OTOM7 (finale)

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Erano ormai passate 32 ore da quando il governo aveva iniziato a bucare le fondamenta per entrare nel palazzo.
La tensione era alta.
Se Romano non riusciva a riportarlo in tempo, ci avrebbero rimesso pure i compagni mafiosi all'interno.
E Feli era preoccupato per suo fratello.
Nel silenzio della base, irruppe il suono della porta aperta con un calcio.
Con i colori dell'alba sullo sfondo, fece la sua apparizione Romano, seguito poi dal Boss.
"Vi siamo mancati!?" Esclamò lo spagnolo una volta entrato.
Presto fù abbracciato da Gilbert e da tutti gli altri.
Feli corse ad abbracciare in lacrime suo fratello.
La felicità riempì la stanza e tutti iniziarono a festeggiare il ritorno del loro Boss.
"Feli!" Lo chiamò Ludwig. "Il piano!"
"Certo certo!" Il piccolo italiano accese l'auricolare destro.
"Vee~ Arthur, abbiamo Antonio!"
"Ricevuto, iniziamo col piano."
L'inglese richiamò tutti i suoi colleghi nella hall.
Poi, con felicità, annunciò "cari miei ostaggi, questo pomeriggio sarete liberi!"
"Non è possibile. Carriedo è in prigione. È per liberarlo che ci tenete qua, no?" Chiese il Re.
Juan, avendo capito la notizia, gli rispose con "ANTONIO È LIBERO!"
Tutti i mafiosi festeggiarono, con grida di felicità.
Alfred improvvisò un mini balletto.
Quello meno contento era Berwald, che guardò triste Tino.
"Forza, andiamo a prendere i soldi." Ordinò Wang.
Rimase solo Berward di guardia agli ostaggi.
Presto se ne sarebbero andati da lì e lui non rivedrà più il biondino.
Anche Tino era triste. Non era per la sindrome di Stoccolma, a lui il mafioso interessava veramente.

Feliciano non riusciva a vederli senza fare nulla.
Attivò gli altoparlanti del palazzo.
La sua voce risuonò in tutta la stanza.
"Puoi portarlo con te, se lui vuole."
"Feli, cosa stai facendo?" Chiese sorpreso suo fratello.
"Aiuto l'amore!! Vee~"

Tino si alzò in piedi, di fronte allo svedese. Buttò le braccia al collo e lo baciò.
Ivan ritornò per chiamarlo, quando vide la scena dei due.
"Da da, commuovente. Ora sbrighiamoci."
Poi osservò Tino dalla testa ai piedi. "Venite."

I due seguirono il russo correndo su per le scale.
Berwald spostò con l'aiuto di Ivan i cannoni verso le finestre.
Li accesero.
Pochi secondi e sarebbero esplosi.
Non rimasero là, ricorsero giù fino alla porta sul retro del primo piano.
Mentre scendevano le scale, sentirono i botti.
Tutta Madrid li sentì.
Mezza popolazione della città si recò in piazza.
Il motivo, erano i miliardi di soldi che stavano piovendo davanti al palazzo, tutti appartenenti alla famiglia reale, che erano stati sparati coi cannoni.
"Presto, tutte le unità, bloccate i civili dall'entrare nell'area vietata! Ora!
Si può sapere come hanno fatto ad avere dei fottuti cannoni??" Ordinò Himaruya.
Fece la mossa più sbagliata che poteva fare, ovvero togliere le guardie dal sorvegliare le uscite del palazzo.
I mafiosi non fecero altro che uscire indisturbati, con calma, e dirigersi anche loro alla base operativa.

Francis gli ammirò dal monitor della polizia. Non potevano essere visti.
Fece finta di inciampare e cadde sullo schermo, che appena tocco il suolo si frantumò e la visione dei suoi compagni svanì.
"Bonnefoy che cazzo hai fatto!" Rispose agitato il suo superiore.
"Mi dispiace Himaruya."
"Questo non va affatto bene! Affatto! Rivoglio subito ordine!!"
Francis era felice che erano riusciti a scappare grazie al piano di Feliciano.
Poi realizzò: se erano usciti, vuol dire che Antonio era salvo!
Uscì senza dire nulla dalla tenda, ingorando i richiami dell'ispettore.

Quando raggiunse anche lui la base, erano tutti lì dentro, salvi.
Antonio gli andò in contro e lo abbraccio. Gil si aggiunse.

Romano si distaccò dal gruppo, per raggiungere Feli, Berwald e il nuovo arrivato Tino.
"Mi dispiace per aver fatto entrare un altra persona senza il tuo permesso, fratellone."
"Non preoccuparti Feli. Ho capito che se due persone si amano, devono stare insieme. A proposito, mi dispiace per averti tenuto nascosta la mia relazione, fratello."
"Stai con Antonio, vero?"
"Beh... sì."
"Si capiva anni luce di distanza, vee~!!"
"Perché, credi che il tuo imbarazzo quando stai con Ludwig non si sia visto?"
Feli sorrise imbarazzato e si grattò la nuca.

D'improvviso Antonio piombò dietro Romano, lo girò e lo baciò.
Davanti a tutti.
La maggior parte reagì sorpresa, invece chi lo aveva intuito o lo sapeva già, applaudì alla coppia.
Lo spagnolo si avvicinò all'orecchio del suo amato mentre lo abbracciava, e sussurrò "che dici, continuiamo i festeggiamenti da soli?"
Roma annuì contento. Voleva finalmente tornare a casa con lui.
"Signori, vi ringrazio per il vostro operato. Da dopodomani rivoglio tutti ai propri lavori." Annunciò il Boss, per poi trascinare fuori Romano.

Feli era contento. Beh, lui lo è spesso, ma quella sera particolarmente.
Guardò Ludwig, che arrossì quando notò gli occhi castani su di lui.
Feliciano prese una rincorsa e gli saltò addosso, dandogli il loro primo bacio.
"QUA BISOGNA FESTEGGIARE RAGAZZI! KESESESE" Urlò Gilbert con un boccale di birra in mano.
Fecero un brindisi, al loro splendido lavoro.
"Perché la mia bibita non è alcolica??" Si lamentò Alfred.
"Perché sei piccolo." Rispose Ivan con una bottiglia intera di Vodka in mano.
"Concordo col russo." Ammise Arthur.
"Strano che tu concordi con qualcuno, mon cherie" si intromise Francis.
"Shut up frog."
"Io non sono piccolo, intesi!?!? Reggo perfettamente l'alcol."
Verso le 4 di notte, i mafiosi iniziarono ad uscire dalla base.
Ivan uscì portando in spalla Alfred, che stava male per aver bevuto troppo.
"Prenditi cura di lui, va bene?" Gli chiese Arthur.
"Da." disse prima di avviarsi nell sua macchina.
"Mon cherie, vuoi un passaggio?"
Alzò le spalle. "Perché no".
Gilbert guardò Roderich facendo gli occhi dolci.
"Vero che anche tu dai un passaggio a me?????"
"Ugh. Sali." Rispose alzando gli occhi al cielo.
Man mano tornarono tutti alle proprie case, anche Wang, Feli, Ludwig, Berwald, Tino, Juan. Non sarebbero rientrati in quella base per un bel po', essendo utilizzata solo per le emergenze.

La mattina dopo, Romano si svegliò nel letto di casa sua.
Affianco, trovò Antonio scrivere al cellulare.
"Con chi scrivi?"
"Dal carcere ho inviato un sicario a minacciare Mureno e mi sto informando su come è andata, nulla di che."
"Mh mh, capisco. Me lo dai il bacio del buongiorno?"
"Neanche a chiederlo, mi amor"
Posò le labbra su quelle dell'italiano facendo un sonoro schiocco.
Quando si staccò, gli comunicò una bella notizia.
"Ho chiamato tuo nonno. Tra poco passa a prenderti con Feli così potrete festeggiare il tuo compleanno."
"Questa volta ti rivedrò sta sera, vero?"
"Puoi starne certo."
Lovi si alzò contento, per prepararsi ad uscire.
"Vederti mentre ti cambi è uno spettacolo per gli occhi." Commentò seducente Antonio.
"Dovresti vedere mentre mi spoglio allora."
"Uh, e quando potrò vederlo??"
"Sta sera amore. Sta sera."
"Te quiero mucho Roma."
"Anch'io bastardo."
Lovi era davvero contento di riavere il suo spagnolo tutto per se.
Lo amava davvero tanto.
Lo rendeva felice.
Romano ora si trovava alla porta, pronto per uscire.
Antonio lo stava salutando con un bacio e un abbraccio.
Poi, una volta che l'italiano uscì, si affacciò al balcone di quella sua nuova casa (dato che non poteva tornare a casa sua, si era trasferito da Romano) per salutare con la mano Feli e il nonno.
Poi si perse ad ammirare il panorama.
Da là poteva ammirare solo l'inizio del territorio spagnolo che gli apparteneva e sul quale operava.
Dato che era distratto, non notò la notifica del suo cellulare.
Il mittente era un suo dipendente:
<Il sicario che abbiamo mandato è stato ucciso. Ci hanno dichiarato guerra.>

FINE

(Anche se probabilmente ci sarà un sequel. Diciamo come una seconda stagione. È ancora tutto da idealizzare e da scrivere, ma potrebbe esserci.
Spero vi sia piaciuta la ff♡)

Our Type of Mafia- SPAMANO FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora