31. Discussione

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Qualcosa la sfiorò piano, come timorosa di farle del male. Noreen aprì piano una palpebra, ma la richiuse subito, infastidita dalla luce che entrava dalla finestra di fronte a lei.

Si rese conto, solo dopo qualche secondo, che non c'era nessun altro con lei nella stanza e che la presenza che avvertiva era nella sua testa. Si protese verso la fonte delle emozioni che sentiva. I pensieri di Katla si scontrarono con più forza su di lei. Si sentì travolgere dalla gioia del drago, mischiata alla preoccupazione ancora presente, malgrado il suo risveglio.

Dovette distaccarsi dal legame con l'amica, per non perdere quel poco di lucidità che aveva. Tirò su il busto e si guardò intorno, spaesata. Quella stanza le era familiare, ma non le veniva in mente a chi appartenesse.

La testa le girava e la fame la stava divorando viva. Si alzò sulle gambe tremolanti e si avvicinò allo specchio presente sul muro, a lato del letto. Si immobilizzò, non appena scorse il suo riflesso. Due occhiaie scure le contornavano gli occhi e il verde brillante delle sue iridi era meno limpido. Ciò che attirò la sua attenzione, però, furono le numerose ciocche bianche sparse per tutta la sua chioma rossiccia.

Alzò una mano per far tornare normali i capelli anomali. Trattenne un sospiro esasperato, realizzando che alcune ciocche erano quelle su cui aveva agito con la sua magia in precedenza. Com'era possibile che i suoi incantesimi non funzionassero?

La porta si aprì di scatto. Noreen riabbassò il braccio e se lo portò dietro alla schiena, intrecciando le mani. Kateur entrò nella stanza e si bloccò, non appena la vide in piedi di fronte allo specchio. Aveva il respiro affrettato e sembrava che avesse corso per arrivare più in fretta.

«Ti sei svegliata» osservò, lasciandosi sfuggire un sospiro sollevato.

Noreen annuì, tornando a guardare la sua immagine riflessa.

«Quelle ciocche chiare...non ho capito bene, ma sei stata male perché continuavi a impedire che cambiassero colore» disse, notando come si stava specchiando.

Noreen si girò nella sua direzione con un sopracciglio alzato. «Chi te l'ha detto?».

«Pess. Vieni a mangiare. È ora di pranzo» la invitò, precedendola fuori dalla camera.

Noreen lanciò un'ultima occhiata ai capelli, prima di seguirlo. Si domandò perché non avesse riconosciuto prima la casa del mago.


«Noreen!» la salutò Pess, stringendole un braccio con affetto. «I tuoi draghi aspettano da giorni di tornare umani».

Noreen spalancò gli occhi, ammutolita di fronte al sorriso sornione di Pess.

«Forza, ho preparato il pranzo anche per loro» aggiunse, esortandola a uscire dalla casa.

Sul prato di fronte, i tre draghi attendevano pazienti, come statue temibili, costruite per impaurire i visitatori. Katla fu la prima ad avvicinarsi. Sentì i passi dietro di Kateur, il quale l'aveva raggiunta con degli abiti per i compagni.

Noreen si concentrò per mutare gli amici, ma avvertì un'anomalia nei suoi poteri. Li avvertiva più fiacchi, meno reattivi. Pareva che la sua magia si fosse acquietata per qualche causa a lei sconosciuta.

Katla mutò con calma. Gli artigli si accorciarono piano, mentre le squame sparivano, partendo dagli arti, lasciando spazio alla pelle chiara della ragazza. I capelli biondi fecero la loro comparsa e Noreen notò che erano ancora pieni di terra, dopo la notte che avevano passato accampati nel bosco e i combattimenti che avevano dovuto affrontare per liberare Galapey. Katla, dopo essersi vestita, non appena ebbe di nuovo le braccia umane e fu sicura di non poterle fare del male con gli artigli, le saltò addosso e la strinse a sé.

La Regina d'ArgentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora