30 MAMMUT

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Novembre 1982

Mio marito, dice che è molto contento della gravidanza. L'abbiamo cercato, per molto tempo. La prima volta che ho scoperto di essere incinta eravamo euforici, purtroppo però lo perso al quarto mese. Ho pianto così tanto, mi sono sentita morire. Mio marito, Giancarlo, non ha parlato per qualche giorno. Era triste e rammaricato. Deluso. Non mi guardava e nemmeno mi ha consolato. Mi ha detto "Non sei neanche capace a fare figli, sei inutile." Ma so che non lo pensa davvero, ma in un momento di sconforto e rabbia, si possono dire cose che non si pensano davvero. Abbiamo voluto questa bambina in tutto noi stessi, la delusione è stata tanta, per entrambi.
I medici ci avevano detto che la prima gravidanza è sempre a rischio, più delle altre. Una donna su tre, ha un aborto spontaneo. Può succedere.
Ora sono al 4mese, quasi al quinto. Non so se è femmina o maschio ma per me ha poca importanza. Lui preferirebbe un maschietto, ma comunque, anche se fosse femmina andrebbe bene lo stesso.

Ieri sera mi ha dato una sberla, ma è stata colpa mia. Avevo lasciato il sacchetto con gli avanzi di cibo sul marciapiede, perché avevo un capogiro e non sono riuscita a portarlo ai maiali che abbiamo vicino all'orto. Mi sono voluta stendere sul divano, per qualche minuto il tempo di riprendermi, ma mi sono addormentata per due ore. Quando è arrivato a casa, ha trovato il cibo tutto sparpagliato sul marciapiede. Si sono macchiate le mattonelle di pietra con l'olio, e lui si è arrabbiato tantissimo. Mi ha preso per il braccio, mentre stavo dormendo, e mi ha strattonato. Io non ho capito da subito cosa stesse succedendo, stavo dormendo e sono caduta di schiena sul pavimento. Mi ha fatto alzare e mi ha trascinata fuori mi ha urlato che sono distratta che faccio sempre di tutto per innervosirlo. Ho pianto tantissimo, non per le parole, ma per averlo deluso. Quando ha visto che ero davvero dispiaciuta, mi ha subito chiesto scusa e si è giustificato dicendomi che lo avevo istigato. Aveva dimenticato che ero incinta, ho la pancia piccola, e non avrebbe dovuto svegliarmi in quel modo ma era accecato dalla rabbia. Mi ha detto anche "Fai più attenzione, altrimenti mi farai andare al manicomio." Mi ha aiutato a pulire per terra e mi ha detto che mi ama. Anche io lo amo, e per dimostrarglielo sono rimasta in ginocchio sulla pietra a pulire per quasi 3 ore. La macchia è andata via, ma Giancarlo mi ha detto che per l'ennesima volta ho fatto danno perché ho scolorito la pietra. Mi ha dato solo dato uno spintone, e non mi ha più detto nulla.

Lui mi ama lo so, ma qualche volta lo faccio innervosire. Devo cercare di fare più attenzione e poi mi ha giurato che non succederà più e io gli voglio credere.

14 Gennaio 1983

Sono alla fine del sesto mese. Ieri sera mi hanno ricoverato, sono caduta dalle scale, ho perso del sangue e ho avuto le contrazioni. Mi hanno detto che la bambina sta bene, ma che devono monitorarmi, perchè è ancora presto per partorire ma se le contrazioni continuano dovranno per forza farmi partorire.

Giancarlo, è molto preoccupato. Mi ha portato un mazzo di fiori gigante, mi ha detto che sono il dono più prezioso che la vita gli ha fatto e che spera che presto torni a casa. Poi mi ha anche detto di non dire ai medici che sono caduta dalle scale perchè mi aveva spintonato. Alla fine era colpa mia se mi sono spaventata e non ho visto la scala dietro di me. Lui non voleva di sicuro farmi cadere. Ma infatti, non ho detto nulla. Ho semplicemente detto che ho messo male il piede, il che è vero, e poi che solo rotolata per una rampa di scala di marmo.
Ma oramai è successo, indietro non si torna. Mi hanno detto che è una femmina, ho deciso che la bambina, la chiamerò Amelia. Amo questo nome, sono andata a cercare il significato, e significa coraggiosa, laboriosa e molto affezionata alla famiglia.

Giancarlo non voleva, voleva chiamarla Ginestra, ma mi sono imposta e non so come, ma ho avuto la vinta, forse perché aveva i sensi di colpa per la caduta.

h. 05.30 15/01/1983

Sono venuti i medici, mi hanno detto che la bambina è in sofferenza. Mi faranno rompere le acque e mi faranno partorire. Ho paura, di perderla. Non vedo l'ora di stringerla tra le braccia. La mia bambina nascerà tra pochissime ore. Ho chiamato Giancarlo e lo avvisato, era anche lui molto agitato. Verrà presto qui da me, e tutti e tre insieme ce la faremo. Piccola Amelia, dividiamoci le forze e di coraggio avrai il mio.

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