Una quotidianità stravolta.
Uscire dalla mia stanza, vedere la mia casa piena di mascherine scaturisce in me strane sensazioni, ancora si riesce a mettere piede fuori casa.. chissà tra un po' se avremmo ancora questa fortuna, si parla persino di carri armati, di arresti in caso di violazione delle regole.
Come faremo?Io non ce la faccio a stare ad un metro lontano da te.
Napoli piange, le strade sono vuote, al sud si soffre un po' di più perché noi viviamo essenzialmente di abbracci, di carezze, di strette di mano che ci sono state proibite.
Al sud si soffre un po' di più, perché noi siamo la città del calore, anche un saluto é un momento di affetto a cui una stretta di mano, si accompagna sempre una pacca sulla spalla.
A Napoli però, il sorriso non manca mai, traspare dietro le mascherine, ci facciamo sentire dialogando dai balconi, ma questo l'abbiamo sempre fatto fa un po' parte della nostra tradizione, a Napoli usciamo fuori ai balconi e cantiamo e urliamo, facciamo cori di forza e rumori con le pentole,perché così riusciamo a sostituire il caos che ci manca per strada, come a dire "Sto bene! Andrà tutto bene! Noi ci siamo!"
Noi napoletano viviamo di relazioni anche se a distanza di un metro e dei rumori della nostra città.Napoli, Piazza dei Martiri.
Come Napoli, anche altre città sono vuote.
Piazza San Marco, Venezia.
Fontana di Trevi, Roma.
Piazza del Duomo, Milano.
Piazza della Signoria, Firenze.
Piazza di Mondello, Palermo
Le torri, Bologna.
Piazza Bodogni, Torino.
STAI LEGGENDO
Diario in Quarantena: Coronavirus.
Historical FictionUna raccolta di emozioni, esperienze, pensieri. Tu dov'eri nel Marzo 2020? Tremo al solo pensiero che resterò barricata in casa per ben due settimane, se non di più. Resto così, tra le mie ansie, e tra le mie sensazioni più scure e drammatiche. Nel...