Quelle volte in cui riesco ad "evadere di galera" indosso sempre una mascherina nuova.
Sono andata a fare la spesa in un negozietto sotto casa, ci vado ormai da anni li, ci andavo sempre con mia madre.
Questa volta alla cassa non c'era la solita donna anziana, ma c'era suo figlio.
"Mia madre si è operata da poco, non può rischiare quindi lei resta a casa" mi disse, con occhi cupi e pieni di paura.
Io comprai per mia madre, un pezzo di pane, pagai e mi limitai ad un sorriso ricambiato.
Sorridere come? Con la bocca coperta?
Notai per la prima volta come gli occhi potessero esprimersi così tanto, acquisire così tanta importanza quando passa in primo piano la bocca, anche più di essa, notai gli occhi strizzarsi ed acquistare una nuova luce.
Avevo trovato un nuovo modo per sorridere.
Tornai a casa, tolsi la mascherina, ma non del tutto, perché ormai era parte integrale di noi, anche quando non la indossavo, mi toccavo la bocca perché sentivo di averla ancora appoggiata al viso.
In un attimo fu tutto più chiaro:
Gli occhi, parlano più della bocca coperta.
Con essi infatti, si può continuare a sorridere
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Diario in Quarantena: Coronavirus.
Historical FictionUna raccolta di emozioni, esperienze, pensieri. Tu dov'eri nel Marzo 2020? Tremo al solo pensiero che resterò barricata in casa per ben due settimane, se non di più. Resto così, tra le mie ansie, e tra le mie sensazioni più scure e drammatiche. Nel...