29. Malessere

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Era notte fonda, quando Sygal venne destato dal sonno agitato di Noreen. La ragazza si era addormentata di fianco a lui, dopo che avevano finito di cenare. Era stato fortunato nel trovare nelle vicinanze un gruppo di cerbiatti. Catturarne uno non gli aveva richiesto più di qualche minuto. Kateur l'aveva aiutato a prepararlo e cucinarlo, per evitare che Noreen usasse ancora la magia. Si era assicurato che Galapey mangiasse il più possibile, mentre teneva d'occhio Noreen. Aveva avvertito qualcosa di strano in lei. Non riusciva a identificare ciò che sentiva, ma non gli aveva permesso di rilassarsi, nemmeno quando si erano coricati per dormire. Si era offerto di fare il primo turno di guardia, per poter rimanere sveglio un altro po' e controllarla. Quando Katla gli aveva dato il cambio, si era disteso, rivolto verso Noreen e aveva provato a chiudere gli occhi.

Non era sicuro di aver dormito molto, quando si risvegliò. Noreen aveva le sopracciglia aggrottate e continuava a stringere i denti, come se stesse avvertendo del dolore fisico. Sygal si raddrizzò, poggiandole una mano sulla fronte. Le scostò la coperta che la copriva, realizzando quanto scottasse.

Katla si avvicinò, attirata dai suoi movimenti e si inginocchiò di fianco a lui. «Cosa succede?».

«È bollente. Non capisco cos'ha» mormorò Sygal. «Sveglia Kateur».

Katla si diresse verso il giaciglio del cavaliere e, dopo aver afferrato l'elsa della spada del giovane, gli scosse una spalla. Il braccio scattò, pronto ad alzare la lama, ma Katla si oppose con forza. «Kateur!».

Il ragazzo spalancò gli occhi e sospirò, distendendo le spalle, non appena la riconobbe.

«Che vuoi?!» borbottò, massaggiandosi le palpebre.

«Noreen non sta bene. Ha qualcosa che non va» lo avvisò, rialzandosi per tornare dall'amica. Kateur la seguì subito.

«Sembra febbre» constatò, dopo averle poggiato una mano sulla fronte.

«Come la si cura?» chiese Katla, con voce tremante.

«Perché queste ciocche sono bianche?» domandò Sygal, nello stesso istante. Afferrò i capelli di Noreen e se li rigirò tra le dita, accigliato.

Un rumore li fece girare tutti di colpo. Galapey si era svegliato e si stava agitando sul posto, grattandosi le braccia con frenesia.

«Galapey?» lo chiamò Katla, inarcando un sopracciglio.

«Perché Noreen mi sta trasformando?» ribatté il ragazzo, con voce rauca, mentre gli arti venivano ricoperti dalle sue squame verdi.

Tutti riportarono gli occhi su Noreen, mentre Galapey completava la mutazione. Il drago color smeraldo allungò il collo e annusò il viso della Regina. Emise un ringhio basso e prolungato, che fece preoccupare Sygal, che la strinse tra le sue braccia.

«No!» gridò Katla, prima che la voce le sparisse. Arretrò di un passo, mentre le unghie le si allungavano e gli occhi divenivano bianchi. Katla provò a slacciarsi il vestito, ma a causa degli artigli affilati, finì solo per strapparlo in più punti.

Kateur e Sygal osservarono atterriti anche la sua trasformazione.

«Cosa facciamo?!» esclamò Kateur, senza controllare la tensione nella voce.

«Sto per mutare anche io. Prendi lei e sali sulla mia schiena. L'unico che ci può aiutare è Pess, spero. Queste ciocche bianche mi preoccupano. Inoltre, se ci stiamo trasformando senza la volontà di Noreen, significa che sta male» disse Sygal, in fretta. Adagiò il corpo inerte di Noreen tra le braccia di Kateur e ritrasse le mani, mentre le unghie si affilavano.

