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Ethan.

Non avevo idea di quanto tempo avessi guidato per le strade della trafficata Los Angeles, ma a giudicare dalla spia della benzina, dovevo aver percorso un bel po' di strada.
Avevo bisogno di tranquillizzarmi, cercare di non far sorgere nuovamente la tentazione di tornare in quel fottuto ristorante e spaccare il naso a mio padre. Ma con evidenti difficoltà.
Il suo tentativo di segregarmi in quella stupida azienda non era il primo, ed ero sicuro non sarebbe stato nemmeno l'ultimo. Ma non avevo alcuna intenzione di conseguire una laurea in Letteratura inglese, per poi finire al fianco di mio padre e portare avanti i suoi sogni. Non i miei. I suoi.

Ma al momento la cosa più importante era evitare di mettere sotto con la macchina qualche ragazzo ubriaco, nel vialetto di Mike. Come al solito non si era risparmiato con il numero di invitati, erano letteralmente ovunque. La porta in legno era spalancata, dando ampia visuale al piccolo spettacolino che stava avvenendo nella zona beerpong. Questa volta però, al posto dei bicchieri, sul tavolo da ping pong, c'era una ragazza mezza nuda che si faceva imbottire di whisky.
Mi diressi verso le scale, che mi avrebbero condotto ai divanetti al piano di sotto.
Quando feci capolinea nella stanza gremita di gente, uno spesso strato di fumo annebbiò la mia visuale e l'odore di erba mi investì le narici. Ci stavano dando dentro questa sera.
- Ehi, amico! Ci sei anche tu! - la chioma rossa di Mike attirò la mia attenzione. Era seduto sull'ampio divano, insieme a Chase e Shon, tutti e tre avevano uno spinello acceso fra le dita.
- Qualcosa mi dice che ti serve un po' di questa. - il mio compagno di stanza fece scivolare la lattina di birra sul tavolino, poi si riappoggiò allo schienale e chiuse gli occhi. Era totalmente andato.
Mi chinai per prenderla, ma i muscoli si bloccarono di getto.
Sul divano, accanto a quello di Mike, due occhi curiosi si puntarono nei miei. Sapevo a chi appartenevano, ma non mi spiegavo perché fossero lì.
Indossava un vestito in raso, color verde acqua, si adattava perfettamente ad ogni parte del suo corpo, lasciando scoperte le gambe. Rimasi incantato come un povero stupido, era da mozzare il fiato.
Quando ripresi coscienza, notai che Chase mi stava guardando di sottecchi.
- Cosa ci fa qua? - feci cenno verso Alison, che si agitò su se stessa a disagio.
- L'ho invitata io. - rispose il mio coinquilino con sorriso furbo.
- E io ho dato un passaggio a lei e il suo amico. - una voce femminile risuonò alle mie spalle, cogliendomi di sorpresa. Meli mi superò e porse uno dei bicchieri che aveva in mano al ragazzo seduto accanto a lei. Lo avevo già visto, era insieme ad Alis in mensa. Aveva stampato in faccia un sorriso a trentadue denti, tutto il contrario di Alis, che sembrava alquanto turbata.
- Per quale motivo l'avresti invitata? - fulminai Chase.
- È simpatica, non vedevo il motivo per cui non farlo. - portò lo spinello alla bocca per nascondere la sua espressione divertita. Sapevo a quale gioco stava giocando.
- L'unica pecca è che non ha bevuto neanche un goccio. - disse Shon porgendole il bicchiere che aveva in mano.
- No, grazie. - lei declino gentilmente l'offerta. Quando Mike le soffiò il fumo in faccia, cercò di trattenere la tosse, ma senza riuscirci.
Aprì la lattina di birra che ormai si era scaldata tra le mie mani, mi sedetti accanto a Shon.
Dopo poco, Walter e Marta, fecero capolinea nella stanza con aria trionfante.
- Abbiamo la roba buona! - esclamarono entrambi in coro, attirando l'attenzione di tutti.
Dalla giacca di Walter spuntarono alcune bustine di plastica, contenevano una polvere bianca. Il mio sguardo balenò istintivamente su Alison, che era ormai sbiancata in volto. Ottimo.
- V-vado un secondo in bagno, scusate. - disse lei schiarendosi la voce. Una volta alzata dal divano, sistemò il vestito, le arrivava fino metà coscia.
Quel gesto attirò l'attenzione di Mike, che la squadrò da capo a piedi con sguardo appagato. Uno strano fastidio cominciò a percorrermi per tutte le ossa.
- Aspetta, ti faccio vedere dove si trova. -
Lei si girò verso il proprietario di casa che le stava andando in contro. Quando lui le poggiò una mano sulla schiena, per farle cenno di seguirlo, sussultò scostandosi leggermente. Poco dopo scomparvero per le scale.
- Che problemi ha? - disse Marta che, nel frattempo, era rimasta zitta ad assistere alla scena.
- Non ne ho idea, ma penso di aver capito le intenzioni di Mike. - Walter ci rivolse un espressione divertita. Sapevamo tutti il motivo per cui stava andando con lei.

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