Alison.
Il suo bacio era così prorompente che mi stava togliendo il respiro, tremavo sotto il suo corpo caldo. Le sue mani erano ovunque, tra i capelli, sul mio viso, sui fianchi. Non sapevo per quale motivo non mi stessi opponendo. Quando riaprì gli occhi, il mio sguardo si fissò nel suo. I suoi erano arrossati, non ci volle molto prima che mi accorse che aveva bevuto più del dovuto.
- Alison! Dove diavolo ti sei cacciata! - la voce di Tyler mi fece sobbalzare. Mi ero totalmente dimenticata di lui e del fatto che fossimo in un vicolo.
Quando tentai di divincolarmi lui mi trattenne per i fianchi, spingendomi ancora di più verso di lui.
- Ethan, lasciami. -
- Lascia perdere quell'idiota. - disse sussurrando sulle mie labbra. Quel gesto mi fece rabbrividire.
Quando finalmente ci riuscì mi ricomposi un minimo e mi diressi verso il marciapiede principale, dove vidi Tyler intento a chiamare qualcuno al cellulare. Sentì il mio vibrare, nella tasca posteriore dei jeans.
Mi avvicinai a lui e gli toccai il braccio, lui si girò di scatto dalla mia parte.
- Dio Alison, mi hai fatto prendere un colpo! Dov'eri finita? -
- Era con me. - Ethan mi affiancò, prendendo parola.
- Ancora tu? Si può sapere cosa vuoi? - vidi Tyler stringere i pugni.
- Che tu te ne vada e ci lasci soli. - disse Ethan con un ghigno provocatorio.
- Mi sono rotto le palle di giocare con te. - disse spazientito. - Io me ne vado, la lascio a te. Stronzo. -Girò i tacchi e scomparve dietro l'angolo in fondo alla via.
- Mi dici qual è il tuo problema, Ethan? Cosa intendeva con quelle parole? - chiesi guardandolo in malo modo. Lui aveva un espressione soddisfatta, come se avesse appena vinto una gara.
- Niente di che, gli ho rovinato la scopata. - disse lui con nonchalance.
- Come scusa?! -
- Hai capito bene. L'obbiettivo era portarti a letto. -
La mia faccia cominciò a ribollire. - Come fai a saperlo? -
- Perché tra me e lui, lo scorso anno, era nata una specie di competizione. -
- Quindi il bacio di prima... lo hai fatto solo per uno stupido gioco! - gli rivolsi lo sguardo più carico di disprezzo che potessi fare in quel momento.
- Dai non te la prendere. Era solo un bacio. E poi ti ho salvata da lui. - fece cenno con il capo nella direzione in cui se ne era andato Tyler.
- Credi davvero che debba esserti riconoscente? Sei un idiota, Ethan! - mi voltai prima che lui potesse vedere la lacrima che stava per sgorgare dai miei occhi. Non erano lacrime di tristezza. Tutt'altro. Non ero mai stata così tanto incazzata in vita mia. Non sarei stata l'oggetto in palio di nessuno.
- E ora dove staresti andando? - gridò alle mie spalle.
Non avevo intenzione di degnarlo neanche di uno sguardo. Non dopo questo. Non dopo aver sperato anche solo per un secondo, che quel fuoco visto nei suoi occhi durante il nostro bacio, non fosse per quello stupido gioco, ma per me.La mattina dopo, quando lo incontrai per i corridoi, non mi rivolse nemmeno un'occhiata.
E io lo stesso. Non avevo nemmeno il coraggio di ripensare alla sera prima. Ero stata presa per il culo non da uno, ma ben due ragazzi.
A lezione di matematica, il mio umore fu un po' mitigato da Ryan, che pur non sapendo cosa mi fosse successo aveva probabilmente intuito che qualcosa non andasse. Era un ragazzo veramente solare e stravagante, parla tantissimo e principalmente di ragazzi. Il suo look, eccentrico almeno quanto lui, si suddivideva tra maglie fosforescenti e scarpe luccicanti.
Terminate le due ore di scienze e di comunicazione mi avviai alla mensa, dove trovai Ryan pronto ad aspettarmi, come prestabilito a lezione.
- Tesoro sbrigati! Vieni qua! - mi afferrò per un braccio e mi trascinò dietro al muro, aveva un espressione euforica.
- Cosa c'è di così tanto importante da staccarmi il braccio in quel modo? - chiesi massaggiandolo nel punto in cui avevo sentito le giunture chiedere pietà.
- Guarda chi c'è in quel tavolo. - puntò il dito di soppiatto verso un angolo della mensa. Quando vidi i soggetti, il mio stomaco fece una capriola vertiginosa.
- Tutta, e dico TUTTA la squadra di football, al completo. Ora fingo uno svenimento, magari uno di quei bei maschioni palestrati accorrerà per sorreggermi. - disse lui sventolandosi la faccia con le mani ed espressione sognante.
- Wow, che gioia. - bisbigliai sarcastica.
Ci sedemmo in un tavolo abbastanza lontano dal loro, dall'altra parte della mensa, precisamente, cosí Ryan poteva "spiarli" senza essere scoperto.
Lui si trangugiò due piatti di pasta al ragù, nel giro di tre minuti, mi chiedo come faccia ad essere così snello. Io faticavo a finire i miei grissini con prosciutto e fontina. Tutta questa situazione aveva polverizzato il mio appetito.
Cercai di non rivolgere il mio sguardo a quel tavolo. Ma fu inevitabile.
Quando lo feci i mei occhi si puntarono in due smeraldi, di un verde così profondo che faceva venire le vertigini. Ci guardammo per pochi secondi, poi distolsi lo sguardo.
Riaffiorò nella mia mente il ricordo delle nostre labbra, così affiatate che sembravano volersi disperatamente. Ma era stato tutto solo un'illusione.
Non riuscì a mangiare neanche un boccone. Lo stomaco mi stava prendendo a pugni. Succedeva spesso quando mi sentivo agitata.
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Hold My Hand
RomanceIl primo anno alla USC, College in California, non poteva iniziare meglio, nuovi amici, ottimi corsi e una squadra di atletica promettente. Per Alison Dawson è in serbo un anno pieno di gioia e soddisfazioni, se solo non fosse per Ethan Foster. Gioc...