio si sedette sulla sdraio in balcone per rilassarsi.
Ricevette una chiamata inattesa, e un po' perplesso su chi poteva essere, prese il cellulare.
Era Ludwig Beilschmidt, suo fedele sottoposto e capo della cancellazione delle prove.
Il capo di chi faceva il lavoro di Feliciano, insomma.
Antonio si allarmò. Regole prestabilite imponevano nessun contatto col cellulare privato se non di estrema urgenza.
"Pronto"
"Boss, hanno arrestato uno dei nostri. Non è sicuro che non parli. Potrebbe confessare. Deve andarsene da dove si trova."
"Ti ringrazio dell'avvertimento, ma io non me ne andrò da qui."
"Ma perché?"
"Non preoccuparti. Avevo già previsto che poteva accadere e mi fido del mio braccio destro. Sarà divertente passare qualche giorno dentro."
"Boss lei non può-"
"Prima di tutto, posso tutto. Secondo, è un ottimo modo per aumentare il favore pubblico a nostro vantaggio. Il paladino della giustizia imprigionato dal corrotto governo giudiziario. Ti piace come titolo?"
Detto questo, richiuse la chiamata bruscamente.
Era nervoso anche se non lo aveva dimostrato.
Molto nervoso.
Anche se avesse provato a scappare da casa sua, dubitava che non lo avrebbero trovato a pochi chilometri di distanza.
Continuava a battere il piede per terra e si massaggiò le tempie.
Questo imprevisto era accaduto proprio in un giorno simile, quando tutto sembrava al suo posto.
Sapeva che tra poco sarebbero venuti a prenderlo.
Romano riapparse in balcone, mostrando il suo outfit elegante ma semplice, una camicia rosso magenta leggermente aperta, cappello e pantaloni neri.
"Ta-tan! Che ne pensi?"
"Penso che quei pantaloni mettano in risalto il tuo splendido culo."
Disse seduttivo lo spagnolo. Roma alzò gli occhi al cielo.
"Sei sempre il solito. Io vado"
"Divertiti amore. Ti amo"
"Anch'io" e si protesse per dargli un veloce bacio prima di uscire.
Uscì dalla porta, lasciando Antonio da solo, per dirigersi il strada, dove il nonno con il fratello lo stavano aspettando in macchina.
Antonio poteva vederlo, dall'alto, ma non restò in balcone.
Entrò e si vestì, il completo più bello che avesse.
Si fece bello per le foto che sapeva i giornalisti gli avrebbero fatto tra poco."Allora Roma, com'è va la vita?"
"Alla grande nonno. Non poteva andare meglio"
"La tua invece Feli??"
"Anche la mia! Il mio capo mi fa un sacco di complimenti per il mio lavoro ed è molto comprensivo."
"Vedo che l'allegria che sprigionavi da giovane non ti ha ancora abbandonato! HAHAHA! Oggi sarà un grande giorno, andremo nel mio ristorante italiano di fiducia e poi brinderemo a questo non più giovanotto!
Ventidue anni... come passa in fretta il tempo. Vi ricordate da piccoli, ogni volta che c'era un viaggio in macchina ci mettavamo a cantare le canzoni dei miei tempi!"
"Non dirmi che ti vuoi mettere a cantare pure ora"
"Eh certo che sì, Roma, cosa ti aspettavi??"
Roma sbuffò, e sorridendo si unì al coro appena formatosi cantando la canzone Vieni a Ballare in Puglia:
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Our Type of Mafia- SPAMANO FF
Fanfiction"Si lasciò scappare una lieve risata, immaginando cosa si sarebbe inventato per farlo uscire dalla cella." -Dall'intro "Rimasero a fissarsi negli occhi per lunghi secondi, o almeno, l'italiano provò a tenere il contatto visivo con gli occhi verdi de...