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La macchina di Nataly stava facendo un grande sforzo per portarci alla festa tutte e tre sane e salve, dava l'impressione di essere sul punto di spegnersi ad ogni accelerata. Non impiegammo molto per raggiungere la casa in cui si sarebbe svolta la festa, una quindicina di minuti. L'appartamento in questione si trova al decimo piano di un grattacielo veramente molto alto, con addirittura la portineria e un ascensore enorme. Si sentiva la musica provenire già dal sesto piano, non oso immaginare come ci si debba sentire a essere suoi vicini di casa. Arrivammo all'appartamento e trovammo la porta spalancata, dal quale uscivano le luci colorate dei riflettori. Quello che presumo fosse il proprietario di casa stava accogliendo tutti con un caloroso saluto. È alto all'incirca un 1.80, muscoloso con i capelli neri. Dava l'impressione di essere una persona simpatica, forse per via del sorriso a trentadue denti che rivolgeva a chiunque indistintamente.
- Mio Dio. - appena entrata in casa rimasi stupefatta dalla bellezza. Era come minimo il doppio di casa mia, con la maggior parte delle pareti costituite da vetri che, in quel momento, sopra le luci della città, esibivano un panorama pazzesco. La porta di entrata si apriva in salotto, dove la postazione da Dj occupava la vetrata centrale della stanza, alla nostra sinistra la cucina era colma di cartoni di birra e superalcolici di ogni genere, che avevano una durata massima di 5 minuti se dati nelle mani degli invitati. Alla nostra destra si estendeva un lungo corridoio spazioso che molto probabilmente conduceva alle stanza da letto.
- Si ragazze, questo è il regno di Walter Scott. - disse Nataly chiudendo le nostre bocche spalancate.
C'era gente ovunque, sui divani, in cucina, che usciva in flotta dal bagno, in corridoio. Letteralmente sparsa in ogni angolo della casa. Alcune ragazze stavano ballando in piedi sul tavolino in legno davanti al divano, palesemente ubriache marce.
- Bene, è ora di divertirsi. - Kay ci prese sottobraccio e ci portò in cucina, afferrò tre bicchieri di plastica e li riempì fino all'orlo di vodka liscia. La scrutai titubante per qualche secondo, poi la buttammo giù tutto d'un fiato. Il liquido mi provocò un bruciore piacevole alla gola. Il gusto non è dei migliori, ma il suo scopo non è sicuramente essere buona, deve far ubriacare.
Dopo poco cominciai a sentire le gambe formicolare.
- Ragazze, vi devo confidare una cosa. - dissi guardandole con sorriso sornione.
- Spara. - le guardai buttare giù un altro bicchiere.
- Non reggo l'alcol. Proprio per niente. - mi nascosi dietro i capelli imbarazzata, li avevo lasciati sciolti questa sera. Le mie due amiche si guardarono con sguardo complice.
- Ho il presentimento che questa sera non riuscirò a riportarvi al dormitorio. - disse Nat guardando il suo bicchiere vuoto.
- Vorrà dire che dovremo cominciare a prenotare il posto nella vasca. - scoppiammo a ridere.
Sarà una serata impegnativa.
Prima di lasciare la cucina riempimmo ancora il bicchiere.
Quando il Dj mise il remix di Colors di Halsey mi lasciai completamente andare, non potevo non ballare una delle mie canzoni preferite. Nat e Kay si unirono a me e cominciammo a fare movimenti sensuali. La musica e la vodka mi stavano portando su un altro pianeta. Le gambe diventavano sempre più leggere e la testa un po' più pesante ad ogni sorso. Non sono sensazioni che ho provato spesso fino ad ora, questa dev'essere la terza volta che bevo cose più forti di una semplice birra.
- Ehi dolcezza. - qualcuno afferrò i miei fianchi da dietro e cominciò a ballare al mio stesso ritmo, il suo corpo caldo si adattava perfettamente al mio e il suo respiro mi solleticava alla base del collo. Era una sensazione strana ma piacevole, non mi importava di ballare con uno sconosciuto, tanto molto probabilmente non lo avrei più rivisto. Guardai le mie amiche che per qualche motivo avevano smesso di ballare e mi scrutavano con aria confusa, alzai le sopracciglia con espressione interrogativa, loro ricambiarono con un'occhiata verso le mie spalle. Quando mi girai rimasi sbigottita. Il ragazzo che stava ballando con me era Ethan.
Posai le mani sul suo petto per scostarlo da me, quando lui aprì gli occhi smise di ballare.
- Cosa diavolo stai facendo. - mi sentivo le guance in fiamme. Stavo ballando con lui.
- Ciao chiappe d'oro, non pensavo fossi tu. - okay, ora mi sentivo la torcia umana.
- Come mi hai chiamata scusa? - la stanza stava cominciando a girare più del dovuto.
- Non importa, stavo scherzando. - tentò di riprendermi per i fianchi ma lo spinsi via. Fu un gesto troppo avventato per il mio cervello, che decise di farmi perdere l'equilibrio. La musica stava cominciando a rimbombare nella mia testa. Ethan mi prese per un braccio per evitare che cadessi.
- Qual è il tuo problema? Un bicchiere di troppo? - mi alzò il mento con le dita per guardarmi negli occhi. Aveva lo sguardo divertito. Certo che è proprio bello. I suoi capelli, che di solito sono sempre ben pettinati, ora erano scomposti, una ciocca gli ricadeva sulla fronte. I suoi lineamenti sembravano ancor più definiti con le luci dei riflettori colorati. I suoi occhi verde smeraldo fissavano i miei. Sentì una vampata di calore.
Dio mio cosa stavo facendo.
Distolsi lo sguardo per cercare quello delle mie amiche, ma erano sparite nella folla. Bene, siamo rimasti solo io e lui.
- Cosa vuoi da me? Torna a sballarti con i tuoi amici o a farti qualche povera ingenua del primo anno. -
Mi guardò e scoppiò a ridere. - Come prego? - disse senza smettere.

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