OTOM2

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Il sole era calato da poco.
L'ormai ventiduenne capo della Bianca Mafia era accompagnato dal suo braccio destro e da una scorta di uomini in uno strip club nel quartiere alto di Madrid.
"Ancora mi chiedo perché voi capi decidete di riunirvi in questi postacci." Urlò Roma, per farsi sentire sopra la musica.
"Perché qui nessuno si fa domande se giri con centinaia di euro in tasca, Lovinito."
"Tks" rispose Romano, per i soprannomi con il quale lo chiamava Antonio.
Tonio guardò il barista, abbassandosi di poco il cappello sulla fronte. Subito dopo, il barista gli indicò una porta in fondo alla stanza.
Una volta chiusa la porta dietro di loro, il silenzio incombe nella nuova stanza, semibuia tranne per un lampione in centro, situato sopra ad un tavolo rotondo di legno scuro.
Antonio prese posto, l'unico dei 4 rimasto vuoto. Romano restò in piedi, esattamente affianco al suo capo.
"Ora che ci siamo tutti, possiamo cominciare."
Romano li conosceva bene. Il primo alla sinistra, Juan Moreno, era a capo di un vastissimo giro di droghe. Il suo impero si estendeva per tutta la Spagna del nord, e voleva scendere verso l'Andalucia.
Quello di fronte, Carlos Torres, era invece il proprietario di una serie di bordelli. Aveva acconsentito a Moreno di vendere la sua droga anche nei suoi centri, così poteva venderla anche nella spagna dell'est.
Quello sulla destra invece, Miguel Blanco, non voleva trovarsi là. Un politico, corrotto e minacciato. Avevano bisogno di uno al potere legale, per la propria sicurezza. Probabilmente, nell'ombra, qualcuno gli stava puntando una pistola per evitare che provasse azioni eroiche, perché sudava freddo.
Moreno cominciò "Allora Carriedo, hai deciso di darmi il permesso di vendere anche nel resto della spagna o continui a fare il moralista?"
"Io mantengo il mio controllo a Ovest e a Sud. Non credo che io estenda la mia mafia anche a Nord, o sbaglio?"
"Pensaci bene, potremmo guadagnarci entrambi unendo i nostri poteri."
"Io non c'entro nulla con la tua droga da quattro soldi, Moreno."
Iniziò a mostrarsi infastidito dal tono di risposte di Antonio. Si raddrizzò la postura e poi si sporse in avanti, con fare minaccioso.
"Sentitelo, ti credi un santarellino a fare quello che fai, vero? Caro mio sei ricercato dalla polizia quanto noi. Tu punti pistole alla gente e ti credi superiore??"
"Dubito che tu non lo faccia se non ti pagano la merce."
Incazzato, si alzò dalla sedia e sbatté le mani sul tavolo.
Guardò Antonio infuriato e cercò di afferrarlo per il collo.
Prima che ci arrivasse, Romano gli puntò una pistola contro.
Automaticamente, dai bordi della stanza tutti gli scagnozzi di Moreno caricarono e puntarono le loro pistole verso Romano.
Antonio, che non aveva mosso un muscolo, accarezzò la schiena del suo compagno e sorridendo gli disse di abbassare la pistola.
"Ora calmiamoci tutti, d'accordo Roma? Io non ti acconsento di rendere dei drogati i miei dipendenti, devono lavorare in modo efficente. Fine delle trattative. Ora che abbiamo concluso, ce ne andiamo. Signori, è stato un piacere."
Fece un inchino e se ne andò, seguito dall'italiano e dalla sua scorta.
Una volta risaliti nel retro dell'auto, Antonio era preoccupato.
"Perché hai reagito così? Sai che se non ce ne è bisogno non devi estrarre armi."
"Io... non lo so, istinto."
"Volevi proteggermi?"
Romano non rispose. Più avrebbe parlato, e più poteva far capire i suoi sentimenti nei confronti dello spagnolo sviluppati negli ultimi anni.
Antonio però non lasciò andare l'argomento, anzi, aggiunse "è da un po' che ti vedo strano Romanito, più chiuso in te stesso. Non ti fidi più di me, è questo?"
"Non è affatto questo." Rispose quasi arrabbiato.
Antonio si avvicinò di più a lui. Portò la sua mano sopra al dorso della mano di Roma.
L'italiano continuava a guardare il paesaggio fuori dal finestrino per distrarsi.
La mano libera, Antonio la utilizzò per prendere il mento del minore e farlo guardare nei propri occhi.
"Spiegami Lovi."
Lovino non sapeva cosa rispondere.
Sia per l'imbarazzo della posizione, sia perché non voleva ammettere che si era innamorato, non lo ammetteva manco con se stesso, perché era profondamente sbagliato e impossibile secondo lui.
Antonio, capendo che non avrebbe ricevuto alcuna risposta, lasciò la presa nel mento, e si allungò verso il sedile davanti, rivolgendosi all'autista.
"Cambio di programma. Ci porti al ristorante più bello di Madrid."
Antonio non spiegò, si limitò a ricevere lo sguardo confuso del giovane.
E fu così che loro ottennero il loro primo appuntamento.

Una volta seduti al tavolo del locale, nella bellissima terrazza che dava sulla città, Antonio disse a Romano che poteva ordinare ciò che voleva.
"Wow Romanito il tuo piatto sembra davvero delizioso!"
"Perché mi hai portato qui?"
"Mi andava, sono il boss e ho scelto di mangiare qua."
"Se non avessi voluto?"
"Ma tu vuoi sempre stare con me"
Romano abbassò lo sguardo. Che avesse capito tutto?
"Senti Roma... credo di aver capito perché ultimamente non mi parli mai di te."
Le guance di Romano si facevano sempre più rosse dall'imbarazzo e gli occhi lucidi dalla paura.
"Ah si?"
"E mi dispiace di non avertelo detto e di avertelo solo fatto capire, ma vedi non sono riuscito a nascondere che ti amo e mi dispiace che questo abbia causato problemi tra di noi."
"... aspe ripeti"
"Che mi dispiace?"
"No prima"
"Che... che ti amo?"
Romano non ci poteva credere. Tonio aveva confessato i suoi sentimenti così, mettendoli in una frase totalmente errata.
"D-da quanto?"
"Beh da quasi due anni. E ultimamente l'ho fatto vedere troppo. Non è per questo che ti sei allontanato?"
"N-no io... non lo sapevo"
"Oh. Hem.. beh.. cazzo mi sono dichiarato adesso quindi. Mi dispiace ti avrò scioccato, non mi odiare ti prego" Antonio unì i palmi delle mani e abbassò la testa, in segno di scuse.
Romano non ce la fece più a vederlo così. E ora che sapeva che era ricambiato, poteva pure ammettere tutto.
"Tonio, mi sono allontanato perché mi sei iniziato a piacere. E da un bel po' anche."
Lo spagnolo alzò la testa di scatto, poi urlò "COSA?" Facendo girare tutte le persone verso di loro, mettendo ancora più in imbarazzo Lovino.
Rimasero a fissarsi negli occhi per lunghi secondi, o almeno l'italiano provò a tenere il contatto visivo con gli occhi verdi dell'ispanico.
Poi lo sguardo di Antonio scivolò verso le labbra dell'altro, volendo baciarle più che mai.
E lo fece, alzandosi velocemente e prendendo il minore per la nuca, avvicinandolo e premendo le labbra sulle sue, il tutto in una frazione di secondo.
Rimasero così a lungo, processando l'accaduto e assaporando il momento.
Fu solo un bacio a stampo, anche se a dire 'solo' viene sminuito parecchio.
Il miglior bacio a stampo di tutti i tempi. Le labbra morbide italiane contro quelle passionali spagnole. La scintilla si accese e il fulmine li colpì.
Uscirono di fretta dal locale, non pagando, tanto avevano già dato un sacco di soldi a quel locale grazie al loro lavoro. Il cassiere li salutò cordialmente, conoscendo chi erano e cosa facevano per lui.
Molti in paese, grazie a questo, li amavano.
Usciti dal locale salirono nel taxi privato che gli stava apsettando.
Si sedettero sul retro, e fu difficile per entrambi contenere la passione fino alla casa di Antonio.
Durante il tragitto, la mano dello spagnolo non si spostò dall'interno coscia dell'altro, facendolo eccitare sempre di più ad ogni minimo movimento.
Scivolava sempre più vicino al cavallo dei pantaloni, e Antonio potè giurare di aver sentito un gemito trattenuto.
Dopotutto non è da tutti i giorni scoprire che il ragazzo che ami è gay e che soprattutto ti ricambia.
Una volta parcheggiato, Antonio prese a mo' di sposa Romano, mettendo una mano dietro la schiena e una sul sedere.
Lo portò così dentro la sua villa in centro, salendo le grandi scale e aprendo la sua stanza, buttandolo infine sul letto.
Roma non si preoccupò di quanto stavano correndo con il loro rapporto, lo desiderava da troppo tempo. La cosa che invece lo preoccupò era che lui, ancora, non aveva avuto esperienze: prima perché non aveva ancora trovato nessuno, poi perché voleva solo una determinata persona.
"T-tonio io..."
"Lo so, non preoccuparti, ci penso io. Ti fidi di me?"
"Ciecamente."
Antonio e Romano consumarono il loro amore per la prima volta.
La prima delle tante.

Our Type of Mafia- SPAMANO FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora