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𝖋𝖎𝖛𝖊 scontri
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QUEL GIORNO GLI ALLENAMENTI per Venus durarono più del solito. Non letteralmente, poiché alla Royal Academy essi finivano tassativamente alle 19:00, neanche nei giorni prima ad una partita amichevole contro la Raimon Junior High che si sarebbe disputata quello stesso sabato. Venus, nonostante avesse giocato nella squadra di calcio della Polaris, non aveva mai giocato contro la Raimon, tanto meno aveva disputato una partita contro di loro. Ma la Royal sembrava molto convinta di vincere, per cui immaginò fosse una squadra che si era formata da poco. Metaforicamente, però, gli allenamenti non finirono più per Venus, non riusciva a smettere di pensare alle parole di Jude Sharp e i minuti sembravano durare un'eternità.
Stai lontana da King.
Non capiva il motivo. Sharp era quanto più di detestabile avesse conosciuto, pensò che lo aveva fatto per darle fastidio come al solito.
Scacciò via ogni pensiero quando, uscendo dal campo di allenamento, Joe le ricordò del loro "appuntamento" in biblioteca. Gli sorrise lievemente, notando lo sguardo furioso con il quale Sharp lì stava guardando, e riportò i palloni nel ripostiglio. Dopodiché entro nello spogliatoio, accompagnata dagli schiamazzi da parte dei calciatori, prese il suo zaino e i suoi vestiti e uscì.
Non si cambiava mai dopo gli allenamenti. Uno, perché vi era solo uno spogliatoio e avrebbe dovuto condividerlo con i ragazzi. Due, perché, ovviamente, non si allenava, per cui non sudava e non puzzava affatto.
A passo svelto si diresse verso la biblioteca della scuola, non vedeva l'ora che arrivasse Joe così da poter tornare a casa il prima possibile.
In biblioteca c'era solo la bibliotecaria e pochi studenti. Venus si guardò intorno per poi sedersi in un tavolo completamente isolato dagli altri, appoggiò lo zaino sulla sedia accanto e ne estrasse il compito di chimica. Andrews aveva chiesto di scrivere un testo di quattro pagine sull'esperimento svolto in classe.
La mora era già alla seconda pagina quando sentì dei passi avvicinarsi al suo tavolo, alzò lo sguardo e vide Joe. Le fu inevitabile sorridere nel vedere l'enorme sorriso dipinto sul volto del ragazzo.
"Ehi", salutò, spostando lo zaino di Venus su un'altra sedia e sedendosi accanto a lei. "Scusa il ritardo, in spogliatoio stavamo discutendo della prossima partita".
"Non ti preoccupare", lo rassicurò. "Il compito è lunghissimo".
"A che punto sei?" Joe estrasse dal suo zaino un foglio protocollo e l'astuccio.
"Due pagine", rispose rotando gli occhi. "Andrews è matto".
Joe ridacchiò. "Lo sento dire spesso ultimamente. Sei messa bene, io sono solo alla prima pagina".
