▶️Capitolo 1

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ISABEL'S POV

Parole importanti e significative sono quelle che riempiono di nero le righe del foglio stropicciato che tengo in mano. L'inchiostro inizia a sfocarsi al tocco di una lacrima pesante, che sembra dare il via ad un fiume senza argini che riempie i miei occhi, per poi far scendere gocce amare lungo le mie guance, arrivando agli angoli della bocca, accarezzandomi la mandibola e proseguendo fino al collo, per poi asciugarsi e assorbirsi nella pelle, scomparendo. Un calore improvviso invade il mio corpo, dei singhiozzi mi fanno tremare e una strana sensazione si impossessa di me, facendomi sussultare appena. Poggio la lettera sulle gambe tremanti e mi copro il viso con le mani, con il vano tentativo di farmi calmare. Le lacrime continuano il loro percorso, l'una dopo l'altra, alcune più grosse, altre più piccole, diverse fra loro, ma accomunate dallo stesso dolore e dalla stessa sofferenza. Continuano il loro percorso, finché non decido di interromperlo con un semplice gesto. Porto il dorso della mano e asciugo le lacrime che scendevano giù in quel momento, mi tampono gli occhi con la manica della maglia a righe bianche e blu e stringo la lettera fra le mie braccia un'ultima volta, forse pensando che le parole in nero incise sul bianco, finissero dritte nel mio cuore, anche se l'avevano già fatto.

"Ehi amore, è tardi. Vieni a letto?" Domanda una voce alle mie spalle.

Una voce ormai familiare. Calda, ma non quanto quella di Liam. Sensuale, ma non quanto quella di Liam. Romantica, ma non quanto quella di Liam. Dolce, ma non abbastanza quanto quella di Liam.

"S-si, Richard. Sto arrivando" rispondo schiarendomi la voce per poi tendere le labbra in un sorriso forzato.

Sento dei passi avanzare verso di me, ma non mi giro. Un braccio avvolge le mie spalle, stringendomi contro un corpo sicuro e accogliente. Ma non quanto quello di Liam.

Perchè con Richard non provo le stesse emozioni che provavo con Liam? Perchè il tocco di Richard non mi fa rabbrividire come quello di Liam? Perchè sto pensando ancora a lui? Ho provato con tutta me stessa a dimenticarlo, a scordare tutto ciò che abbiamo passato insieme. E ci ho provato davvero.

Il letto mi sembra vuoto anche con Richard accanto, eppure, ormai ci convivo da qualche mese, con lui, ma l'ho notato solo ora. Rimane freddo anche con i corpi di due persone innamorate, che con il loro amore, dovrebbero far sciogliere il più grande dei ghiacciai.

"Pensavo..."

"Pensavi?" Poggia la sua mano sulla mia e si avvicina a me.

"A Natale vorrei passare le vacanze con la mia famiglia, sai, a casa mia"

"Bene, così potremmo stare un paio di giorni dai tuoi. Mi sembra perfetto. Ora sono stanco, se non ti dispiace..." dice voltandosi e spegnendo l'abat-jour dai disegni astratti sul comodino.

"Veramente, pensavo di andarci da sola..." Sussurro, prima di avvolgermi nelle coperte.

Schiena contro schiena. Superficie dura contro superficie dura. Nessuna miscela di respiri o di anime che si incontrano con un solo abbraccio. Niente di niente. E mi domando come in tutto questo tempo possa non aver notato che in questo letto, non ci sono due persone che si amano, ma solo un ammasso di lenzuola schiacciate che avvolgono due corpi completamente estranei l'uno all'altro.

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