13. Arrampicata

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Il giorno seguente, Noreen fu svegliata presto da Sygal per iniziare il suo allenamento. Pess aveva consigliato loro dei luoghi utili per arrampicarsi, attività che avrebbe rinforzato i suoi muscoli, il fiato e la capacità di concentrarsi. Sygal aveva proposto di svolgere l'addestramento di mattina, così poi Noreen avrebbe avuto il pomeriggio per seguire le lezioni con Pess, quando il mago l'avesse ritenuta pronta e lui avrebbe potuto duellare con Katla.

Noreen indossò dei pantaloni e una camicia pesante che le aveva prestato Pess, al posto del vestito rovinato, che sarebbe stato comunque troppo ingombrante. Era strano per lei indossare dei pantaloni, ma doveva ammettere che fossero molto più comodi della gonna di un vestito. Prima di scendere al piano di sotto, decise di indossare anche una giacchetta, temendo di avere freddo.

Uscì dalla stanza chiudendo piano la porta per non fare rumore. Da quando si era ripresa, lei e Katla avevano iniziato a dormire insieme, perché non c'erano abbastanza letti nella casa. Infatti, Pess aveva costruito solo due stanze per ospiti e Sygal, all'inizio, aveva ceduto la seconda a Katla, optando per dormire sul divano. In questo modo, avevano lasciato lei da sola nell'altra, così che potesse stare comoda e guarire.

Katla non si mosse quando la porta scricchiolò e Noreen sospirò di sollievo. Katla le dava l'idea di essere quel tipo di persona che odiava essere svegliata se non era necessario.

Scese le scale al buio, aggrappandosi al corrimano, per paura di ruzzolare giù dagli scalini. Il salotto era avvolto nell'oscurità e Noreen si avvicinò al camino con l'intenzione di ravvivare il fuoco, ormai quasi spento. La dimora era fredda, dopo tutta la notta. Si avvolse di più nella giacca, tremando per la bassa temperatura. Sperava che con il sorgere del Sole, sarebbe arrivato anche un po' di caldo. Sbuffò, contrariata, quando non trovò nessun pezzo di legna per il fuoco. Ormai non si vedevano nemmeno più le fiamme, ma solo qualche scintilla. Se non avesse agito in fretta, si sarebbe spento da lì a poco. Si girò una volta per vedere se qualcuno nella casa si era svegliato e la stesse guardando. Appurato di essere sola, allungò una mano verso le fiamme e si concentrò.

Immaginò che il fuoco si rianimasse. Usò il calore prodotto dagli ultimi tizzoni per ingrandire la fiamma. Chiuse gli occhi e vide di fronte a sé una scia argentea che fluttuava intorno al fuoco, infondendogli vita. Spalancò le palpebre e ritrasse di colpo il braccio, non appena avvertì il palmo caldo, come se si stesse bruciando. Sorrise al camino, contemplando cosa era stata in grado di fare.


«Eccoti! Possiamo andare» la salutò Sygal, aprendole la porta d'ingresso per farla uscire. Noreen gli sorrise per ringraziarlo. Fece un bel respiro non appena l'odore di pini e sottobosco la pervase. Le piaceva quella radura in mezzo alle montagne. Sembrava di trovarsi in un mondo del tutto diverso da quello dove aveva vissuto. Per quanto bella fosse Ezner, non poteva competere con la bellezza di quei luoghi.

«Iniziamo con una corsa per scaldarci» propose Sygal, incamminandosi in mezzo alla vegetazione. Noreen lo seguì all'istante. Notò che il ragazzo si era portato dietro la sua spada e un piccolo zaino contenente qualcosa.

Corsero per parecchio tempo, senza mai fermarsi o rallentare e Noreen iniziò ad avere il fiatone dopo poco. Non pregò Sygal di fare una pausa nemmeno quando le gambe iniziarono a dolerle e il fianco a pulsarle. Continuò a correre, ripetendosi nella mente che era l'unico modo per imparare a controllare bene la magia. Nessuno dei due parlò. Risparmiarono il fiato per lo sforzo.

Dopo un tempo interminabile, Sygal la condusse in una radura e lì si fermò. Davanti a loro si stagliava una parete rocciosa, che andava a costituire una parte di una delle vette di Bellinkut.

«Riprendi fiato, che dopo la scaliamo» le disse, sorridendole, mentre le passava una borraccia tirata fuori dallo zaino.

Noreen guardò la parete a occhi sbarrati. Dovette inclinare la testa all'indietro per vederne la cima. Deglutì a fatica e preferì concentrarsi sull'acqua a disposizione. Bevve assetata e si sentì meglio quando la bevanda le rinfrescò la gola.

La Regina d'ArgentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora