▶️Capitolo 11

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ISABEL'S POV

24 Dicembre

Gli occhi di Liam celano le emozioni che ha dentro, lasciando trasudare solo la rabbia. Tende notevolmente la mascella e, riducendo gli occhi a fessure, mi scruta attentamente, come ad aspettare la mia prima mossa, pronto a ribattere.

"Allora? Che ti prende all'improvviso?!" chiedo incrociando le braccia al petto.

"Ah... E me lo chiedi pure?" ride nervosamente.

Le mie labbra prendono la forma di una linea e annuisco debolmente.

"Secondo te cosa penso di tutte le attenzioni che tu e Richard attirate da parte di Anne e mio padre, eh? Secondo te cosa provo io a sentirgli dire tutte quelle parole? Secondo te devo stare tranquillo e sorridere falsamente pur sapendo che, prima, nessuno accettava il nostro amore, ed ora tutti sono al settimo cielo perchè hai trovato una persona che ti fa stare bene?" spiega mentre avanza lentamente verso me, puntandomi il dito contro e agitandolo di tanto in tanto.

"Secondo te sono felice di dover nascondere il mio amore per te?" ribatto infastidita, camminando verso di lui per andargli in contro.

"Penso che nessuno di noi due sia felice, in questo momento, quindi urlarci a vicenda non aggiusterà un bel niente" continuo fermandomi ad un passo da Liam.

"Ha-Hai ragione... Scusa. Mi dispiace tantissimo" dice il ragazzo abbassando la testa.

"Mi spiace anche a me. Non volevo che si arrivasse a questo punto... È tutta colpa mia, io-" affermo, ma Liam mi interrompe.

"Non devi scusarti, tesoro. Con il tempo tutto passerà, e i problemi spariranno. È una promessa"

Stringo le mani intorno al suo collo, avvicinandolo a me in un abbraccio stretto, nel quale, per alcuni secondi, le difficoltà vengono soffocate tra le nostre braccia, evaporano nell'aria, lasciando me e Liam soli.

"Ti amo" sussurra al mio orecchio, provocandomi una serie di brividi che non attraversavano la mia schiena da un bel po' di tempo.
Mi allontano leggermente da lui, senza però spezzare il contatto con i nostri corpi, e faccio unire le nostre labbra che sembrano essere state plasmate a posta le une per le altre, unendosi perfettamente.

Un leggero schiocco viene prodotto alla fine del bacio. I miei occhi si incatenano a quelli di Liam ed è uno di quei momenti dove la Terra smette di girare ed io resto qui, incantata dallo sguardo di questo ragazzo, a fissare il mondo che, a quanto pare, sembra essersi trasferito tutto nei suoi occhi, perchè lui è il mio mondo.

"Anche io" rispondo nel mezzo di un profondo sospiro.

"Isabel posso entrare? Sei qui?" bussa alla porta Richard.

Oh no.

"Si... Ehm... T-tesoro... Entra pure" balbetto guardando Liam che deglutisce rumorosamente.

La maniglia si abbassa e un secondo dopo fa capolino Richard, aprendo di poco la porta.

"Oh, non tornavi più e... Che stavate facendo?" domanda corrugando la fronte quando i suoi occhi si posano su Liam.

Entra del tutto nella stanza e mi prende per la mano. Osservo Liam abbassare lo sguardo e fissare torvo le dita di Richard intrecciate alle mie.

"Parlavamo" risponde seccamente Liam, alzando la testa per poi socchiudere gli occhi in due fessure e scrutare il volto del ragazzo che mi stringe la mano.

Se gli sguardi potessero uccidere, Richard sarebbe morto il secondo in cui ha messo piede in questa casa.

"Ah, capito. Ora andiamocene" ribatte sbrigativo Richard, trascinandomi in cucina senza lasciarmi il tempo di girarmi verso Liam e mimargli con le labbra un 'scusa'.

Ci sediamo a tavola, dove ormai il cibo nel piatto mi è diventato freddo. Aiuto mamma a sparecchiare, mentre Richard e Paul parlano di un qualcosa che però non sto ad ascoltare; i miei pensieri sono rivolti unicamente a Liam. Perchè non viene più in cucina? Che starà facendo?

LIAM'S POV

24 Dicembre

Un coglione. Ecco cosa sono.
Isabel non si meritava le parole che le ho detto. È un periodo difficile anche per lei e tutto ciò che le ho urlato non ha migliorato la situazione, ma poi mi ha abbracciato e mi sono sentito di nuovo a casa.

Isabel è il mio punto d'orientamento, è la stella che mi indica una strada ben precisa, che mi ha fatto scoprire la via dell'amore e che si è lasciata trasportare da me. Ovunque io vada c'è sempre lei pronta a indicarmi la strada di casa e io la seguo, formando un velo brillante dietro di lei e insieme creiamo una cometa, la più bella di tutte.

Cado a peso morto nel letto della mia Isabel, non curante che non sia il mio, e sprofondo nel materasso. Le sue coperte diffondono nell'aria una nuvola del suo profumo e mi godo quell'odore pensando che Bel sia qui con me, ad abbracciarmi e coccolarmi... Ma non c'è e presto la nuvola scompare, dissolvendosi nell'aria e lasciando il posto al naturale odore della stanza.

Sono vuoto senza lei. Non è passato neanche un giorno intero da quando Richard è qui e già sono stanco di questa storia. Mi domando come farò a sopportarlo ancora per... Quando è che se ne andrà?

L'idea di affogare i pensieri e i problemi nell'alcool attraversa la mia mente, ma allo stesso tempo, pensare al fatto di lasciare soli Bel e... Quell'altro... mi fa rabbrividire. Beh, in effetti, da quando Richard è in questa casa, sono sempre stato per i fatti miei, quindi una sera in un locale non mi farebbe male.

Prendo il cappotto, le chiavi di casa, il cellulare ed esco senza dire nulla, sapendo che a nessuno importa quello che faccio da quando c'è quell'essere spregevole in casa mia... Basta pensare a lui!

La mia meta è uno dei locali più famosi della città, a quest'ora sarà gremito di gente.

L'insegna lampeggia vistosamente sopra la porta d'ingresso nera. Varcato l'uscio, il locale si divide in due bivi. A sinistra sono presenti dei divani di pelle nera che riempiono una stanzetta più intima e angusta. Subito dopo i divani, seguono i bagni rossi. A destra, invece, delle scale bianche portano alla sala principale da ballo con i pavimenti a fantasia a scacchi neri e bianchi. Più in fondo si apre il muro bianco che conduce ad una sala composta dal bancone degli alcolici avanti al quale si innalzano sedie bianche. A destra un'altra sala accogliente completa il locale. In essa sono presenti vari divani di tessuto rosso, fronteggiati da tavolini bassi bianchi. Il tutto rende il locale molto invitante.

Mi dirigo velocemente al banco degli alcolici, ignorando i corpi che si dimenano sudati, e chiedo subito un bicchierino di vodka. Il barista versa il liquido nel contenuto e me lo porge. Lo ingoio tutto d'un fiato, mentre sento l'alcool bruciarmi la gola, come se volesse eroderla. Ne chiedo un altro e man mano che il tempo passa, la quantità di alcool nel mio corpo aumenta e non sono più in grado di riconoscere ciò che mi versano, ormai automaticamente, nel bicchierino. Le persone nella pista da ballo si sono magicamente raddoppiate... L'alcool mi sta annebbiando il cervello. La vista inizia ad offuscarsi, la musica sta diventando assordante e l'aria comincia ad essere pesante. Pago ed esco. Vengo bloccato da una folata di vento e inspiro profondamente per godermi l'aria pulita e fresca che finalmente riempie i miei polmoni.
Mi incammino verso casa, barcollando. Le strade sono illuminate dalla luce fioca dei lampioni che punteggiano di tanto in tanto i marciapiedi deserti.

Infilo le mani nelle tasche del cappotto e continuo la mia passeggiata, circondato dal silenzio della notte.

***
È difficile infilare una chiave in una serratura quando si é ubriachi... Vedo doppio e il nero del buco della serratura non si distingue dall'oscurità della notte, il ché non mi aiuta.
Dopo un paio di tentativi, centro il mio bersaglio e apro la porta.

Un silenzio 'assordante' incombe nella villa buia.

Salgo le scale inciampando sui miei stessi piedi e raggiungo la mia stanza, soffermandomi prima alla porta di quella di Isabel. È socchiusa. Sbircio senza esitare con un sorriso da ebete sulla faccia, che però scompare subito dopo aver visto la scena nella stanza di Bel.

Spero solo che ciò che i miei occhi stanno vedendo non sia vero...
Spero solo che l'alcool mi stia facendo un brutto scherzo...

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