Questo è il pensiero, un'elaborazione da parte della mia adorata professoressa di scienze Letizia Cozzolino.
E sì, tale mi considero, non nel senso comune che intende per scienziato chi lavora nei laboratori, con occhiali, strumentazioni e sostanze strane, ma nel senso di chi ama, studia il mondo scientifico, che ha nelle scienze il suo dio ed il suo dubbio.
Mattiniera per natura, come si dice allodola, da quando siamo agli "arresti domiciliari" con l'ora di aria per fare la spesa, mi sono resa conto di come Davide, sempre, sconfigge Golia.
Il piccolo contro il grande esce vittorioso, non per niente i dinosauri si sono estinti circa 65 milioni di anni fa, mentre gli scarafaggi, le blatte, sono pressoché uguali da oltre 300 milioni di anni, così come i licheni, oggi riconosciuti bioindicatori dell'inquinamento, hanno colonizzato le colate laviche del vesuvio quali primi organismi viventi in tale contesto di successione ecologica.
Pensate un po', circa 3 x 104 nucleotidi, pari a 30.00, mica tanti, di RN, stanno sconvolgendo la vita di circa 8 miliardi di uomini.
Uomini formati da circa 1014 – 10 22 cellule – pare, secondo gli ultimi studi, poiché nessuno le ha contate, ogni cellula con tutti i suoi organuli, il suo bellissimo DNA, formato, a sua volta, da circa 3 miliardi di nucleotidi a doppia elica, un meccanismo perfetto, forse troppo, sconfitto da circa 100 nm di un'elica singola...
Assurdo, eppure è così!
Che dire?
Leggendo in giro, solo articoli scientifici per carità, riletti in modo critico per non abbandonarmi alla generale paranoia e per cercare di riuscire a restare lucida per me stessa, i miei cari in famiglia, gli amici gli alunni, il meccanismo è chiaro maforse non a tutti.
Mio padre, ultranovantenne, ad esempio, che ha studiato quando ancora non era chiaro quali fossero le molecole dell'eredità, tra proteine ed acidi nucleici, il processo di sintesi proteica di là da venire, per cui non si capacita e domanda:
com'è possibile che è successo, perché un virus è passato dai pipistrelli agli uomini, come? Quando? (ormai è acclarata la teoria degli incolpevoli pipistrelli quali causa della zoonosi)
Provo a spiegare, a parlare di mutazioni, ed a parole è semplice, ma, in pratica, come spiegare la trasmissione della formazione delle proteine da sequenze a triplette – codoni – se neanche agli alunni, nonostante video, ripetizioni, esempi vari, riesco sempre a far comprendere?
E, a dire il vero, neanche noi semplici divulgatori, quale io mi considero, né gli scienziati "veri", quelli con provette e microscopi, conoscono tutto... o molto.
E' vero, abbiamo sequenziato tanto DNA umano, di molti organismi vegetali ed animali, lo abbiamo immagazzinato in banche dati genomiche, possiamo studiarlo con i software più complessi, ma non di molto sappiamo che cosa esprime.
Conosciamo un po' le sue lettere, qualche parola, ma pochi dei loro significati.
Ed ora provo, altrimenti non potrei definirmi divulgatore, a spiegare nel modo più semplice possibile che cosa è successo.
Il fatidico virus coronato, da sempre presente in alcune specie animali, quali appunto i pipistrelli, ha "deciso", se così possiamo dire, che stava forse diventando scarso il materiale organico in cui riprodursi, per cui, per un qualche meccanismo non oggi noto, è mutato nella replicazione di una o più sequenze delle basi azotate del singolo filamento di 30.000 nucleotidi, e ciò, come effetto a catena, ha portato alla produzione di una proteina un po' diversa del capside che avvolge l'RNA, con le fatidiche spicole con cui si aggancia alle cellule umane ospiti, riuscendo con sempre maggiore efficacia ed efficienza a conquistarle.
La mutazione genetica delle sequenze nucleotidiche si è espressa, quindi, in diversa struttura proteica, con efficiente capacità di aggancio ed ingresso nelle cellule dei tessuti delle vie aeree della specie umano, ed il gioco è fatto.
Ora è il re del mondo
Da più parti economisti, biologi, psicologi, teologi e quant'altro vogliono vedere cause più o meno da spy story, guerre biologiche, presa di potere economico, Dio in terra,
a me, troppo scienziata, agganciata alla comprensione della natura, di per se stessa complessa nella sua interezza e semplice nei suoi meccanismi, proprio non va più neanche leggere articoli, fake news di questo livello.Si può intravedere un intervento divino per far tornare l'uomo con i piedi ben saldi in terra.
Fino a ieri invincibile padrone del mondo, in grado di arrivare su marte, ai confini del sistema solare, di comunicare in tempo reale con tutti, padrone dell'etere invaso da onde elettromagnetiche, ed ora... rinchiuso - come gli uomini preistorici intorno al fuoco per paura delle bestie feroci – intorno ai congegni informatici per non sentirsi solo.
Forse un aiuto può venire dagli autori classici antichi e moderni, il grande Quasimodo di "Ed è subito sera"
Leopardi ed il suo conflitto/amore con la natura, Omero che nelle sue opere ci riporta nel mitico mondo di eroi e Dei, oggi tutti divenuti umanamente uomini.
Ormai è giorno fatto, il sole è caldo, scrivo mentre cerco di stimolare il mio sistema immunitario, di produrre endorfine per superare l'angosciante e solitaria notte, ben coscia che siamo nulla rispetto all'universo di cui, in pratica, pochissimo conosciamo.
Quando approccio per la prima volta i nuovi alunni cerco di scioccarli, fanno male le certezze, non portano da nessuna parte.
Cerco di far loro comprendere che oltre i 500 km dell'atmosfera sappiamo poco, che di quel che sta sotto i piedi sia nelle acque che nelle rocce oltre i 100-1000 km quasi nulla conosciamo, solo ipotesi, basate sulle risposte studiate grazie alle analisi ed al sacrificio dei "veri ricercatori", nessuna certezza.
Con questo dubbio certo si deve vivere, per non fermarci e riuscire a superare le novità ce la natura di volta in volta ci regala.
Una nota positiva, tanti stanno studiando il virus coronato sviluppato a fine 2019, si stanno sfruttando conoscenze, molecole, protocolli noti ed approntandone di nuovi. Una specie inter, quella umana, contro sempre i 30.000 nucleotidi e le sue terribili spicole proteiche, unita in una guerra che vinceremo – il mio inguaribile ottimismo è noto a tutti – ma forse, spero, porteremo in memoria questi giorni.
Per ricordare la bellezza della natura, quella piccola – oggi cattiva – ma molto più spesso buona, utile e di cui neanche ci accorgiamo (come i saprofagi e la loro opera di demolizione delle grandi molecole per liberare atomi per i nuovi organismi, i cerali alla base dell'alimentazione di tutti gli animali, le api, di animali da compagnia....) e di cui non siamo padroni, ma organismi con essa integrata.
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Diario in Quarantena: Coronavirus.
Historical FictionUna raccolta di emozioni, esperienze, pensieri. Tu dov'eri nel Marzo 2020? Tremo al solo pensiero che resterò barricata in casa per ben due settimane, se non di più. Resto così, tra le mie ansie, e tra le mie sensazioni più scure e drammatiche. Nel...