Kateur posò Noreen al suolo, giusto il tempo di sistemare la sacca e legarsela dietro alla schiena e allacciarsi addosso le armi dei compagni. Kateur scrutò nervoso la groppa del drago rosso, chiedendosi come avrebbe fatto ad arrampicarvisi sopra con Noreen tra le braccia. Sygal gli venne in aiuto, accucciandosi a terra e inclinandosi verso di lui, per diminuire il dislivello. Kateur sistemò prima Noreen sulle drago, senza staccare la mano dalla spalla della giovane e si issò su con l'altro braccio.

Sygal si alzò in volo, seguito dai compagni, mentre Kateur avvolgeva il suo mantello intorno a sé e a Noreen, per evitare che prendesse freddo a causa dell'aria della notte.

I draghi volarono per il resto della notte e non si fermarono neppure la mattina successiva. Kateur notò che Sygal stava volando a un ritmo più sostenuto rispetto al solito. Katla non faceva fatica a stargli dietro, ma Galapey era rimasto indietro, a parecchi metri da loro. Kateur si girò più volte, per controllare che la belva verde non si perdesse o precipitasse. Fu più volte tentato di fare presenti a Sygal le difficoltà del compagno, ma il rettile rosso non sembrava intenzionato ad ascoltarlo.


A metà giornata, Sygal iniziò a scendere di quota. Kateur aguzzò la vista, cercando di capire cosa avesse individuato il drago che lo convincesse a fare una pausa. Le montagne di Bellinkut si stagliavano ancora lontane davanti a loro. Kateur non aveva idea di quanto ci avrebbero messo a raggiungerle, ma sperava che quel viaggio travagliato giungesse presto a termine. Sapeva che Pess, il mago di cui avevano più volte parlato i suoi compagni, viveva nelle foreste di Bellinkut, ma non aveva idea di dove con precisione. Si auspicava che i draghi ricordassero la posizione esatta. Ci avrebbero messo settimane a trovarlo, altrimenti. Le catene montuose di Bellinkut dividevano le pianure di Veliy dalle colline di Cevix e facevano da barriera, invalicabile in alcuni periodi dell'anno, quando i sentieri erano tutti ricoperti da metri e metri di neve. Solo vicino alla costa si interrompevano, creando un passaggio non troppo scosceso per passare. Molti viaggiatori preferivano raggiungere il passaggio, piuttosto che affrontare le vette, ma così facendo la strada si allungava a dismisura. Ci si potevano mettere anche mesi e mesi in più per costeggiare le montagne, invece che attraversarle.

Sygal e gli altri draghi sorvolarono un piccolo boschetto, non troppo fitto, ma che sarebbe stato perfetto per fare una pausa. Katla fu la prima a scendere a terra. Kateur la fissò, teso. I draghi erano predatori ferali, ma sapeva bene che i briganti e i cacciatori esperti erano altrettanto bravi a mimetizzarsi.

Galapey seguì la compagna, mentre Sygal rimaneva sospeso per aria. Aspettarono immobili, finché Katla non emise un breve ruggito. Sygal scese con calma e si adagiò al suolo, tentando di essere meno brusco possibile, per non rischiare di far perdere l'equilibrio a Kateur e far cadere Noreen.

Kateur si lasciò scivolare a terra, stando attento che Noreen non sbattesse la testa al suolo e si facesse male. I draghi si allontanarono a turno e il cavaliere lasciò per un po' Noreen sotto la custodia di Sygal. Non andò troppo lontano, per non rischiare di imbattersi in qualcuno o perdersi. Quando tornò dai compagni, anche Galapey, l'ultimo a essersi separato, sbucò dalla vegetazione.

Sygal girò la testa verso di lui e dal modo in cui lo fissò, capì che stavano per ripartire. Kateur afferrò Noreen, mettendole un braccio sotto le ginocchia e l'altro dietro alle spalle, per sorreggerle il capo riverso.



La Regina d'ArgentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora