6 Una telefonata inaspettta

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La primavera era, ormai, alle porte ed io stavo lavorando ad un grosso convegno che l'Onorevole Avuti aveva intenzione organizzare a Como, a metà maggio. Passavo ore ed ore in ufficio perché, visto che si trattava in un appuntamento di rilevanza nazionale, dovevo organizzare tutto nei minimi dettagli. Oltretutto, dovevo lavorare con il fiato sul collo perché era l'occasione che Avuti aspettava da tempo per tornare ad essere profeta in patria e, giustamente, voleva giocarsi questa carta nel migliore dei modi. Con Sylvie il rapporto procedeva splendidamente e, tranne rarissime eccezioni, la sera stavamo sempre insieme, da soli o in compagnia, faceva poca differenza. Eravamo sempre io e lei e, oramai, a Como anche le pietre sapevano che stavamo assieme e, a differenza del passato, la cosa non mi dispiaceva affatto.
... bip bip... bip bip... "Amore mio!!! Sei libero per i prossimi 1000 anni?" Era Sylvie che, da quella sera sotto la pioggia, era diventata, anche nella rubrica del mio telefonino, Amoremio. E pensare che, fino a qualche mese fa, il solo fatto di sentire qualcun altro scambiarsi effusioni di questo tipo beh... oltre a farmi ridere a crepapelle, mi faceva letteralmente venire l'orticaria! Chi l'avrebbe mai detto che sarei diventato anch'io così smielato! Ma, con lei, era una cosa assolutamente naturale, l'amavo talmente tanto che sentivo il bisogno di dimostrarglielo in tutti i modi possibili, compreso questo.
Quel pomeriggio, in ufficio, non mi ero staccato per un solo istante dal telefono. Il cordless era incandescente e, in quanto a calore, anche il mio orecchio non scherzava affatto. Ero al telefono con la segretaria del Ministro Franscini quando, improvvisamente, cominciò a squillarmi il cellulare. Il numero, che non avevo in rubrica, era molto strano, con il prefisso che cominciava per +44. Mah? Solitamente non amo rispondere a numeri che non conosco ma, in questo caso, pensai che potesse essere qualcuno che mi stesse chiamando dall'estero per via del convegno.

-Sì pronto, con chi parlo?

-Francesco!!!

-Cristina!!! Ciao, da quanto tempo... come stai?

Era Cristina, la mia migliore amica. Da qualche anno si era trasferita per lavoro a Londra e, di solito, ci sentivamo via mail, quasi mai per telefono e, comunque, non con quel numero.

-Benissimo, e tu?

-Anch'io! Sai, uno di questi giorni ti avrei scritto... credo proprio di aver trovato la donna della mia vita!!!

-Ehm, lo so... me l'hanno detto, è proprio per questo che ti chiamo...

-Ah sì? E perché?

-Ieri sera mi ha chiamato la Chiara, che sa che stai insieme a questa... ragazza...

-E quindi?

-Beh, mi ha raccontato il modo in cui l'ha conosciuta e... sono un po' preoccupata...

Il tono di Cristina era cambiato radicalmente, si era incupito ed io, incredulo, ascoltavo.

-Cioè? Spiegati meglio...

-Mi ha detto che l'altra sera era a fare l'aperitivo alla Caya Aragonesa ed è arrivata questa ragazza... Sylvie... che, come se nulla fosse, si è seduta al loro tavolo...

-E allora?

-E allora non si conoscevano, non l'aveva mai vista prima! Ma aspetta... c'è dell'altro...

-Ok, sentiamo...

-Una volta seduta, ha cominciato a parlare, ed ha raccontato a Chiara ed alla sua amica che, fino a poco tempo fa, stava insieme ad un mezzo mafioso e che...

-E che?

-...tieniti forte Francesco... e che era appena guarita da un tumore, che aveva fatto la chemio, aveva perso i capelli... insomma... tu sapevi niente di queste cose?

Ti odio da morireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora