OTOM6

301 22 8
                                    

Ora che la polizia ha cessato gli attacchi dal giorno prima, per i mafiosi all'interno del Palazzo della Zarzuela era un momento di pace.
Ma non si poteva dire lo stesso per gli ostaggi, che tremavano ogni volta che passava davanti a loro uno degli infiltrati.
"Ma cosa avete da tremare tutti? Servite solo come scambio non lo capite??" Si lamentò Juan. Odiava fare il turno di sorveglianza, specialmente se il compagno che lo faceva con lui era il poco loquace Berwald.
Un ragazzo biondo dagli occhi blu, seduto insieme agli altri sul pavimento della hall, tremava più di tutti.
Senza volerlo, fece cadere il vassoio che gli avevano dato per colazione. Il cibo si rovesciò sporcando pavimento e vestiti.
Il rumore dell'oggetto che cadde sul pavimento risuonò per la stanza.
"Oh ma per favore!!" Esclamò il portoghese.
Berward si fermò davanti al ragazzo.
Il suo sguardo incrociò quello terrorizzato dell'altro.
Lo prese per un braccio e iniziò a trascinarlo in un'altra stanza.
"No per favore! Mi dispiace non capiterà più la prego non mi faccia del male! Mi lasci!"
Una volta che scomparvero dalla visuale, il terrore degli altri ostaggi aumentò.
"Liberatelo subito!!" Esclamò il re.
"Bella battuta" disse innervosito Juan.
Nell'altra stanza, il giovane continuava a chiedere perdono.
Lo svedese lo prese e immobilizzò per le spalle.
"Ti vuoi calmare?? Non ti farò niente."
"M-ma allora-"
"Tieni." Disse, porgendogli una loro divisa di scorta"dovrebbe starti, è della misura di Wang. Cambiati, che hai i vestiti sporchi."
Il ragazzo spalancò gli occhi.
"G-grazie..."
Quando iniziò a togliersi la maglia, si fermò. Le guancie si arrossirono, e chiese all'altro "potresti girarti?"
La risposta fu uno sbuffo, prima di voltarsi verso il muro.
Mentre sentiva il rumore dei vestiti del minore venire spostati, chiese: "come ti chiami?"
"T-Tino Väinämöinen, signore"
"Non sono così vecchio. Chiamami solo Berwald."
Dopo pochi minuti, finì di cambiarsi.
"Ho finito. È stato davvero gentile."
"Forza, ti riporto dagli altri."
Tino mentre camminava inciampò sul tappeto della stanza.
Fortunatamente fu preso al volo.
Quando gli sguardi dei due si incrociarono, l'imbarazzo riempì la stanza.
Rimasero immobili, pietrificati, in quella posizione.

"Ludwig guarda! Quei due si amano!"
"Feli, non dovresti guardarli." Commentarono dalla loro postazione di controllo.

Poi lo svedese si risvegliò e lo fece alzare, per poi riaccompagnarlo nella hall e continuare il suo turno di guardia, ma continuando a dare veloci sguardi a Tino, sempre timidamente ricambiati.

"Svegliatevi detenuti! È ora della colazione!"
I passi delle guardie si sentivano per tutti i corridoi.
La colazione veniva distribuita di cella in cella da 3 guardie: una che consegnava i pasti, una dava il comando di aprire la cella con il walkietalkie e una per sicurezza nel caso di ribellione.
"Camera 224"
La cella si aprì con un suono fastidioso.
Il detenuto li guardò male
"Dove cazzo è la solita guardia?"
"Ora ci siamo noi. Cambio di programmi."
La guardia che aveva appena parlato consegnò il vassoio.
La cella si richiuse.
I tre fecero 4 metri più a destra e si rifermarono.
"Camera 225"
"Carriedo la tua colazione."
Antonio si alzò dal letto velocemente.
Quella voce... ma cosa??
Quando vide Romano in divisa di guardia carceraria con il suo vassoio in mano per poco non urlò dalla gioia.
L'italiano riuscì a mantenere la copertura.
"Muoviti non abbiamo tutto il giorno."
Il Boss si alzò e si posizionò davanti a Romano fissandolo negli occhi.
"La ringrazio, nuova guardia. Mi dica, come si chiama?"
"Cosa può interessare a te?"
"Invece mi interessa eccome! Vedrò la tua faccia ogni mattina, il minimo è sapere a chi appartiene."
"Rodriguez."
"Roudiguez... mmh non ti si addice. Avrei pensato più un... Vazquez."
"Mica posso sceglierlo."
"No, certo che no."
"E ora prendi il tuo vassoio e chiudi la fogna."
"Perché sei così nervoso? Non sarai mica una di quelle guardie cattive??"
Ci scherzò su Antonio.
Posò una mano sulla spalla del suo amato.
Lovino si stava trattenendo tanto da non baciarlo e dal non chiedergli scusa.
Ma in fondo si divertiva a comandare il suo Boss.
"No... sono anche peggio." Prese il polso di Antonio e lo bloccò dietro la sua schiena, costringendo lo spagnolo a girarsi e a restare fermo.
"E la prossima volta che mi tocchi ti sbatto in isolamento."
Romano lo lascio andare, e la cella si richiuse tra di loro.
Continuarono il giro delle colazioni, mentre Antonio se la rideva in camera sua.

Our Type of Mafia- SPAMANO FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora